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Europol, approvato dal Consiglio europeo il nuovo mandato negoziale. Come cambia l’Autorità

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Europol sarà chiamata a adoperarsi al fine di studiare nuovi approcci e sviluppare soluzioni tecnologiche comuni, comprese quelle basate sull'intelligenza artificiale, sempre in presenza di solide garanzie in materia di sicurezza e diritti fondamentali.

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Gli ambasciatori presso l’UE hanno approvato la scorsa settimana un mandato negoziale in relazione al progetto di regolamento destinato a modificare il regolamento Europol nella parte in cui disciplina la cooperazione dell’Autorità di law enforcement con le parti private, nonché il trattamento dei dati personali a sostegno di indagini penali e il ruolo di Europol in materia di ricerca e innovazione.

Il ruolo di Europol

Del resto, in un ecosistema digitale di criminalità sempre più transfrontaliero, i criminali ed i terroristi anche durante la crisi da COVID-19, hanno prontamente colto l’opportunità di adattare le loro modalità operative, sviluppando nuove attività criminali.

In tale scenario evolutivo e pervasivo, Europol può consolidare il suo ruolo di Autorità di contrasto a supporto degli Stati membri solo attraverso l’innovazione delle proprie attività, con nuove norme che forniscano gli strumenti necessari e nuovi modi di operare funzionali a tale obiettivo.

Il progetto di regolamento, già presentato dalla Commissione europea il 9 dicembre 2020 è in attesa di ricevere l’adozione dell’omologo mandato d parte del Parlamento europeo per avviare i negoziati tra le istituzioni.

Perché cambiare

Allo stesso tempo, la Commissione europea ha anche presentato una proposta di modifica del regolamento sul sistema d’informazione Schengen (SIS) per consentire ad Europol di mettere i dati dei paesi terzi a disposizione degli agenti operativi attraverso il SIS.

A tal proposito, Il mandato negoziale adottato dal Consiglio Europeo è intervenuto anche sulla modifica della originaria proposta della Commissione europea nella parte in cui le segnalazioni introdotte nell’interesse dell’UE dovranno essere generate dagli Stati membri piuttosto che da Europol.

L’elemento chiave del progetto di regolamento è il rafforzamento del partenariato pubblico-privato per rendere virtuosa e sempre più efficace ed efficiente la cooperazione con le parti private.

D’altro canto, in conseguenza del maggior uso dei servizi online da parte dei criminali, le parti private detengono un numero crescente di dati personali che possono essere rilevanti per le indagini penali, specialmente ove si consideri che i servizi in questione spesso possono essere forniti da qualsiasi parte del mondo.

Dunque, i dati raccolti nell’ambito di indagini penali sono sempre più numerosi e complessi e, solo avvalendosi della loro analisi, gli Stati membri non sempre riescono ad individuare gli eventuali collegamenti transfrontalieri.

Europol: cooperare per crescere

Pertanto, il progetto di regolamento intende creare le condizioni affinché Europol potrà ricevere i dati personali afferenti servizi online direttamente dalle parti private al fine di garantire un punto di contatto a livello dell’UE per la lecita condivisione di ampie serie di dati multigiurisdizionali.

L’agenzia potrà quindi analizzare tali serie di dati per individuare gli Stati membri interessati e di inoltrare le informazioni alle autorità nazionali per le conseguenziali indagini e attività di polizia giudiziaria.

Importante a tal proposito è anche la cooperazione di Europol con i principali paesi terzi che, nel nuovo mandato negoziale appena approvato, gli Stati membri hanno voluto ampliare rispetto alle previsioni della originaria proposta della Commissione europea.

Nel nuovo mandato negoziale del Consiglio, infatti, è stata introdotta la possibilità di scambiare dati personali con paesi in cui garanzie adeguate sono state previste tramite uno strumento giuridicamente vincolante o vigono in base all’autovalutazione di Europol.

Viene inoltre promossa la cooperazione di Europol con la Procura europea (EPPO) per sostenerne le indagini, su richiesta di quest’ultima ed anche al fine di comunicare senza indebito ritardo all’EPPO qualsiasi condotta criminosa che rientra nella sfera di competenza della Procura europea.

Per tali comuni obiettivi di cooperazione anche operativa tra i due organismi, il progetto di regolamento stabilisce altresì le norme per l’accesso dell’EPPO ai dati di Europol.

Con tale nuova architettura normativa Europol potrà trattare serie di dati ampie e complesse per sostenere gli Stati membri nella lotta contro le forme gravi di criminalità ed il terrorismo.

Conclusioni

Ovviamente, il regolamento in questione prevede requisiti rigorosi per garantire che qualsiasi trattamento dei dati da parte di Europol avvenga sempre nel rispetto dei diritti fondamentali, compreso il diritto alla riservatezza, allineandosi in tal modo al regolamento UE in materia di protezione dei dati personali.

Considerate infine le crescenti sfide che il ricorso alle nuove tecnologie da parte dei criminali pone alla sicurezza dell’UE, il progetto normativo affida ad Europol il compito di sostenere gli Stati membri nell’uso delle tecnologie emergenti anche per rafforzare le loro capacità tecnologiche.

Europol sarà dunque chiamata a adoperarsi anche al fine di studiare nuovi approcci e sviluppare soluzioni tecnologiche comuni, comprese quelle basate sull’intelligenza artificiale, sempre in presenza di solide garanzie in materia di sicurezza e diritti fondamentali.

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