Vento in poppa negli USA: così l’eolico cresce e sfida il gas
Per liberare il prima possibile l’Occidente dalla dipendenza energetica da Mosca, è necessario puntare fin da ora sulle fonti rinnovabili, come il solare e l’eolico. Negli Stati Uniti, a marzo, l’energia elettrica generata da impianti eolici ha raggiunto un nuovo record, eguagliando il dato del nucleare e superando quello del carbone.
Secondo quanto riportato da USA Today, il 29 marzo scorso le pale eolico degli Stati Uniti hanno girato così rapidamente da generare 2.017 GWh di energia elettrica, raggiungendo la quota del 19% sul totale nazionale.
Un record, che ha eguagliato il dato del nucleare (19%) e superato quello del carbone (17%), piazzandosi subito dopo il gas naturale (31%).
Lo stesso giorno picchi di generazione eolica si sono registrati in North Dakota, Oklahoma e Texas.
Probabilmente, ha informato L’Energy Information Administration, si è trattato di una serie di situazioni favorevoli, come i venti che hanno soffiato intensamente nelle scorse settimane e che generalmente caratterizzano la primavera nordamericana.
La Commissione europea punta a 60GW di energia pulita entro il 2030
Dall’altra parte dell’Atlantico, la Commissione europea ha stabilito, come obiettivo primario per accelerare la dipendenza energetica e allo stesso tempo non tralasciare il percorso di decarbonizzazione, di raggiungere i 60 GW di energia elettrica dal vento tramite impianti offshore per la fine del decennio.
I Paesi in prima fila sono Germania, Regno Unito, Olanda, Belgio e Irlanda.
L’Unione europea vuole che le fonti rinnovabili arrivino al 40% del suo mix energetico già entro il 2030, con il Parlamento europeo che vorrebbe tale quota al 45%.
Per fare in modo che questo obiettivo diventi reale e concreto è necessario fin da ora confermare le politiche ambientali e di crescita sostenibile all’interno di tutti i Paesi dell’Unione, favorire sempre gli investimenti green, evitare ulteriori tensioni sui mercati e garantire sempre la continuità degli approvvigionamenti di materie prime (nonostante l’estrema volatilità dei prezzi).
C’è poi una questione amministrativa e burocratica da affrontare, con la necessità di rendere più veloci le aste, al momento troppo lunghe nei tempi per gli impianti eolici. La consegna di un nuovo impianto eolico avviene tra 5 e 10 anni (compreso il tempo perso per verifiche e autorizzazioni).
Il caso della Germania: 100% energia pulita da rinnovabili entro il 2035
La Germania ha annunciato nel bel mezzo della guerra in Ucraina un nuovo target nazionale: un nuovo pacchetto normativo (detto pacchetto di Pasqua o “Osterpaket”) che virtualmente consentirebbe di raggiungere il 100% di energia rinnovabile entro il 2035 (80% entro il 2030).
Una mossa per liberarsi il prima possibile da ogni fornitore energetico straniero (Mosca in primis), per raggiungere quindi una crescente autonomia energetica e per accelerare la transizione ecologica.
Questo comporta per Berlino un raddoppio della capacità di energia eolica terrestre a 115 gigawatt (GW) già entro la fine del decennio e il triplo dell’energia solare a 215 GW, insieme a un’espansione dell’energia eolica offshore a 30 GW.
Più in generale, gli obiettivi tedeschi di espansione per l’energia eolica offshore saranno notevolmente aumentati a 30 GW entro il 2030, almeno 40 GW entro il 2035 e 70 GW entro il 2045.