Ebbene sì, ricavare energia da gas naturale evitando di generare emissioni di anidride carbonica potrebbe presto diventare una realtà. Lo sostengono i ricercatori dell’Institute for Advanced Sustainability Studies (Iass) di Potsdam e il Karlsruhe Institute of Technology che hanno sviluppato una nuova tecnologia che fa parte di un progetto congiunto avviato dal Premio Nobel per la fisica Carlo Rubbia, ex direttore scientifico dell’Iass. Il prodotto è un reattore sperimentale in grado di scindere il gas metano in idrogeno e carbonio.
Il cracking termico del gas metano (processo che spezza in due o più parti la catena di un idrocarburo) porta a ottenere idrogeno, dalla cui combustione si ricava energia pulita, e nero di carbonio, una materia prima industriale usata nel settore automobilistico e nella produzione di acciaio e fibre di carbonio. Nel corso di un esperimento, spiegano i ricercatori, il reattore è stato in grado di operare per due settimane senza interruzioni, producendo idrogeno con un tasso di conversione del 78% a una temperatura di 1200 gradi.
‘I nostri risultati sperimentali e le valutazioni ambientali ed economiche rendono il cracking del metano un’opzione nel nostro portfolio di misure per trasformare il sistema energetico’, ha detto Rubbia, secondo cui questa tecnologia rende possibile ‘sfruttare il potenziale energetico del gas naturale salvaguardando il clima e facilitando l’integrazione di un vettore di energia pulita come l’idrogeno’.