Enel continua a fornire dettagli sul suo piano per portare la fibra ottica in 224 città tra quelle più remunerative del Paese.
Ne hanno parlato stamani in audizione in Senato l’ad della società elettrica Francesco Starace e l’ad di Enel Open Fiber Tommaso Pompei, dando – di nuovo dopo la presentazione ufficiale a Palazzo Chigi il 7 aprile – tempistiche e particolari sulla strategia che Enel intende portare avanti con il placet del Governo.
Innanzitutto i tempi: se fino a pochi giorni fa, in un’intervista a La Repubblica, Starace si diceva convinto che Enel riuscirà a coprire l’80% degli utenti di una città di 200 mila abitanti nel giro di 18 mesi, ora sembra che queste aspettative siano state un po’ ridimensionate.
L’ad di Enel Open Fiber, Tommaso Pompei ha infatti spiegato stamani che per le città medie di 200 mila abitanti “pensiamo di riuscire a cablarle fino all’80% in 24-28 mesi”. E non è questo l’unico dato su cui ad di Enel e ad di Enel Open Fiber non sono allineati: se Starace parla di “30 mesi” per il completamento dei lavori nelle 224 città comprese nel piano, Pompei dilata a “un arco di tempo di 3-4 anni”.
“Penso sarà un progresso graduale – ha affermato Starace – Abbiamo annunciato un piano che gradualmente ci porta da 10 a 40, fino a 224 città”, aggiungendo che comunque tempi e costi si comprenderanno meglio strada facendo.
Quel che è certo, invece, è che Enel non si porrà in contrapposizione con gli operatori, ma sarà soltanto un “operatore all’ingrosso di capacità di trasmissione di banda” intesa sia come “fibra spenta a carico dell’operatore che compra capacità trasmissiva, sia fibra accesa soprattutto orientata a zone in cui ci sono piccoli operatori o anche grandi operatori che non abbiano convenienza” a realizzare una propria rete ha precisato Pompei.
Quanto a Telecom Italia, Starace assicura che non c’è nessun conflitto: “…non ci vediamo in concorrenza con la rete Telecom perché oltretutto ne utilizziamo un pezzo”, per poi affermare che “la concorrenza delle reti è un po’ un falso mito. E’ più che altro sul cliente e la nostra rete è aperta a Telecom Italia”. La concorrenza, insomma, “sarà solo sulla qualità del servizio e sulla decisione del cliente”.
Regna inoltre ancora l’incertezza anche sul coinvolgimento di Metroweb, che “se c’è bene, se no è lo stesso”.
“Metroweb non è una compagnia di telecomunicazioni. Tendenzialmente non vorremmo avere compagnie di telecomunicazioni nell’equity per rimanere terzi. Metroweb fa quello che facciamo noi”, ha detto ancora Starace per poi concludere che “per valutare bene una società come Metroweb devono lavorare gli advisor, aspettiamo che facciano il loro mestiere”.
La società della fibra, controllata da F2i e dal Fondo FSI della Cassa Depositi e Prestiti, sembra intanto più vicina a un accordo con Telecom Italia. Resta tuttavia da capire la posizione di Fastweb, che di Metroweb è il principale cliente ed è azionista al 10,6% di Metroweb Milano su cui ha potere di veto fino al 2017.
Il piano di Enel resta comunque aperto a chiunque voglia partecipare, anche le municipalizzate delle città in cui la società non è presente, come Acea a Roma o A2A a Milano, ma al momento ci sono stati soltanto dei ‘pour parler’.