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Evitate anche truffe per altri 7,6, 2,2 legati al bonus 110%. Tutti i numeri
L’anno scorso per il fisco italiano è stato un anno record. Non tanto per le entrate quanto per il recupero delle tasse non pagate. L’opera di contrasto all’evasione fiscale nel 2023 ha portato l’Agenzia delle Entrate (e l’Agenzia delle Entrate-Riscossione) a recuperare ben 24,7 miliardi di euro rispetto ai 20,2 miliardi del 2022. Si tratta del miglior risultato di sempre, considerando, però, che nel 2020 e nel 2021 l’attività di contrasto è stata sospesa praticamente del tutto tra l’8 marzo del 2020 e il 31 agosto del 2021 in seguito alla pandemia da Covid 19. In termini percentuali si tratta del 22% in più rispetto all’anno precedente.
Evasione fiscale 2023: tutti i numeri
La maggior parte dei 24,7 miliardi recuperati dal contrasto all’evasione fiscale nel 2023 provengono dall’attività ordinaria di controllo mentre una buona fetta viene da misure fiscali straordinarie. In pratica: 19,6 miliardi vengono dai controlli e 5,1 dalle misure straordinarie. Tra queste c’è la rottamazione delle cartelle esattoriali che ha fruttato ben 4,3 miliardi di euro; altri 200 milioni vengono dalla cosiddetta “pace fiscale” e 600 dalla definizione delle liti pendenti come stabilito dalla legge di bilancio 2023. E’ però interessante notare che ben 11,6 miliardi provengono da versamenti diretti effettuati da chi non aveva dichiarato redditi e questi rientrano nella categoria delle attività di controllo ordinarie.
Controlli ordinari e straordinari: la differenza
Un successo, come dicevamo, ma bisogna guardare bene i dati per accorgersi che la riscossione dell’evasione fiscale attraverso controlli ordinari non è aumentata di così tanto, dai 19 miliardi del 2022 ai 19,6 del 2023. Ad aver fatto fare un salto di qualità sono state le misure straordinarie che hanno consentito a chi non aveva dichiarato redditi negli anni precedenti al 2023 di mettersi in regola.
Infatti il recupero del gettito fiscale da misure straordinarie è passato dagli 1,2 miliardi del 2022 ai 5,1 miliardi del 2023 e, in particolare, ad essere aumentato è stato il gettito fiscale proveniente dalla rottamazione delle cartelle che è passato dagli appena 900 milioni del 2022 ai 4,3 miliardi del 2023. Significa, cioè, che l’Agenzia delle Entrate ha sì fatto il proprio dovere nel 2023 ma senza i provvedimenti governativi il recupero dell’evasione sarebbe rimasto sostanzialmente in linea con l’anno precedente.
Evasione fiscale nel 2023, i controlli preventivi
Oltre al recupero dell’evasione fiscale, nel 2023 l’Agenzia delle Entrate ha anche fatto risparmiare allo Stato altri 7,6 miliardi di euro. Come? Attraverso i controlli preventivi. Per esempio ha bloccato 2,2 miliardi di crediti fittizi legati ai bonus edilizi, cioè il famoso 110%. Questa attività legata ai bonus edilizi ha generato un risparmio di ben 2,2 miliardi nel 2023 ma da quando sono stati avviati i controlli il risparmio dello Stato è arrivato a 8,5 miliardi. Un’altra attività ha riguardato il controllo preventivo sulla cessione dei crediti agevolati che ha fatto risparmiare allo Stato altri 3,2 miliardi; 5,3 da quando è stata avviata questa attività.
Le indebite compensazioni scoperte dalla Guardia di Finanza hanno poi evitato un aggravio sul bilancio dello Stato di altri 2 miliardi mentre le istanze di rimborso Iva rigettate o respinte hanno evitato che lo Stato spendesse 200 milioni. Diciamo che nel computo totale dell’evasione recuperata bisognerebbe aggiungere anche questi 7,6 miliardi che porterebbe il totale alla cifra stratosferica di 32,3 miliardi, ma questo è un calcolo puramente teorico.
Agenzia delle Entrate e Riscossione: la differenza
Ma andiamo più in profondità. Il sistema fiscale italiane prevede due società che si occupano, diciamo genericamente, di frodi fiscali: l’Agenzia delle Entrate e l’Agenzia delle Entrate-Riscossione. I dati fino a qui elencati sono la somma delle due attività. La prima società si occupa principalmente della riscossione delle imposte dirette come l’Irpef e l’Iva mentre la seconda si concentra sulla riscossione anche attraverso procedure forzate per recuperare crediti tributari scaduti. In pratica la prima si occupa dell’attività amministrativa, la seconda dell’esecuzione.
Ebbene: l’attività di quest’ultima (che ha recuperato in totale 14,8 miliardi di euro) ha permesso di “restituire” 8,1 miliardi allo Stato (in senso ampio) ma anche 600 milioni a enti quali ministeri, Prefetture e altre agenzie dello Stato; 3,7 miliardi all’Inps; 100 milioni all’Inail; 1 miliardo ai comuni e 1,3 miliardi a Regioni, enti di previdenza, camere di Commercio e così via.
Quanti sono stati i rimborsi fiscali nel 2023
L’Agenzia delle Entrate, ovviamente, non si occupa solo di recuperare l’evasione fiscale, ma anche di gestire i rimborsi a famiglie e imprese. Nel 2023 questi rimborsi sono aumentato ed hanno superato i 22,4 miliardi di euro, il 12% in più rispetto al 2022. Di questi 22,4 miliardi, 19,5 sono andati al settore produttivo e 2,9 miliardi alle famiglie. Sempre l’Agenzia delle Entrate si occupa di assistenza fiscale: ebbene, nel 203 ha gestito quasi 4,5 milioni di richieste nei propri uffici, oltre 3 milioni al telefono e più di 2 milioni di istanze Civis (assistenza sulle comunicazioni di irregolarità, sugli avvisi telematici e le cartelle di pagamento).
Altre curiosità: cresce anche l’online, sia in area Entrate, sia in area Territorio: il 92,3% dei contratti di affitto viene registrato in rete, così come viene inviato via web il 92,7% delle dichiarazioni di successione.
Aumentano anche gli strumenti di informazione: da settembre 2023 è attivo il canale WhatsApp dell’Agenzia delle Entrate, con notizie e contenuti di interesse per cittadini e addetti ai lavori. Con 680mila iscritti è il più seguito fra quelli istituzionali e il settimo inItalia.
I dati si riferiscono al: 2023
Fonte: Agenzia delle Entrate