Le emissioni del 5G non sono più a rischio di quelle di qualunque altra generazione wireless precedente. Lo ribadisce l’Indagine conoscitiva sul 5G e sulle nuove tecnologie Tlc e i Big Data, condotta negli ultimi due anni dalla Commissione Trasporti e Telecomunicazioni della Camera, che conclude come non sia il caso di modificare i limiti elettromagnetici del nostro paese, fra i più bassi della Ue.
Il 5G è come il 2G, il 3G e il 4G
“La presente indagine conoscitiva – si legge nel passaggio dedicato alle conseguenze delle emissioni elettromagnetiche e ai rischi per la salute – ha infatti chiarito alcuni aspetti che dovrebbero essere portati alla conoscenza di tutti, anche con apposite campagne informative di natura istituzionale, come il fatto che l’introduzione della nuova tecnologia del 5G, sulla base delle attuali conoscenze scientifiche e nel rispetto dei limiti alle emissioni imposti dalla normativa, non risulta comportare rischi maggiori di quelli delle altre tecnologie delle telecomunicazioni, oramai in uso da molti anni”.
Le antenne 5G non comportano rischi
“O come il fatto che le emissioni delle antenne di trasmissione non risultano comportare rischi per la salute – si legge ancora – a meno che non ci si ponga all’interno del previsto volume di rispetto (in cui è vietato l’ingresso se non per motivi di manutenzione, in modo controllato), e che queste emissioni sono meno potenti quanto più numerose sono le antenne. O come il fatto che le emissioni degli apparecchi wi-fi e ancor di più quelle degli apparecchi bluetooth hanno potenze molto deboli e quindi non risultano nocive”.
Attenzione invece ai cellulari
“Ancor più importante è richiamare l’attenzione dei cittadini sui comportamenti che dovrebbero essere adottati, in via meramente cautelativa, al fine di minimizzare i rischi eventualmente legati ad un uso molto intenso dei cellulari, rischi che le attuali conoscenze scientifiche non hanno ancora escluso in via definitiva – si legge -. Dal momento che un fondamentale elemento per la riduzione delle emissioni ricevute è la distanza dalla fonte di emissione, è importante che quando il cellulare è in fase di trasmissione sia tenuto ad una certa distanza dal corpo, attraverso l’uso di auricolari o del sistema vivavoce. Allo stesso modo, i cittadini dovrebbero essere inoltre sensibilizzati su tutti gli altri comportamenti che potrebbero essere adottati come pura misura di cautela nell’uso del cellulare”.
5G, serve perimetro di sicurezza nazionale cibernetica
“Dal punto di vista della sicurezza, non si può non rilevare che un sistema flessibile e complesso come quello delle reti 5G può risultare più facilmente vulnerabile ad attacchi cibernetici, fenomeno in aumento esponenziale e sempre più insidioso – si legge – Risulta dunque fondamentale proseguire nella strada intrapresa con l’istituzione del perimetro di sicurezza nazionale cibernetica e con il rafforzamento dei poteri speciali attivabili nei confronti dei soggetti che operano nelle attività di infrastrutturazione di rete, operando nel quadro di sicurezza comune europea”.
Rete unica
“Appare ineludibile, ad avviso della Commissione, assumere le necessarie iniziative per favorire la costituzione di una rete unica nazionale che possa garantire il raggiungimento degli obiettivi di connessione ultraveloce “a prova di futuro” previsti a livello europeo e nazionale, mettendo a fattor comune le infrastrutture già esistenti sul territorio”, si legge.
“Con riferimento alle scelte infrastrutturali – si legge ancora nel documento – diventa essenziale superare quanto prima le criticità legate alla diffusione delle connessioni in fibra ottica, sia con riferimento alla realizzazione della rete sia con riferimento alla promozione dell’utilizzo della stessa. Come emerso dalle audizioni i benefici del 5G potranno essere conseguiti solo con un’infrastruttura in fibra ottica completa ed efficiente quanto meno per quanto riguarda la connessione con l’infrastruttura “mobile” delle antenne 5G“.
No dogmatismo per l’FTTH
Ma se Fastweb si pronuncia contro l’adozione di un atteggiamento dogmatico a favore dell’FTTH e a favore dell’utilizzo di analoghe alternative tecnologiche come dell’FWA, tutti sono d’accordo sulla necessità di “Assicurare una significativa semplificazione dei regimi autorizzatori a livello locale per il dispiegamento delle connessioni su rete fissa e mobile, tenendo presente, come è emerso dalle audizioni, che la frammentazione regolatoria e la debolezza delle strutture tecniche a livello locale sono fattori strettamente connessi”.
Armonizzare le autorizzazioni, servono permessi standard
“Sarebbe pertanto importante – si legge ancora – oltre ad interventi normativi di semplificazione, assumere le iniziative per il raggiungimento di un protocollo di intesa tra Governo, Conferenza delle regioni ed Anci per armonizzare le autorizzazioni amministrative sul territorio nazionale, favorendo tuttavia un approccio che privilegi il dialogo, il supporto tecnico e anche un’iniziativa di informazione nei confronti delle strutture amministrative e politiche locali che contribuisca a generare un clima di fiducia e sicurezza sulle implicazioni delle nuove tecnologie”.
“Più in generale – sottolinea ancora la commissione – tale attività di supporto agli enti locali potrebbe agevolare anche il generarsi di un circolo virtuoso rispetto a quella quota di cittadini, sicuramente minoritaria ma non irrilevante, che guardano con sospetto se non con paura a queste nuove tecnologie. Ciò avviene anche in ragione della disinformazione che purtroppo è ampiamente diffusa sulla rete e che fornisce ricostruzione deformate e tendenziose della effettiva natura di queste nuove tecnologie”.