Quanto spenderà il mondo in energia nel 2022?
Dal 2019 ad oggi la spesa energetica mondiale è andata aumentando a causa di diversi fattori critici, legati al rialzo dei prezzi delle risorse, alla pandemia da Covid-19, alla difficoltà degli approvvigionamenti e non ultima alla guerra in Ucraina.
Secondo stime Rystad Energy, per la fine del 2022 la spesa energetica globale dovrebbe raggiungere i 2,1 trilioni di dollari, di cui circa la metà per combustibili fossili, ma non solo.
Più di 658 miliardi di dollari andranno per il petrolio, 401 miliardi di dollari per il gas, 396 miliardi di dollari per altri combustibili fossili (tra cui il carbone). Complessivamente, per gli idrocarburi è atteso un aumento di spesa del +16% per il 2022, circa 142 miliardi di dollari in più su base annua.
Cresce la spesa in energia pulita
Fortunatamente per la transizione energetica ed ecologica crescerà parallelamente anche la spesa in energia pulita, che dovrebbe crescere del +24% entro fine anno, a 125 miliardi di dollari in più su base annua.
In base ai progetti fin qui presentati, lo studio ha stimato un aumento di capacità globale delle fonti rinnovabili di 250 GW, soprattutto grazie all’energia solare ed eolica.
In particolare, la crescita maggiore e più rapida in termini di investimenti riguarderà i segmenti green dell’idrogeno, del geotermico, del solare, delle tecnologie per la cattura e lo stoccaggio della CO2 (CCS), tra +40/+60% su base annua.
Una buona fetta di investimenti sulle batterie e i CCS
Nell’ambito delle energie rinnovabili, inoltre, litio, nichel, rame e polisilicio, che sono tutti materiali importanti nella produzione di batterie e solare fotovoltaico, hanno registrato aumenti dei costi dei progetti green energy tra il 10% e il 35%.
Settore delle batterie e dei sistemi di accumulo che è sempre più centrale nelle strategie di transizione energetica mondiali e infatti, secondo il Rapporto, la spesa potrebbe aumentare del +30% a 75 miliardi di dollari.
Energia ancora troppo sporca
La guerra iniziata dalla Russia in Ucraina non avrà – per il momento – effetti particolarmente negativi sugli investimenti in energia pulita, quindi in fonti rinnovabili, ma è certo che l’ha rallentata: senza di essa avrebbe registrato una crescita superiore all’attuale +31%.
Di certo, però, c’è da dire che la guerra ha ridato corda agli acquisti di petrolio, gas e anche carbone.
Rispetto al 2020, i costi dei progetti nel settore del petrolio e del gas sono aumentati tra il 10% e il 20%, principalmente a causa dell’aumento dei prezzi dell’acciaio e di un mercato più ristretto tra i fornitori.