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Energia, parte il Consiglio UE tra paure e divisioni

Grandi aspettative dal Consiglio Ue sull’energia di oggi e domani

È iniziato oggi alle 15:00 a Bruxelles l’atteso Consiglio europeo che fino a domani proverà a trovare una soluzione all’impasse energetica in cui l’Europa è caduta da un anno a questa parte. A ottobre del 2021 già si ponevano all’attenzione di tutti i rincari dei prezzi delle materie prime e dell’energia in particolare.

L’invasione russa dell’Ucraina e tutto quello che è accaduto dopo non hanno fatto altro che acuire questo stato di emergenza e di crisi che sta interessando tutti i Paesi dell’Unione europea.

La Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, aveva già anticipato il tema con l’annuncio del nuovo regolamento per affrontare l’emergenza energetica e il suo impatto su famiglie e imprese, soprattutto in vista dell’imminente fase finale dell’autunno e dell’arrivo dell’inverno.

Anche in quel caso, nonostante si trattasse di una proposta generale, erano riemerse tutte le divisioni che agitano l’Unione in tema di tetto al prezzo del gas o price cap, con la fronda dei Paesi contrari da una parte, guidata da Germania e Olanda, e il fronte di chi è d’accordo, capitanato da Italia e Francia.

L’invito del Presidente Michel

Già ad inizio settimana si tenevano gli occhi puntati sul 20 e 21 ottobre in vista del Consiglio, con la speranza che gli Stati riuscissero a trovare la quadra. Forse qualcosa in più si saprà domani.

Prima dell’inaugurazione del vertice, il Presidente Charles Michel ha scritto in una Lettera rivolta ai membri del Consiglio: “Il punto centrale dell’ordine del giorno è la crisi energetica, riguardo alla quale dobbiamo agire con la massima urgenza. In particolare, dobbiamo intensificare imperativamente le nostre tre linee d’azione: ridurre la domanda, garantire la sicurezza dell’approvvigionamento e contenere i prezzi”.

La nostra riunione sarà l’occasione per esaminare ulteriori misure in grado di ridurre i prezzi, quali: sfruttare appieno il peso negoziale della nostra unità a 27 procedendo all’acquisto congiunto di gas, sviluppare un nuovo parametro di riferimento che rifletta in modo più accurato le condizioni del mercato del gas ed esaminare un limite dinamico di prezzo temporaneo. Mi aspetto inoltre di discutere di altri interventi di mercato a breve e lungo termine – si legge nel testo – come un quadro dell’UE per fissare un tetto al prezzo del gas utilizzato per la produzione di energia elettrica. Confido che, nonostante i diversi vincoli nazionali, affronteremo il dibattito sull’energia in modo costruttivo, consapevoli del nostro urgente interesse collettivo”.

Berlino preferisce non dare fastidio ai mercati

Vedremo se l’invito di Michel sarà accolto. Per il momento la Germania non è d’accordo con interventi pesanti sul mercato energetico, perché a detta del Governo di Berlino si rischia di allarmare i fornitori di gas, in particolare di quello liquefatto (Gnl).

L’attuale prezzo elevato rende appetibile la domanda europea di Gnl e in questo momento ci sono numerose navi cisterna al largo della Spagna pronte ad attraccare. Se si imponesse un tetto al prezzo del gas rimarrebbero qui o salperebbero per altre destinazioni più remunerative, si chiede Berlino?

C’è invece una sostanziale comunanza di vedute sulla proposta della Commissione di introdurre un nuovo indice dei prezzi per il Gnl, da affiancare all’ormai famoso Dutch Title Transfer Facility (il famigerato TTF di Amsterdam).

Possibile convergenza anche sulla proposta di istituire una piattaforma dell’UE per l’acquisto congiunto di gas (circa il 15%), che la Commissione vuole che sia operativa nella primavera del 2023, in tempo per la prossima stagione di riempimento del gas.

Il premier olandese Mark Rutte, secondo quanto riportato da Radiocor del Sole 24 Ore, avrebbe rassicurato i giornalisti che al Vertice Ue si troverà un accordo sull’acquisto comune di gas.

Il gasdotto dei litigi che dalla Spagna porterà gas nel cuore dell’Europa

Tra Francia e Spagna, inoltre, è in corso un confronto piuttosto determinato relativo all’approvazione del progetto di un nuovo gasdotto che collegherà la penisola iberica all’Europa centrale. Madrid sostiene che dopo l’ok non ci vorrà più di un anno per la sua realizzazione, ma Parigi punta i piedi: il Presidente francese Emmanuel Macron insiste sul fatto che il gasdotto “non risolverà il problema del gas europeo”, affermando che i quelli già esistenti non sono utilizzati a pieno regime.

L’operatore spagnolo Engas ha anche assicurato che l’infrastruttura potrà un giorno essere sfruttata per far passare l’idrogeno al posto del gas.

La federazione delle imprese BusinessEurope invece ha criticato la Ue perché l’ulitmo ‘pacchetto’ energetico proposto dalla Commissione non include una proposta per dissociare i prezzi dell’energia elettrica dai prezzi estremamente elevati del gas, sollecitando i Governi a sostenere questa misura.

L’ultima volta di Draghi come Premier italiano

Al Consiglio partecipa anche Mario Draghi, per l’ultima volta nelle vesti di Presidente del Consiglio dei ministri. Nel saluto alle rappresentanze diplomatiche di Ue, Nato e Belgio, l’ancora Premier italiano ha detto: “L’appartenenza all’Unione Europea e alla NATO sono capisaldi della nostra politica estera. 
Il mercato unico, l’unione monetaria, l’alleanza atlantica sono il modo migliore per rafforzare il nostro peso nel mondo, far crescere la nostra economia in modo sostenibile, per garantire la nostra sicurezza
“.

Condividiamo in pieno i valori europei e transatlantici e vogliamo continuare a tutelarli e rafforzarli.
Penso alla salvaguardia dei diritti sociali e civili, in particolare delle minoranze, alla difesa della sovranità democratica degli Stati, alla ricerca del negoziato e della pace come strumento di risoluzione dei conflitti.
Questi principi sono ancora più importanti nell’affrontare le crisi che attraversiamo: dalla guerra in Ucraina, all’emergenza energetica
“, ha detto Draghi. 

L’appello di Confindustria e Medef

Dall’Italia, infine, arriva un appello congiunto firmato da Confindustria e il Medef francese (il Mouvement des entreprises de France, o Movimento delle imprese francesi), in cui si chiede un rapido e deciso intervento europeo attraverso misure di carattere temporaneo che stabiliscano un tetto al prezzo del gas.

Questa misura avrà un impatto diretto sui prezzi per tutti i consumatori finali, comprese le imprese, come dimostrano gli effetti sul mercato elettrico rilevati in Spagna e Portogallo all’inizio di quest’anno. Infatti, questa è l’unica risposta che può dare un effetto reale e immediato sui prezzi dell’energia elettrica, oltre a costituire una prova tangibile della solidarietà europea poiché il costo può essere condiviso tra tutti gli Stati membri”, si legge nel documento.

La paura vera è che nel prossimo inverno sia davvero alto il rischio di perdere capacità produttiva con la chiusura di migliaia di aziende, competitività e posti di lavoro. Tra agosto 2021 e agosto 2022 i costi di produzione nell’industria sono aumentati del 28% in Francia, del 40% in Italia e del 33% nell’UE.

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