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Eventi climatici estremi, in Italia sono stati 1.026 in 10 anni

Le trombe d’aria sono state 257. Ecco i danni del climate change sul territorio

È allarme siccità in Italia e i raccolti sono a rischio. Conseguenza del cambiamento climatico? Assolutamente sì. Solo negli ultimi 4 anni, secondo l’ultimo rapporto di Legambiente, nel nostro Paese si sono registrati 700 eventi estremi come alluvioni e siccità. Per capire meglio cosa stia succedendo abbiamo delineato una panoramica dei danni del “climate change” negli ultimi 10 anni (2010-2020) nel nostro Paese.

Cosa c’entra il climate change

Secondo il conteggio di Legambiente gli episodi, collegati a eventi climatici estremi, sono aumentati. Se tra il 2010 e il 2017 c’erano stati solo una ventina di allagamenti all’anno in Italia, nel 2018 e nel 2019 hanno sfiorato gli 80, superando tale livello nel 2020. E ancora una volta Piemonte e Liguria sono state le regioni più colpite, con l’area del Colle di Tenda che è stata interessata da frane e blackout e interruzione dei servizi. Gli allagamenti per pioggia intensa non a caso sono gli eventi più frequenti tra quelli che si verificano nel nostro Paese e si sono verificati 416 volte nello scorso decennio. Ma non sono gli unici.

Gli eventi climatici estremi in Italia

Nel complesso gli eventi climatici estremi sono stati 946 tra il 2010 e il 2020. Oltre agli allagamenti vi sono state 257 trombe d’aria che hanno provocato danni, 147 casi di danni di infrastrutture da piogge intense, 118 esondazioni fluviali. Naturalmente uno stesso episodio può essere contato in due diverse tipologie di evento, se provoca per esempio sia un danno a infrastrutture che un’esondazione.

Meno frequenti, ma non assenti, i danni da siccità prolungata e i casi di temperature estreme nelle città italiane. Si sono verificati 39 volte tra il 2010 e il 2020, mentre 35 sono state le frane da piogge intense e 14 i danni al patrimonio storico che queste hanno prodotto.

In aumento le trombe d’aria in Italia

Se in alcuni casi non si è avuto un chiaro trend di aumento o diminuzione degli episodi all’interno del decennio, per altri la tendenza a un incremento negli anni più recenti è evidente. Per esempio per quanto riguarda le trombe d’aria, non più di 20 all’anno fino al 2017, ma diventate più di 40 nel 2017, e più di 60 nel 2019 e nel 2020. Varese, Viterbo, Salerno sono solo alcune delle città colpite.

Anche gli episodi di siccità e calore estremo come conseguenza dell’aumento della temperatura della terra sono stati concentrati nella seconda parte del decennio, con 10 o più nel 2017, l’estate più calda della storia in Italia e in Europa, e nel 2020, contro i tre che si sono contati fino al 2016. E naturalmente l’assenza di precipitazione e il caldo favoriscono una delle piaghe delle estati mediterranee, gli incendi, che sono quasi sempre dolosi, ma che si diffondono più facilmente incontrando condizioni climatiche adatte. Il periodo con maggiori danni alle infrastrutture invece è stato tra il 2013 e il 2015, quando a essere colpita è stata soprattutto Roma, con vari stop alla metropolitana, alla rete tramviaria e alla ferrovia locale per eventi climatici spesso estremi.

Con il climate change la temperatura della terra aumenta

Legambiente fa notare che non vi è stato in generale una diminuzione delle precipitazioni negli ultimi anni rispetto al periodo precedente. Anzi, al contrario di come si pensava forse decenni fa soprattutto al Sud queste sono aumentate tra il 2007 e il 2016 in confronto alla media del 1971-2000. L’incremento è stato addirittura del 30,1% a Palermo, mentre vi è stato un calo a Milano e Venezia.

Il punto è che l’aumento della temperatura della terra, che invece è inequivocabile, anche se ha interessato di più il Centro-Nord, porta a condizioni simil-tropicali, con precipitazioni mediamente più intense e concentrate nel tempo, magari alternate a lunghi periodi siccitosi. E quindi una maggiore probabilità di eventi climatici estremi.

Il fenomeno delle notti tropicali

Un’altra conseguenza, molto attuale d’estate, è la più alta frequenza di quelle che i climatologi chiamano “notti tropicali”, in cui la temperatura minima non scende sotto i 20 gradi, disturbando il sonno con l’umidità cui si accompagna. Sono passate per esempio a Milano da 35 nel periodo 1971-2000 a 58 tra il 2007 e il 2016. Da qui anche il boom dell’utilizzo dei climatizzatori, che portano problemi di sovraccarico della rete elettrica e blackout, che si aggiungono alle tante conseguenze per l’uomo del cambiamento climatico.

I dati si riferiscono al periodo 2010-2020
Fonte: Ispra, Legambiente

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