Oggi ospitiamo Bernabò Bocca. Figura di spicco da più lustri del turismo italiano è il faro di Federalberghi impegnata con successo nell’affrontare colossi come Booking.com e la shadow economy a tutto vantaggio di quasi 30.000 albergatori. Ci piace nelle risposte qui sotto leggere il riferimento a professionalità evolute laddove “non si può più prescindere da una approfondita formazione legata al mondo digitale” citando testualmente Bocca.
Alex Kornfeind. Senatore, Cavaliere, Presidente (Federalberghi), Albergatore. Come preferisce essere chiamato?
Bernabò Bocca. Bobo dagli amici. Direi comunque che l’incarico per me più storico resta quello di presidente di Federalberghi. Ammetto però di essere molto orgoglioso di ciascuno dei miei ruoli.
Alex Kornfeind. Avrebbe mai immaginato, al Liceo, di diventare un giorno Senatore della Repubblica? Cosa voleva fare da grande?
Bernabò Bocca. Forse non l’avrei immaginato. In realtà da piccolo ho sempre sognato di fare il falegname… Mi affascinava tanto, e mi affascina ancora, la manualità.
Alex Kornfeind. Il suo primo lavoro?
Bernabò Bocca. Da ragazzo, fresco di studi, come primo incarico ho lavorato a Londra nel campo dell’hotellerie.
Alex Kornfeind. Cosa pensa dell’affermazione dell’ex Ministro Gnudi sui tanti alberghi da rottamare in Italia?
Bernabò Bocca. Guardi, il primo pensiero che mi viene in mente in realtà non è proprio legato a ciò che ha detto l’ex ministro del Turismo, quanto piuttosto al fatto che ci troviamo davanti ad un’ovvietà. In Italia lo sport preferito resta quello di demolire piuttosto che costruire, migliorare, potenziare. Il tema infatti è un altro: si vuole davvero garantire al paese la grande opportunità per la ripresa? In questo caso non si penserebbe certo a rottamare, bensì a programmare tutte le politiche utili per dare sostegno alle imprese ed al turismo, ovvero una delle nostre più grandi risorse.
Aggiungo che le strutture ricettive soffrono particolarmente la mancanza di incentivi e, malgrado ciò, molte di esse sono riuscite faticosamente a fronteggiare la crisi continuando ad offrire al turista diversificate forme di accoglienza.
Non credo sia utile pensare a cosa eliminare, credo invece che si debba vigilare con estrema attenzione sulle strutture che sono in regola e quelle che non lo sono. Sappiamo bene come questa confusione possa generare un alto rischio per la sicurezza nel nostro paese.
Alex Kornfeind. Spesso si sente dire che in Italia manca una grande catena nazionale capace di competere con i grandi nomi internazionali. Lei cosa ne pensa?
Bernabò Bocca. Se ci riferiamo ai colossi cinesi, arabi ed americani nel mondo dell’hotellerie, effettivamente potrebbe sembrare molto difficile per noi essere competitivi. Eppure, questi grandi gruppi è proprio all’Italia che volgono lo sguardo, è proprio da noi che cercano il mercato. Malgrado tutto, ancora una volta, è il nostro paese ad attrarre forti investimenti dall’estero. Ma il brand dell’accoglienza a mio avviso è un tesoro che resta nelle nostre mani. Se si decidesse una volta per tutte di valorizzare questo patrimonio inimitabile e si studiassero di conseguenza politiche fiscali adeguate, la competitività sarebbe garantita e sicuramente le grandi catene nazionali, che alle condizioni attuali stentano a crescere, avrebbero un forte incentivo per rigenerarsi. Questo governo ha già dimostrato una certa sensibilità all’importanza del turismo quale leva di crescita e sviluppo per il paese: se verranno fatti altri passi strategici e coraggiosi in questo senso, credo che non ci fermerebbe più nessuno.
Alex Kornfeind. Visto con gli occhi dell’albergatore, dalla Boniver del primo governo Amato a Franceschini oggi, in più di quattro lustri il turismo è cambiato in meglio o in peggio?
