Da Domenica 2 a Martedì 4 Aprile 2017 si terrà a Milano la Borsa Internazionale del Turismo: da oltre trent’anni BIT favorisce l’incontro tra decision maker, esperti del settore e buyer accuratamente selezionati e profilati, provenienti da varie aree geografiche e settori merceologici. Le sedi dell’evento saranno Fieramilanocity (l’innovativo quartiere fieristico cittadino) e il MiCo (uno tra i più grandi centri congressi d’Europa e del mondo).
Con Christian Tosolin, Social media manager Comune di Trieste, che alla Bit parlerà di come agevolare la vita dei turisti (oltre a quella dei cittadini) in una città intelligente, cerchiamo con questa breve intervista di capire quanto i nuovi mezzi di comunicazione possono risultare efficaci nelle relazioni con una moderna Pubblica Amministrazione. Tosolin da oltre 15 anni si occupa di innovazione tecnologica nella PA. Docente di comunicazione istituzionale per le pubbliche amministrazioni. Social media manager e referente sul tema smartcity del Comune di Trieste. Consulente e docente per ANCI FVG.
Alex Kornfeind: Ma veramente esistono le città “intelligenti”? Se sì, cosa le rende così speciali rispetto a quelle non ancora evolute?
Christian Tosolin: Fatico a parlare di città intelligenti, preferisco parlare di comunità di persone intelligenti che mettono a disposizione il loro know how per lo sviluppo del territorio, per rendere più facile la vita ai cittadini ed aumentarne la qualità anche attraverso l’utilizzo della tecnologia.
Il valore di una Smart City degna di questa etichetta è, come primo elemento, il coinvolgimento dei cittadini nella sua realizzazione ed evoluzione e, come secondo, la condivisione delle informazioni ed una regia comune tra tutte le aziende pubbliche e private coinvolte e gli stakeholders del territorio.
Alex Kornfeind: C’è il rischio che la città possa risultare troppo intelligente per i cittadini? L’innovazione è sempre un vantaggio quando la maggioranza dei pensionati non utilizza la mail?
Christian Tosolin: La tecnologia che sta alla base di una città “intelligente” dovrebbe essere, il più possibile, invisibile. Il cittadino non deve percepire visivamente la tecnologia ma solamente rendersi conto dei vantaggi pratici che essa porta. Non è una questione anagrafica, lo dico per esperienza. Ci sono quarantenni che non sanno nemmeno accendere un computer ed ottantenni che passano 3 ore al giorno su facebook, fanno acquisti ed utilizzano servizi bancari online. Una città che vuole evolversi deve prevedere in parallelo alla crescita dei suoi cittadini meno avvezzi al digitale, attraverso formazione di base e tanta informazione.
Alex Kornfeind: Spesso si dice che lì dove il residente sta bene sta bene pure il turista perché è un residente temporaneo. E’ sempre vero?
Christian Tosolin:: Non sempre. Sono tanti i servizi di una città utilizzati da entrambi ma spesso il turista ha delle esigenze particolari non condivise con il cittadino.
Certo è che per un turista arrivare in una città che si prende cura dei suoi abitanti fornendo servizi di qualità, non necessariamente solo digitali, è un ottimo biglietto da visita. In un piano di sviluppo di una Smart City bisogna sicuramente tener conto dei turisti e delle moltitudini di esigenze che possono avere, partendo ad esempio dai collegamenti per raggiungerla che spesso, ahimè, sono carenti.
Alex Kornfeind: Le nuove tecnologie della comunicazione strumenti alleati della Pubblica Amministrazione moderna o un problema nella loro gestione d’insieme perché comunque non se ne può più fare a meno?
Christian Tosolin: Credo poco alle app locali. Spesso nelle città lo sviluppo di app deriva solamente da una moda o dal “ritorno” politico in visibilità durante la loro presentazione. Nel concreto far scaricare una app ai turisti che arrivano in città ma anche agli stessi cittadini, non è un’impresa facile. Tipicamente le città non utilizzano un’unica app ma ne generano una per ogni servizio (museo, biblioteca, percorso turistico, servizio al cittadino, trasporti locali). Questa frammentazione sicuramente non agevola la vita a nessuno ma crea solo confusione.
Alex Kornfeind: Social media e social network?
Christian Tosolin: Per quanto riguarda i social, credo fortemente nel loro utilizzo da parte della PA. Nel corso degli anni la Pubblica Amministrazione si è pericolosamente allontanata dai cittadini che, come ricordo sempre a costo di risultare banale, sono quelli che usufruiscono dei servizi e per cui i dipendenti pubblici lavorano. C’è bisogno di riavvicinarli, di coinvolgerli nelle decisioni, di renderli partecipi dell’amministrazione cittadina. C’è bisogno di ridare autorevolezza alle amministrazioni ed i social sono i migliori strumenti a disposizione. Al cittadino non interessa sapere quali sono gli ingranaggi e passaggi burocratici, spesso complessi, per risolvere una problematica, al cittadino interessa che venga risolta nel più breve tempo possibile. I social permettono inoltre di informare in tempo reale sulle attività e le decisioni delle PA, utilizzando un linguaggio colloquiale, parlando la lingua della gente. Sono un vero strumento per l’open government.
Alex Kornfeind: Ci racconta un caso di successo del Comune di Trieste affrontato in maniera “intelligente”?
Christian Tosolin: Mi riallaccio alla domanda precedente. L’utilizzo dei social per comunicare con la cittadinanza credo sia motivo di orgoglio da parte del Comune di Trieste, una best practice a livello nazionale ma anche e soprattutto un servizio apprezzato dalla cittadinanza che ogni giorno si interfaccia con noi tramite Facebook, Twitter, Instagram e, da poco, anche tramite Telegram. Nello specifico, dal 2014, la gestione della comunicazione in emergenza, a partire dalle allerte meteo, viene gestita in maniera esclusiva attraverso i canali social dell’amministrazione, fornendo in tempo reale informazioni utili ma nello stesso tempo raccogliendo segnalazioni, domande e richieste di aiuto della popolazione. Perchè un’Amministrazione intelligente, a parer mio, è quella che mette al centro il cittadino.