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ePayment: meno costi e più sicurezza con la nuova direttiva Ue

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La direttiva, che deve ora essere approvata dagli Stati membri, dovrebbe consentire di tagliare i costi. Sergio Boccadutri (Pd): 'Contro l'ePayment divide dell'Italia, approvare al più presto la direttiva'

Il Parlamento ha votato giovedì un testo di legge riguardante l’aggiornamento delle norme UE sui servizi di pagamento. Ciò dovrebbe consentire di tagliare i costi, permettendo a nuovi operatori del mercato di utilizzare strumenti mobili e online per effettuare pagamenti per conto di un cliente.

Inoltre, queste norme, informalmente concordate dai deputati e i ministri lo scorso maggio, aiutano a rendere i pagamenti online più sicuri, stabilendo regole sulla privacy e sulla responsabilità per tutti i prestatori di servizi di pagamento online.

“Il mercato dei servizi di pagamento dell’UE rimane frammentato e costoso: il suo costo è pari a 130 miliardi di euro l’anno, ovvero oltre l’1% del PIL dell’UE. L’economia europea non può permettersi questi costi se vuole essere competitiva a livello globale”, ha detto il deputato Antonio Tajani (PPE, IT), aggiungendo che “il nuovo quadro normativo consentirà di ridurre i costi, aumentare la sicurezza dei pagamenti e facilitare l’emergere di nuovi attori e d’innovativi servizi di pagamento mobili e online”.

La risoluzione legislativa è stata approvata con 578 voti favorevoli, 29 voti contrari e 52 astensioni.

Boccadutri (Pd): ‘Contro l’ePayment-divide, recepire al più presto la direttiva’

 

“Il Parlamento europeo ha approvato la nuova direttiva sui servizi di pagamento, conosciuta come PSD2″, ha detto Sergio Boccadutri, coordinatore dell’area innovazione e deputato del PD, che prosegue: “Ci sono molte novità, tutte a vantaggio degli utenti, a partire da maggiore sicurezza e modalità di rimborso più semplici, efficaci e veloci. Inoltre si potranno utilizzare software per i pagamenti sviluppati da terze parti, mantenendo però il diritto ad essere rimborsati direttamente dalle proprie banche in caso di transazioni non autorizzate, aprendo ancora di più il mercato dei servizi di pagamento, con enormi vantaggi per i consumatori. Adesso l’Italia non deve perdere tempo: siamo il fanalino di coda in Europa nell’utilizzo di strumenti alternativi al contante, ma garantiamo più sicurezza antifrode di altri paesi e abbiamo decine di startup che hanno realizzato software che si stanno già affermando all’estero. Proprio per ridurre quello che potremmo definire un vero e proprio epayment-divide rispetto al resto d’Europa, dobbiamo recepire, dopo il passaggio finale del Consiglio UE, quanto prima la direttiva. Il sistema Paese, dall’erogazione di servizi alla logistica, avrà enorme vantaggi”.

 

 

Affidarsi a fornitori terzi per ridurre i costi di pagamento

L’utente che utilizza un conto online avrà il diritto di utilizzare un software di pagamento realizzato da parti terze autorizzate (non solo dagli istituti finanziari dunque) e di poter effettuare i loro pagamenti attraverso i servizi di tali fornitori.

Ad esempio, i consumatori che sono sprovvisti di carte di credito o di debito potranno autorizzare nuovi operatori di mercato, come SOFORT in Germania, Trustly nei Paesi scandinavi o IDEAL nei Paesi Bassi, a utilizzare i loro dati bancari per effettuare pagamenti dai loro conti.

L’addebito dei prestatori di servizi di pagamento non dovrebbe superare i costi diretti. Costi aggiuntivi per l’utilizzo degli strumenti di pagamento, come le carte di credito e di debito, per il quale gli oneri amministrativi per l'”interscambio” tra banche sono già regolamentate, saranno vietati.

 

Rendere sicuri i pagamenti e responsabilità dei fornitori in caso di furto

Una banca che gestisce il conto del cliente potrebbe negare al fornitore di servizi l’accesso a esso solo per motivi di sicurezza, obiettivamente giustificati e motivati, che siano stati segnalati alle autorità di vigilanza. Questa tutela dovrebbe precludere ogni possibilità alle banche di “bloccare” il mercato per i nuovi servizi di pagamento.

I fornitori dei servizi di pagamento, dal canto loro, sarebbero tenuti a garantire l’autenticazione sicura degli utenti e ridurre il rischio di frode. Dovrebbero garantire che i dati personali di un utente passino attraverso canali sicuri e che siano condivisi solo con il consenso dell’utente.

Nel caso di pagamento non autorizzato compiuto dal suo conto, il titolare non dovrebbe perdere più di 50 euro se lo strumento di pagamento è stato perso o rubato, ovvero se ci sia stata un’appropriazione indebita. Un fornitore di servizi che non riesce a evitare una tale frode dopo la notifica di una perdita o non richiede un’autenticazione forte del cliente quando necessario, potrebbe essere ritenuto responsabile delle perdite dei propri clienti e avere il dovere di porre rimedio al danno finanziario.

Prossime tappe

Per entrare in vigore, la direttiva deve ora essere ufficialmente approvata dagli Stati membri dell’UE.

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