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L’esempio dei campioni non motiva i più giovani, il 94,5% non pratica nessuno sport
Agli Europei di atletica 2024 l’Italia ha fatto incetta di medaglie, in totale sono 24, meglio di tutte le nazioni partecipanti alla competizione, la Francia che viene dopo di noi nella graduatoria ne ha portate a casa “solo” 16, la Gran Bretagna 13 e la Norvegia 7, come mostra il grafico con il medagliere degli Europei di atletica 2024. Nello specifico il nostro bottino è composto da: 11 ori, 9 argenti e 4 bronzi. Le medaglie d’oro sono quindi la maggior parte, al contrario la Francia ha conquistato il secondo posto a suon di medaglie di bronzo (7) con 5 argenti e solo 4 ori.
Sport e bambini, Italia al primo posto per sedentarietà dei più piccoli
Tuttavia la grandeur italiana nelle competizioni sportive internazionali non influenza il rapporto che gli italiani hanno con lo sport e, più in generale con l’attività fisica. Secondo l’indagine Health at a Glance 2023 realizzata dall’Ocse, infatti, l’Italia è il quarto Paese per quota di popolazione sedentaria tra i Paesi Ocse con un tasso di persone che non raggiungono un’adeguato livello di attività fisica (in base alle linee guida dell’Oms) del 44,8%, contro una media Ocse del 34,7%. Un dato che raggiunge livelli particolarmente allarmanti per la popolazione più giovane.
Le linee guida Oms per l’attività fisica dei bambini
L’Italia, infatti, si posiziona all’ultimo posto tra i Paesi Ocse per bambini sedentari, con una quota del 94,5% di bambini tra 11-15 anni che non praticano un adeguato livello di attività fisica, rispetto a una media Ocse dell’86,3%. Un dato così alto si spiega precisando come, per le linee guida dell’Oms, per raggiunere un livello adeguato di attività fisica sia necessario praticare almeno 3 volte a settimana attività aerobica “energica” e limitare il tempo passato davanti a dispositivi elettronici. Insomma, sempre come spiega l’Oms, 60 minuti al giorno di attività fisica “moderata” non bastano.
La pratica dello sport in Italia, Campania ultima
La regione più sedentaria dello Stivale è la Campania, con una percentule di cittadini che non praticano nessuna attività sportiva pari al 52% come mostra l’indagine realizzata dall’Istituto superiore di sanità, qui sopra la classifica delle regioni italiane per tasso di sedentarietà. Al secondo posto si trova la Sicilia, con il 42,90% di cittadini che non fanno attività fisica, segue la Valle d’Aosta 41,50%. I più attivi sono invece i cittadini del Trentino Alto Adige, qui i cittadini che non praticano sport sono solo il 12%.
Istruzione e attività fisica: il gap crescente tra laureati e non
Interessante, inoltre, sottolineare come emergano pesanti differenze nel tempo dedicato all’attività fisica tra persone con differenti livelli d’istruzione, soprattutto nella fascia 25-44. Nel 2022, in base ai dati Istat sugli aspetti della vita quotidiana, la quota di persone con basso titolo di studio che non praticano sport o attività fisica è oltre il doppio rispetto a quella di chi ha un titolo di studio più elevato, 49,7% contro 17,9%. Un’evidenza che porta l’Istituto nazionale di statistica a dichiarare come la propensione a fare sport aumenti con il livello di istruzione, negli ultimi vent’anni infatti la pratica sportiva è aumentata soprattutto per uomini e donne con titolo di studio più alto, con quest’ultime che mostrano livelli di sedentarietà superiori rispetto agli uomini, 42,5% contro 35,4%.
Sport e reddito, il 43,2% dei più poveri non fa attività fisica
Non solo, gli squilibri nella pratica sportiva emergono anche anche in relazione alla fascia di reddito di appartenenza. Secondo i dati dell’Istituto superiore di sanità nel 2022 le persone che rientrano nella fascia economica meno abbiente risultano essere le più sedentarie, con il 43,2% che non pratica adeguati livelli di attività fisica, ben 17,4 punti percentuali in più rispetto a coloro che appartengono alla fascia più abbiente, dove i sedentari si assestano al 25,8%.
Lo sport è una politica decisiva solo per per il 18% degli elettori
Utile anche soffermarsi sul ruolo dello sport nelle scelte elettorali che risulta, nella graduatoria dei settori che influenzano le scelte di voto, all’ultimo posto. Come mostra il grafico qui in alto, le politiche dello sport, sono la categoria che meno influisce nell’orientare le preferenze elettorali assieme alle politiche giovanili. Al primo posto troviamo invece la sanità, di conseguenza sembra non essere molto presente negli elettori il nesso tra attività fisica e salute.
Sport e disabilità, l’80% dei disabili non pratica attivà fisica
Questo paradosso emerge andando a vedere il tasso di attività fisica delle persone disabili, secondo l’Istat solo il 9,1% delle persone con disabilità pratica sport regolarmente, mentre un ulteriore 14,4% svolge attività fisica saltuaria. Ciò significa che l’80% di questa popolazione, che rappresenta il 5,1% degli italiani circa 3 milioni, non raggiunge i 150 minuti settimanali di attività fisica raccomandati dall’Oms. Il divario si accentua nel Mezzogiorno, dove appena il 13% delle persone con limitazioni funzionali è attivo sportivamente.
I dati si riferiscono al: 2022-2023
Fonte: Ocse; Istat; Iss; Oms