Energia come arma. Quando si parla di crisi energetica non bisogna più pensare solamente al problema, pur serio e grave, del rincaro delle bollette energetiche per famiglie e imprese, ma anche e soprattutto di una delicata questione di geopolitica.
La guerra in Ucraina ne è un esempio lampante, con la Russia che dopo aver aggredito la sovranità territoriale di Kiev sta ora usando la questione energetica come una clava per demolire l’Unione europea e mettere sempre più all’angolo le democrazie occidentali.
Ne ha parlato stamattina, intervistato da Raffaele Barberio, il Presidente del COPASIR, Adolfo Urso, in apertura della seconda giornata di Energia Italia 2022, la Conferenza internazionale sulle tematiche dell’energia in Italia, in Europa e nel mondo.
“In relazione alla guerra d’Ucraina avevamo riferito in Parlamento già il 9 febbraio scorso nella nostra relazione annuale, e prima ancora l’avevamo fatto il 13 gennaio per quanto riguarda nello specifico la sicurezza energetica, ben 40 giorni prima dell’invasione”, ha spiegato il Presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica.
“Avevamo avvertito che la Russia utilizzava l’energia come fattore di potenza e che era assolutamente necessario affrancarci dalla dipendenza sia diversificando le fonti sia aumentando la produzione nazionale, avevano anche scritto che con ‘l’escalation militare in Ucraina il problema sarebbe esploso’.
Già allora parlavamo della necessità di raddoppiare la produzione nazionale di gas, di diversificare le fonti, di utilizzare il potere sostitutivo dello Stato per gli impianti solari ed eolici che erano bloccati. Già allora parlavamo anche del nucleare di quarta generazione. Erano tutte indicazioni già contenute nella nostra relazione sulla sicurezza energetica. Così come, nella conclusione della relazione, avevamo indicato con chiarezza l’assoluta necessità di realizzare un piano nazionale di sicurezza energetica al fine di raggiungere un’autonomia strategica, tecnologica e produttiva nel quadro europeo occidentale, di cui finalmente si parla a fronte dell’emergenza”, ha precisato Urso.
“La diversificazione degli approvvigionamenti deve avvenire in una dimensione geopolitica, perché prima di tutto è una questione di sicurezza nazionale. L’affidabilità dei rifornimenti garantisce crescita e sviluppo. Se la Russia oggi è presente in tutti i Paesi africani e nel Mediterraneo lo è anche per accerchiare l’Unione europea e condizionare le nostre libere democrazie. Bisogna che reagiamo con una maggiore autonomia strategica nel campo energetico come specificato nella prima relazione al parlamento di gennaio. Anche le fonti rinnovabili nascondono lo stesso problema – ha poi aggiunto Urso – perché la Cina gode di un evidente vantaggio tecnologico in questo settore. E’ necessaria una politica atlantica nei confronti dell’Africa dove si concentra il confronto tra Occidente, Russia e Cina, sempre più caratterizzato dalla guerra ibrida. Questo tipo conflitto fa uso di qualsiasi strumento di offesa e l’obiettivo è la sottomissione dei Paesi europei e democratici. Se anche la guerra in Ucraina dovesse finire in breve tempo, comunque quella ibrida iniziata nel 2013 avrà modo di continuare”.
“Si tratta della guerra ibrida annunciata dal generale Valery Vasilyevic Gerasimov in cui sistemi autoritari come Cina e Russia in testa, ma non solo, aspirano alla supremazia tecnologica ed economica anche attraverso il controllo delle risorse energetiche e alimentari del pianeta, dal gas all’acqua, di materie prime, minerali preziosi e terre rare, di tutto ciò che serve all’economia digitale ed ecologica – lo dobbiamo assolutamente realizzare – che però sta cadendo sotto il loro controllo”, ha affermato il Presidente del Copasir.
“La ricerca e l’innovazione avvengono ogni giorno nel campo delle tecnologie energetiche e lo Stato deve investire sempre di più, aprendo a nuove partnership con i privati, supportando l’attività delle Università e dei centri di ricerca. Nel caso dei semiconduttori dobbiamo fare ricerca e produrre direttamente in Europa e in Italia, unico modo per raggiungere un livello strategico di competitività e una maggiore sicurezza nelle forniture all’industria”, ha quindi concluso Urso.