Numero di punti ricarica per veicoli elettrici ancora scarsi, serve accelerazione
Il Parlamento europeo chiede agli Stati dell’Unione un passo in avanti concreto nella costruzione e nell’ampliamento dell’infrastruttura di ricarica nazionale per veicoli elettrici.
Nel testo adottato dall’aula (485 voti favorevoli, 65 contrari) si chiede di raggiungere l’obiettivo di almeno una colonnina di ricarica ogni 60 km di strade e autostrade.
“Disponiamo al momento di 377.000 stazioni di ricarica nell’UE, ovvero la metà del numero che si sarebbe dovuto raggiungere se i Paesi UE avessero mantenuto le loro promesse. Per salvare il Green deal, dobbiamo affrontare questa strettoia della decarbonizzazione e realizzare rapidamente l’infrastruttura per i combustibili alternativi”, ha dichiarato in una nota stampa la relatrice Ismail Ertug.
Nel documento si fa riferimento anche ad altre infrastrutture di rifornimento per carburanti più ecosostenibili e a basso impatto ambientale, come l’idrogeno.
Le nuove regole vanno nella direzione tracciata dal pacchetto “Fit for 55%”, cioè il raggiungimento di una riduzione di gas serra di almeno il 55% entro la fine del decennio rispetto ai livelli del 1990.
Infrastrutture più diffuse, ma anche dotate di sistemi interoperabili per renderle più accessibili
Gli eurodeputati hanno chiesto sostanzialmente che entro i prossimi tre anni ogni Paese europeo si doti di almeno una colonnina di ricarica ogni 60 km. Ovviamente, non parliamo di punti ricarica per sole automobili, ma anche per camion e autobus, per i quali lungo le arterie del programma TEN-T dovranno poter contare su sistemi di ricarica più potenti.
“Siamo lieti che gli eurodeputati abbiano inserito in questo regolamento obiettivi più ambiziosi, chiedendo un maggior numero di punti di ricarica e di stazioni di rifornimento di idrogeno, rispetto alla proposta della Commissione”, ha affermato il direttore generale dell’Acea, Sigrid de Vries, aggiungendo che “le infrastrutture sono una parte essenziale dell’equazione di decarbonizzazione dei trasporti, insieme ai veicoli a emissioni zero a prezzi accessibili”.
Nel documento si evidenzia anche la necessità di impiegare sistemi interoperabili, aperti “a tutti gli utenti, indipendentemente dalla marca di automobile, in modo facile e non discriminatorio”. In più, si legge nel comunicato, “dovrebbe essere indicato un prezzo per kWh e per kg, conveniente e confrontabile con i prezzi medi”.
Dopo l’adozione dei mandati negoziali, il Parlamento è pronto ad avviare i negoziati con i governi UE.