Oggi in Commissione Lavoro si è tenuta l’audizione informale di rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e Ugl sulla questione degli esuberi di personale nel settore delle telecomunicazioni.
Un’audizione in cui gli esponenti sindacali hanno sottolineato la situazione di crisi in cui versa il settore ormai da tempo. Nel mirino dei sindacati l’operazione di scorporo della rete Tim, giudicata “un’operazione gravissima” che cambierà in maniera strutturale “il core” del business della industry.
Secondo i dati presentati dai sindacati in audizione, “Tim occupa un totale di 37.030 dipendenti, che saranno suddivisi in parte nella NetCo e in parte nella ServCo. Secondo i piani, 21mila dipendenti finiranno nella NetCo, controllata al 65% da KKR e al 35% da MEF e altri fondi italiani fra cui si parla di 21mila persone che finiranno in NetCo e il resto, pari a 16.030 dipendenti in ServCo”, ha detto Riccardo Saccone segretario nazionale della Slc Cgil, secondo cui la ServCo non ha futuro.
Difficile sostenibilità di ServCo
I sindacati puntano il dito sulla difficile sostenibilità della ServCo, che dovrebbe competere con player molto più agili dal punto di vista dei dipendenti come Vodafone, WindTre e soprattutto Iliad che insieme contano meno della metà del personale ipotizzato per la ServCo. Inoltre, sulla ServCo peserà anche una parte notevole del debito di Tim, che in totale ammonta a 23-26 miliardi di euro. La domanda, infine, è come sia possibile che in Italia la industry delle Tlc sia in questa situazione di crisi, visto che nel resto d’Europa le cose vanno ben diversamente. Un’emorragia silente quella dele Tlc italiane, che va avanti da una decina di anni e su cui pesa soprattutto una guerra dei prezzi senza esclusione di colpi, mentre sul fronte dei call center nella PA pesano le gare al massimo ribasso.
Ugliarolo (Uilcom Uil): ‘Negli ultimi anni il settore delle Tlc ha bruciato 14 miliardi di ricavi’
“Negli ultimi anni il settore delle Tlc ha bruciato 14 miliardi di ricavi e il processo di liberalizzazione è stato incontrollato”, ha detto Salvo Ugliarolo, segretario generale Uilcom Uil. Oggi si fa presto a puntare il dito contro gli OTT, ma già da anni si assiste ad una guerra dei prezzi senza limiti, ha aggiunto il sindacalista. E’ un cane che si morde la coda. Gli operatori non riescono più a far fronte agli investimenti necessari in nuove reti. “Nei prossimi anni sono a rischio 20mila dipendenti nel settore, al netto della vicenda che riguarda Tim”, aggiunge Ugliarolo, che richiama altre vertenze in atto come quella su WindTre e il servizio 1500, con 400 lavoratori a rischio.
“La ServCo, infine, è una bomba ad orologeria di 17mila dipendenti – ha chiuso – ci domandiamo il senso di una rete nazionale per darla ad un fondo americano. Questa fase di ristrutturazione non potrà essere più gestita con strumenti non traumatici. Quelli che potevano uscure lo hanno fatto e rischiamo di gestire questa fase senza strumenti con un mercato che non assorbe piu’ nulla”, ha aggiunto.