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EU Chips Act, l’Italia sosterrà la STMicroelectronics di Catania con due miliardi di euro. La visita di Vestager

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Qui nascerà il Silicon Carbide Campus. Previsto l’avvio della produzione nel 2026 e il ramp-up alla piena capacità entro il 2033, con una produzione a regime (full built-out) fino a 15.000 wafer a settimana. Oggi la visita della Vicepresidente esecutiva della Commissione europea, Margrethe Vestager, e la conferenza stampa con il ministro delle Imprese, Adolfo Urso.

5 miliardi di euro per il Silicon Carbide Campus di STMicroelectronics a Catania

A Catania prenderà vita entro il 2026 il Silicon Carbide Campus di STMicroelectronics per la produzione in grandi volumi di carburo di silicio (SiC) da 200 mm per dispositivi e moduli di potenza, nonché per attività di test e packaging e la produzione di substrati realizzati a partire da questo materiale.

Il sito vedrà quindi sorgere due nuovi impianti che produrranno wafer all’avanguardia, utilizzati per produrre dispositivi elettrici ad alte prestazioni, con applicazioni nei veicoli elettrici, nelle stazioni di ricarica rapida, nelle energie rinnovabili e in altre applicazioni industriali.

Come comunicato dal colosso italo-francese, è previsto un investimento totale intorno ai cinque miliardi di euro, con un sostegno finanziario di circa due miliardi di euro da parte dello Stato italiano nel quadro dell’EU Chips Act.

La Vicepresidente esecutiva UE Margrethe Vestager incontra il ministro Urso

Stamattina ha fatto visita agli impianti la Vicepresidente esecutiva della Commissione europea, Margrethe Vestager, con una conferenza stampa alla presenza di Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Enrico Trantino, Sindaco di Catania, e Maria Carmela Librizzi, Prefetto di Catania.

La misura italiana da 2 miliardi di euro approvata oggi sostiene un impianto integrato per chip di carburo di silicio che è unico nel suo genere. Rafforzerà la catena di approvvigionamento europea dei semiconduttori e garantirà il nostro accesso a una fonte affidabile di chip efficienti sotto il profilo energetico che potranno essere utilizzati, ad esempio, nei veicoli elettrici e nelle stazioni di ricarica. Ciò sosterrà le transizioni digitale e verde e contribuirà a creare posti di lavoro altamente qualificati, limitando nel contempo le possibili distorsioni della concorrenza”, ha dichiarato la Vestager.

Oggi l’Etna Valley diventa protagonista nel futuro dell’innovazione tecnologica. La Commissione Europea ce l’ha già riconosciuto in altre occasioni: Catania, ad esempio, è stata scelta ad aprile tra le quattro linee pilota di produzione dei semiconduttori nell’ambito dell’European Chips Act, portando un investimento complessivo di 400 milioni di euro di cui più della metà sul territorio presso il CNR“, ha detto il nostro ministro delle Imprese.

“In questo contesto – ha evidenziato il ministro – rientrano anche la creazione della fondazione ChipsIT di Pavia e l’annuncio a marzo di un investimento di 3,2 miliardi da parte della società di Singapore Silicon Box per un sito produttivo nel Nord Italia. Ecco, con l’annuncio di oggi, arriviamo dunque a un totale di circa €8,3 miliardi messi a terra in Italia nel settore, ma andremo oltre: puntiamo a 10 miliardi entro l’anno, perché crediamo che l’Italia possa essere competitiva nelle tecnologie green e digitali”, ha commentato Urso.

Le capacità completamente integrate sbloccate dal Silicon Carbide Campus di Catania contribuiranno in misura significativa alla leadership di ST nella tecnologia SiC per clienti dei settori automotive e industriale nei prossimi decenni,” ha detto Jean-Marc Chery, President & Chief Executive Officer di STMicroelectronics. “Le dimensioni di scala e le sinergie offerte da questo progetto ci consentiranno di attuare una migliore innovazione con capacità produttive in grandi volumi, a vantaggio dei nostri clienti europei e globali che nel compiere la transizione verso l’elettrificazione sono alla ricerca di soluzioni più efficienti sotto il profilo energetico per centrare gli obiettivi di decarbonizzazione”, ha precisato Chery.

L’avvio della produzione nel 2026

Gli obiettivi per il nuovo impianto sono l’avvio della produzione nel 2026 e il ramp-up alla piena capacità entro il 2033, con una produzione a regime (full built-out) fino a 15.000 wafer a settimana.

Il Carburo di Silicio è un semiconduttore che ha proprietà chimico/fisiche uniche e tali da renderlo ideale per applicazioni per ricoprimenti indurenti e protettivi, in optoelettronica e sensoristica. Con il termine wafer si indica invece una lastrina o fetta di materiale semiconduttore usata come elemento base nella realizzazione di circuiti integrati di microelettronica.

Gli aiuti di Stato sono stati approvati dalla Commissione ai sensi delle norme dell’UE dedicata, in particolare sulla base dei principi stabiliti nella comunicazione relativa a una normativa sui chip per l’Europa.

In ottica nazionale ed europea, l’impianto rafforzerà la sicurezza dell’approvvigionamento, la resilienza e la autonomia digitale continentale nelle tecnologie dei semiconduttori, contribuendo nel contempo a realizzare le transizioni digitale e verde. 

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