L’Euro Digitale dal primo novembre entrerà nella fase 2, quella della ‘preparazione’. E potrebbe diventare realtà nei prossimi 5 anni. Per questo motivo il Comitato europeo per la protezione dei dati (Edpb) e il Garante europeo della protezione dei dati (Edps) chiedono sin da subito di introdurre by design standard privacy più elevati per tutelare i dati dei cittadini e guadagnare così la loro fiducia.
Quali garanzie privacy aggiungere
L’Euro digitale mira a fornire alle persone la possibilità di effettuare pagamenti elettronici, sia online che offline, in aggiunta all’uso del contante. Opzione accolta con favore da Edpb e Edps che hanno comunque formulato diverse raccomandazioni, nel parere congiunto, per una effettiva garanzia del diritto alla privacy e alla protezione dei dati personali.
“In particolare, formuliamo raccomandazioni per garantire che vengano trattati solo i dati personali necessari degli utenti dell’euro digitale e per evitare un’eccessiva centralizzazione dei dati personali da parte della Banca centrale europea (BCE) o delle banche centrali nazionali”, ha spiegato il Garante privacy europeo Wojciech Wiewiórowski.
Per questi dati la proposta di Regolamento dovrebbe introdurre un obbligo esplicito di:
- di pseudonimizzazione dei dati delle transazioni.
Secondo il regolamento proposto sull’Euro digitale, la BCE e le banche centrali nazionali possono istituire un punto di accesso unico per verificare che l’importo degli euro digitali detenuti da ciascun utente non superi l’importo massimo consentito (soglia di circa 3mila euro), noto come limite di detenzione. L’EDPB e il GEPD comprendono che questa verifica sarà effettuata elaborando gli identificatori degli utenti digitali dell’euro e i relativi limiti di detenzione. Nel loro parere congiunto, l’EDPB e l’EDP chiedono chiarimenti sul trattamento di questi identificatori. Inoltre, l’EDPB e il GEPD consigliano di valutare se il punto di accesso unico sia necessario e proporzionato, proponendo uno stoccaggio decentralizzato.
Allo stesso tempo, la normativa dovrà specificare, raccomandano i Garanti privacy, chiaramente le responsabilità in materia di protezione dei dati di ciascuno degli attori (Bce, banche centrali nazionali, fornitori di servizi di pagamento e fornitori di servizi di supporto) che partecipano all’emissione dell’euro digitale.
“Con questo parere congiunto – ha commentato il Comitato europeo – intendiamo garantire che la protezione dei dati sia incorporata sin dalla fase di progettazione dell’euro digitale, sia online che offline”.
Mediobanca: “Con l’Euro digitale a rischio dal 5 al 20% dei profitti delle banche”
“È a rischio il 5-20% dei profitti delle banche con l’avvento dell’Euro digitale”. È questa la conclusione a cui giunge il nuovo studio sul tema di Andrea Filtri e Alberto Nigro, analisti di Mediobanca, dal titolo “Asteroide Euro digitale: dalla teoria alla realtà”.
Gli analisti sono giunti a questo dato, prendendo in considerazione 3 scenari di un eventuale utilizzo dei cittadini dell’Euro digitale:
- lieve: perdite di profitti del 5%
- moderato: perdite di profitti del 10%
- e avverso: perdite di profitti del 20%. Quest’ultimo scenario indica una elevata adozione della futura moneta digitale.
L’erosione dei profitti delle banche sarebbero quasi tutte sulle commissioni, che con l’Euro digitale sarebbero molto basse o del tutto azzerate.
I 4 consigli di Mediobanca agli istituti bancari: “Non tifare contro l’Euro digitale, ma…”
“Scommettere sul fallimento del progetto dell’Euro Digitale è miope e rischioso poiché le autorità dell’UE sono altamente motivate a farlo volare…”, scrivono Andrea Filtri e Alberto Nigro, analisti di Mediobanca. I due consigliano:
- Accettare l’Euro digitale, se sarà emesso.
- Eseguire un’analisi completa dell’impatto che avrà sull’azienda e sul mercato.
- Collaborare per rendere l’Euro digitale un sistema europeo di successo, in grado di sostituire quelli esistenti per ridurre i costi e iniziare a lavorare su nuovi prodotti a valore aggiunto per compensare le perdite di entrate. L’”asteroide” è in arrivo, pensare a come gestire l’impatto è meglio che discutere con il destino.
- e, in definitiva, ridurre i costi di transazione, sviluppando al contempo nuovi prodotti per compensare la perdita di ricavi derivante dall’Euro digitale.