Da ieri i concessionari auto hanno riaperto le porte ai clienti. Come andrà lo sapremo solo con il passare del tempo, ma già sappiamo che per via del lockdown l’intero mercato dell’automobile è stato praticamente azzerato.
Secondo stime del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, riportate dall’Unrae, le immatricolazioni di nuove auto sono state annullate nel mese di aprile 2020, con un -97,5%, cioè a conti fatti 4.297 unità contro le 175 mila dell’aprile 2019.
Auto elettriche ancora una risorsa
In mezzo ad un mare di desolazione, l’unica voce che apparentemente lascia ben sperare è quella delle auto elettriche. Nonostante il panorama emergenziale, il segmento elettrico ha segnato “solo” un -58%. Di automobili a batteria ne sono state vendute 500 circa, per una quota mercato pari al 12%.
Buono anche il dato sulle vendite cumulate tra gennaio e aprile 2020, che raggiungono le 5,900 unità, dato che equivale a più del doppio di quello dello stesso periodo del 2019 (2.351 unità).
Le auto ibride, purtroppo, hanno seguito il trend nazionale, registrando un impietoso -97% di immatricolazioni ad aprile 2020: solo 218 auto vendute, contro le 9.516 dell’aprile 2019.
Una buona notizia per davvero, invece, è il livello di emissioni di CO2: “ad Aprile queste diminuiscono di quasi il 15% a 101,5 g/km dai 118,9 di Aprile 2019 (nel cumulato calano del 6,7% a 112,1 g/km da 120,2 g/km del primo quadrimestre dell’anno scorso)”, si legge nel commento Unrae.
Vetture ibride con tecnologia UV
Leggendo i nuovi dati sul mercato auto, è evidente che sono due i driver della possibile ripartenza: la mobilità sostenibile e basso impatto ambientale e l’innovazione tecnologica.
È stato annunciato ieri, con articoli sulle maggiori testate nazionali, il lancio della nuova Fiat 500 Hybrid con sistema “D-Fence”.
Come si evince dal nome, si tratta di una vettura con motore ibrido, quindi anche elettrica (assieme alla nuova 500 è stata lanciata anche la nuova Panda ibrida), in grado di ridurre le emissioni di CO2 di circa il 30% è spiegato nel comunicato di lancio.
La tecnologia UV dota l’abitacolo di una lampada a raggi ultra violetti che stermina fino al 98% di germi, virus e batteri, aiutando a sanificare non solo l’interno dell’auto, ma tutto quello che c’è dentro: volante, sedili, cambio, borse, vestiti, oggetti sparsi.
Il filtro Hepa ha invece il compito di purificare l’aria all’interno della vettura, trattenendo polline, micro-particelle, impurità e anche eventuali batteri.
Negli Stati Uniti è stata la Tesla ha montare per prima quest’anno sul Model X la tecnologia “Bioweapon Defense Mode”, filtro antiparticolato e impurità che è stato testato (a detta dell’azienda) anche per filtrare batteri, virus, spore e microrganismi vari.
Sempre negli Stati Uniti è stata presentata la tecnologia “grēnlite UV Angel”, che unisce sia il sistema di sanificazione dell’aria a bordo, sia i raggi UV.
In Cina, infine, la Geely Motors ha annunciato da marzo 2020 il montaggio di serie della tecnologia “G-Clean Intelligent Air Purification System”, in grado anch’essa di eliminare dall’aria qualsiasi particella inquinante, germi e virus compresi.
Micromobilità per uscire dal lockdown
In uno scenario così drammatico, una qualche chance potrebbe averla la micromobilità, cioè i mezzi di mobilità alternativi come monopattini, biciclette, scooter, overwheel, overboard, segway.
Soluzioni considerate più sicure, per il distanziamento sociale, rispetto ai mezzi di trasporti pubblici e anche all’automobile, per girare in città. In Cina, ad esempio, i servizi di bike-sharing sono aumentati del +150%.
Car-pooling e car-sharing potrebbero trovare un ampio utilizzo nelle città di medio-grandi dimensioni, ma sono servizi chiamati ad assicurare maggiori garanzie di sanificazione tra un viaggio e l’altro.
Le ricadute negative dell’epidemia, insomma, hanno avuto un impatto pesantissimo lungo tutta la value chain della nuova mobilità, a partire dell’automotive, che solo a marzo 2020 ha registrato un crollo delle immatricolazioni di autovetture nei principali paesi europei (Germania -38%, Spagna -69%, Francia -72% e Italia -85,4%).
A livello continentale, secondo la nuova indagine Deloitte, più di 1,1 mln di lavoratori sono stati colpiti dall’arresto della produzione, con un impatto di oltre 1,2 mln di veicoli non prodotti a marzo 2020 (pari al 6,25% del totale dei veicoli prodotti nel 2019).
Nell’ambito dei trasporti la crisi ha toccato l’87% delle aziende operanti nel settore, mentre per il comparto assicurativo c’è stata una forte riduzione dei rinnovi delle polizze auto (-23%) e nella sottoscrizione di polizze per auto nuove (-86,1%), oltre a un plausibile aumento della competizione sulle tariffe.
Sul fronte degli operatori di nuova mobilità, infine, anche qui tutti sono stati colpiti a loro volta dai blocchi della circolazione e per quanto riguarda il car sharing, analizzando il caso italiano (uno dei mercati più sviluppati per questa forma di mobilità) si assiste a una contrazione degli utilizzi con picchi fino al -70%, mentre il noleggio ha visto in Italia un calo vertiginoso delle immatricolazioni a marzo 2020 rispetto al 2019 (-98% immatricolazioni a breve termine, -80% a lungo termine).