Bernabò Bocca. Sono abituato a guardare avanti piuttosto che a fare della dietrologia che purtroppo non serve. Ciò detto, non nego che alcuni passi importanti sono stati fatti. Diciamo che l’Italia è cresciuta insieme ai vari governi che si sono succeduti. Per la mia visione personale, il colpo più duro subito dal settore è stato provocato dalla soppressione del ministero ad esso dedicato in seguito al referendum popolare dell’aprile del ’93.
Alex Kornfeind. Perché?
Bernabò Bocca. Da quel momento è stata una continua rincorsa al riconoscimento dell’”esistenza in vita” di una realtà che invece, nei fatti, ha sempre prodotto i grandi numeri dell’economia nazionale. Per parlare del presente, la globalizzazione sta spazzando via i vecchi e antiquati meccanismi di gestione del viaggio. Anche negli alberghi di conseguenza la vita è cambiata, le professionalità si sono evolute e ormai non si può più prescindere da una approfondita formazione legata al mondo digitale. Quel che resta invariato, torno a ripeterlo con orgoglio, è il tocco tutto italiano nell’accoglienza: la capacità di donare emozioni ai turisti che si fermano nel nostro paese è un autentico “Made in Italy”.
Alex Kornfeind. Vantiamo con la costa romagnola il distretto turistico più grande d’Italia e d’Europa. Cosa ci manca per diventare la Florida europea seppure senza Disney e la Costa del Sol?
Bernabò Bocca. Dal punto di vista tecnico sarebbe utile lavorare sul miglioramento delle infrastrutture; svincolare il mercato da una visione burocratica degli investimenti; sostenere a lungo termine politiche fiscali adeguate; mettere il turismo in pole position tra i settori strategici del paese. Dal punto di vista italiano… non bisognerebbe mai perdere la capacità di sognare.
Alex Kornfeind. Il settore turismo sta bene all’interno dei Beni e delle Attività Culturali o lo vedrebbe meglio all’interno del dicastero dello Sviluppo Economico?
Bernabò Bocca. Guardi, io vedrei bene un Ministero del Turismo. Semplicemente.
Alex Kornfeind. Lei pensa alla sua forma fisica? Scia? Corre? Gioca a tennis?
Bernabò Bocca. Gioco a tennis soprattutto.
Alex Kornfeind. La cosa di cui è più orgoglioso?
Bernabò Bocca. I miei figli.
Alex Kornfeind. Dica la verità. Ha mai prenotato un volo RyanAir? Ha mai fatto una prenotazione con AirBnb? Mai stato sul sito di Trivago o Kayak?
Bernabò Bocca. A volte faccio delle simulazioni. Ma è deformazione professionale.
Alex Kornfeind. Le sue ultime vacanze. In Italia o all’estero?
Bernabò Bocca. In Italia.
Alex Kornfeind. Oramai è un po’ che propongo questo gioco. Lampada di Aladino in mano. Tre desideri da dedicare al turismo in Italia?
Bernabò Bocca. 1) Finanziamenti adeguati; 2) Unificazione del Brand Italia; 3) un Ministero del Turismo.
Turismo. In bocca al lupo!
Alex Kornfeind – Strategy Marketer – @kornfeind
Bernabò Bocca*: Diplomato in Economia alla scuola di Amministrazione Aziendale di Torino, nel 1983 diventa assistente del presidente della S.I.N.A. Hotels, catena alberghiera fondata dal padre Ernesto a Firenze nel 1958. Nel 1985 diventa direttore generale, nel 1989 vicepresidente e dal 1990 è presidente. È presidente di Federalberghi dal 2000 già Presidente Confturismo, consigliere di ICE, vicepresidente di Civita (BBCC) dal 2009 e del Cnel per la IX Consiliatura (2010-2015) dopo esserne stato consigliere per dieci anni. Il 1º giugno 2005 viene insignito dell’onorificenza di Cavaliere del lavoro dal Quirinale. Nel 2013 viene eletto senatore della XVII Legislatura della Repubblica Italiana nella circoscrizione Friuli Venezia Giulia per il Popolo della Libertà. Dal 7 maggio dello stesso anno è membro della 10ª Commissione permanente (Industria, commercio, turismo).
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