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Energia condivisa, nasce in Piemonte il modello della ‘pubbli-impresa’

E se l’energia diventasse un bene comune da tutelare, valorizzare e condividere? L’idea ha già diversi sostenitori in Europa e ora trova terreno fertile anche in Italia, in Piemonte, per l’esattezza ad Asti, grazie ad una startup locale che ha deciso di lanciare il progetto di energy sharing su scala regionale prima e nazionale poi.

Non serve avere per forza un impianto di proprietà per generare energia elettrica ‘pulita’ per le proprie necessità (casa, condominio, imprese, distretti industriali), basta promuovere la condivisione delle risorse energetiche. Nata a Torino l’anno scorso, la startup Energia positiva, composta da ingegneri ed economisti, propone a chiunque voglia partecipare al progetto di acquistare quote di impianti di generazione di energia sostenibile da fonti rinnovabili.

Il prezzo della quota sarà detratto dalla bolletta, “ci pensa Energia Positiva a gestire la bolletta e anticipare i soldi al socio, detraendo dalla stessa le somme investite nelle quote”. La gestione della bolletta dei soci avviene, come spiegato in un articolo su La Stampa: “attraverso la collaborazione con Dolomiti Energia, che si incarica del ritiro dell’energia prodotta dagli impianti. Tale fornitura, al 100% rinnovabile e certificata, ha un prezzo inferiore rispetto al prezzo di mercato. La cooperativa, infine, si affida ad un’altra startup, la Epiutech, per la ricerca degli impianti”.

Al momento, gli impianti da rinnovabili disponibili sono tre, rispettivamente della potenza di 66,00, 98,88, e 88, 50 kWp, tutti in provincia di Asti.

Per il futuro, spiegano da Energia positiva, “stiamo cercando di aumentare la visibilità nazionale e presto sarà disponibile per i soci un nuovo impianto eolico in Basilicata. Oggi siamo una ventina di membri, ma per il 2019 contiamo di superare i 1000”.

Entro il 2020, si legge nel sito ufficiale dell’iniziativa, si vuole raggiungere la condivisione di almeno 50 impianti fotovoltaici, idroelettrici ed eolici e coinvolgere nel progetto circa 1700 nuclei familiari.

Chiunque aderisce al progetto può comunque rescindere il contratto in ogni memento. Altra importante novità è il modello di cooperazione: “La “pubbli-impresa”, né pubblica né privata, con tante persone insieme che ne fanno parte. Se noi non le trattassimo bene ne andrebbe della nostra impresa, siamo costretti a fare le cose come si deve”, ha dichiarato al quotidiano Alberto Gastaldo, ingegnere della produzione e presidente del cda della cooperativa.

Di seguito alcune delle caratteristiche principali degli impianti: dovranno essere al 100% sostenibili e da sole foni rinnovabili, a basso impatto ambientale, ‘diffusi’ sul territorio e di piccole e medie dimensioni, non comportare altro consumo di suolo, garantire efficienza energetica e risparmio economico.

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