Il crimine informatico continua a maturare spostando la sua attenzione su obiettivi più ampi e più redditizi, per raggiungere un unico obiettivo: i dati personali.
Sono questi i risultati che emergono dalla sesta edizione dell’Internet Organised Crime Threat Assessment (IOCTA) di Europol, l’agenzia anticrimine europea nata nel 1999, uno studio accurato che fornisce informazioni dettagliate sulle minacce emergenti e sugli sviluppi della sicurezza informatica.
Secondo il rapporto, le nuove minacce non derivano solo dalle nuove tecnologie, ma spesso provengono da vulnerabilità già presenti nelle tecnologie esistenti. Le forze dell’ordine – spiega il documento – devono pertanto non solo concentrarsi sul potenziale impatto dei futuri sviluppi tecnologici nel crimine informatico, come l’intelligenza artificiale, ma anche affrontare il crimine informatico in senso olistico, compresa la prevenzione, la consapevolezza e l’aumento della cyber educazione.
“Alcune minacce di ieri rimangono rilevanti oggi e continueranno a sfidarci domani“, ha dichiarato Catherine De Bolle, direttore esecutivo di Europol.
“L’impatto globale che ha acquisito la sicurezza informatica ha portato la minaccia del crimine informatico ad un altro livello”, spiega De Bolle. “Serve sviluppare strumenti chiave per tenere sotto controllo i criminali informatici, considerando che altre aree criminali stanno diventando sempre più agevolate dal mondo informatico”.
Il report evidenzia come quest’anno il ransomware rimane la principale minaccia alla criminalità informatica, seguito dagli attacchi DDoS, dal materiale di sfruttamento sessuale dei minori e dai mercati di blockchain, incluso il deepweb. La risposta coordinata agli attacchi informatici su vasta scala rimane una sfida chiave per un’efficace cooperazione internazionale, conclude il rapporto.
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