“Tra circa cinque anni sarà possibile pagare con l’euro digitale”. L’ha detto Joachim Nagel, membro del consiglio direttivo della Banca centrale europea (BCE) e presidente della Bundesbank tedesca, nell’intervista al canale radio Deutschlandfunk. È “un enorme progetto IT” ha aggiunto Nagel. Un progetto che è ora alla fase 2, dopo l’ok dato ieri dal Consiglio dei governatori della Bce.
Lagarde (Presidente Bce): “Preparare la nostra moneta per il futuro. Stiamo lavorando all’Euro digitale, gratuito e con i più elevati standard di privacy”
“Dobbiamo preparare la nostra moneta per il futuro“, ha detto Christine Lagarde, presidente della Bce dopo la decisione del Consiglio direttivo di avviare la fase di preparazione dell’euro digitale dopo la conclusione della fase di indagine di due anni sulla progettazione e distribuzione di un euro digitale. “Consideriamo un euro digitale come una forma digitale di contante che può essere utilizzata per tutti i pagamenti digitali, gratuitamente e che soddisfa i più elevati standard di privacy. Coesistererebbe insieme al denaro fisico, che sarà sempre disponibile, senza lasciare indietro nessuno”.
“Poiché le persone scelgono sempre più di pagare in modo digitale, dovremmo essere pronti a emettere un euro digitale insieme al contante“, ha affermato Fabio Panetta, membro del comitato esecutivo della Bce e presidente della task force di alto livello sull’euro digitale. “Un euro digitale aumenterebbe l’efficienza dei pagamenti europei e contribuirebbe all’autonomia strategica dell’Europa”, ha aggiunto Panetta.
La seconda fase durerà 2 anni
Il Consiglio direttivo della Bce ha così deciso di “passare alla fase successiva del progetto sull’euro digitale: la fase di preparazione”, che partirà il primo novembre e avrà una durata iniziale di due anni.
La decisione, spiega una nota, «fa seguito alla conclusione della fase istruttoria avviata dall’Eurosistema nell’ottobre 2021 per esplorare possibili modelli di progettazione e distribuzione per un euro digitale».
In base ai risultati ottenuti, la Bce ha quindi:
- “concepito un euro digitale che sarebbe ampiamente accessibile a cittadini e imprese attraverso la distribuzione da parte di intermediari vigilati come le banche”.
- L’euro digitale, prosegue il comunicato, “sarebbe configurato come una forma digitale di contante che potrebbe essere utilizzato per effettuare qualsiasi pagamento digitale in tutta l’area dell’euro”.
- L’euro digitale “sarebbe ampiamente accessibile, gratuito per le funzionalità di base e disponibile sia online che offline. Assicurerebbe il massimo livello di privacy e permetterebbe agli utenti di regolare all’istante i pagamenti in moneta della banca centrale» e inoltre «potrebbe essere utilizzato per i pagamenti da persona a persona, presso i punti vendita, nel commercio elettronico e nelle operazioni con le amministrazioni pubbliche”.
- “Nessuno strumento di pagamento digitale offre tutte queste caratteristiche – conclude la Bce -. Un euro digitale colmerebbe questa lacuna”.
Fase 2, in cosa consiste?
La fase di preparazione dell’euro digitale “comporterà la messa a punto del manuale di norme per l’euro digitale e la selezione dei fornitori che potrebbero sviluppare la piattaforma e le infrastrutture necessarie”.
Saranno condotti “test e sperimentazioni per realizzare un euro digitale che risponda alle esigenze sia dell’Eurosistema sia degli utenti, ad esempio in termini di facilità d’uso, privacy, inclusione finanziaria e impronta ambientale”.
Dopo due anni il consiglio direttivo della Bce “deciderà se passare alla fase successiva dei preparativi, creando le condizioni per una possibile emissione e introduzione di un euro digitale in futuro”.
L’Eurotower sottolinea quindi che “l’avvio della fase di preparazione non implica una decisione in merito all’emissione di un euro digitale» e che “tale decisione sarà presa in considerazione dal consiglio direttivo soltanto una volta completato l’iter legislativo dell’Unione europea”.
Tetto massimo 3mila euro
La Bce starebbe valutando anche un tetto massimo per i conti correnti digitali, con un importo che potrebbe attestarsi sui 3mila euro con l’obiettivo di evitare una concorrenza diretta con le banche commerciali proprio su questo fronte.
L’idea dell’Eurotower, in pratica, è quella di sostenere nel futuro tramite l’euro digitale i pagamenti dematerializzati, senza che questa tendenza tra i consumatori europei vada però a vantaggio solo delle attuali valute virtuali private (si pensi al bitcoin). In pratica, a lungo termine, l’euro digitale non sostituirà il contante ma per i cittadini del Vecchio Continente il vantaggio-chiave sarà che l’euro digitale sarà garantito, qualunque sia l’importo, anche in caso di crisi finanziaria. E il suo uso come pagamento digitale gratuito nella zona euro.
Altro nodo è quello della privacy, che sarà garantita, assicura la Bce.
“Con un euro digitale la protezione dei dati sarebbe una priorità”, spiega la Banca Centrale Europea, dato che «l’Eurosistema non sarebbe in grado di accedere ai dati personali degli utenti né di collegare le informazioni sui pagamenti ai singoli individui. Un euro digitale offrirebbe anche un livello di privacy paragonabile a quello del contante per i pagamenti offline”.
Come si userebbe l’Euro digitale? Panetta (Bce): “Con un’app di fornitori o anche un’app della Bce. E chi non ha un conto corrente? Può avere una carta dalle Poste“
«Alla luce della crescente preferenza dei cittadini per i pagamenti digitali, dovremmo tenerci pronti a emettere un euro digitale insieme al contante – ha spiegato Fabio Panetta, presidente della task force ad alto livello per un euro digitale -. Un euro digitale accrescerebbe l’efficienza dei pagamenti europei e contribuirebbe all’autonomia strategica dell’Europa».
Gli utenti, ha continuato Panetta, “potrebbero accedere ai servizi in euro digitale tramite l’app e l’interfaccia online dei propri fornitori di servizi di pagamento o attraverso un’app per l’euro digitale fornita dall’Eurosistema» e «anche coloro che non dispongono di un conto bancario o dispositivi digitali potrebbero pagare con euro digitali, ad esempio utilizzando una carta fornita da un organismo pubblico, come un ufficio postale». Gli utenti «potrebbero anche convertire euro digitali in contante e viceversa utilizzando gli sportelli automatici».
Nella visione dell’Eurosistema, ha concluso Panetta, “un euro digitale sarebbe offerto gratuitamente agli individui per le funzionalità di base. Uno schema di ripartizione dei costi tra intermediari e commercianti incentiverebbe i primi a distribuire un euro digitale, come accade per altri strumenti di pagamento elettronico, e fornirebbe salvaguardie adeguate contro l’addebito di commissioni eccessive agli esercenti”.