Ericsson, fra i maggiori fornitori di apparati di rete globali, ha deciso di procedere a ulteriori tagli dei costi dopo aver registrato nel secondo trimestre un calo dell’utile netto del 24% a causa della continua debolezza della domanda. L’utile netto nel secondo trimestre si è attestato a 1,59 miliardi di corone, a fronte dei 2,09 miliardi di corone dello stesso periodo del 2015, mentre i ricavi sono diminuiti dell’11% a 54,11 miliardi.
Secondo l’azienda, il trend negativo è destinato a continuare anche nel secondo semestre dell’anno.
Per arginare l’impatto del calo della domanda Ericsson ha avviato un nuovo programma di contenimento dei costi da 9 miliardi di corone entro il 2017.
La società intende inoltre ridurre gli investimenti in ricerca e sviluppo.
Ericsson attribuisce il calo di vendite ai tagli di budget per apparecchiature di rete da parte degli operatori mobili, molti dei quali hanno completato lo scorso anno i grandi progetti a banda larga. Nel contempo, i mercati emergenti (Brasile, Russia, Medio Oriente) soffrono la crisi economica e il rallentamento della crescita pesa sugli investimenti.
Cina e Nord America hanno registrato vendite piatte, mentre sono cresciute l’Oceania e il Sud Est asiatico.
Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, il titolo Ericsson ha perso circa un terzo del suo valore nell’ultimo anno. Pesa la concorrenza di concorrenti asiatici agguerriti, in particolare la cinese Huawei Technologies, che puntando sulla leva del prezzo sta guadagnando terreno nel settore delle reti Tlc.
Per invertire il trend, Ericsson ha siglato un accordo di collaborazione con Cisco Systems, che nei piani dovrebbe portare ricavi aggiuntivi per un miliardo di dollari a testa dal 2018. L’alleanza con Cisco, già una trentina i contratti portati a casa, è disegnata per allargare l’offerta di prodotto di Ericsson, con l’aggiunta di dispositivi per rete fissa come i router per Internet.
Una mossa analoga è stata fatta da Nokia, che ha da poco concluso l’acquisizione di Alcatel Lucent.