Spagna, il governo ammette di essere in emergenza per l’arrivo “massiccio” di immigrati
30 lug 11:07 – (Agenzia Nova) – Nonostante le allarmanti notizie degli ultimi giorni, che riferivano di migliaia di arrivi sulle coste andaluse, il governo spagnolo ha continuato ad assicurare che la situazione fosse sotto controllo. Solo due giorni fa, il ministro dell’Interno, Fernando Grande-Marlaska, negava il collasso del sistema di salvataggio e accoglienza di migranti, garantendo l’assoluta normalita’ del fenomeno. La situazione pero’ e’ rapidamente degenerata e il dicastero si e’ visto costretto ad attivare soluzioni di emergenza. In una risoluzione firmata dal segretario di Stato alla Sicurezza, Ana Botella, numero due del ministero, si parla di “emergenza” per “l’arrivo massiccio di imbarcazioni con immigranti sulle coste spagnole”, in particolare a Granada, Almeria, Malaga, Cadice e Huelva. Lo rende noto “El Pais”, venuto in possesso in anteprima del documento ministeriale. La risoluzione, in cui si prevede l’arrivo di oltre 10 mila immigrati nei prossimi tre mesi, chiede di attivare urgentemente “diversi espedienti di contrattazione per sopperire alle necessita’ di alloggi, pulizia e manutenzione”. Botella ammette che la situazione “inaspettata” ha sorpreso il governo che aveva, evidentemente, sottostimato la situazione. Secondo i dati dell’ Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), dal 1 gennaio al 25 luglio, 20.992 migranti sono entrati in Europa attraverso le coste della Spagna, il triplo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e il 38 per cento del totale degli irregolari che giungono nel Vecchio continente via mare. L’Oim rileva inoltre che l’Europa, fino al 25 luglio, ha ricevuto 55.001 migranti, circa la meta’ dei 111.753 dello stesso periodo del 2017. Il calo e’ dovuto principalmente ai dati registrati sulla rotta italiana che, se lo scorso anno e’ stata battuta da 94.448 persone, nel 2018 e’ stata invece percorsa da poco piu’ di 18 mila disperati, l’80 per cento in meno.
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Spagna, il Pp vira a destra
30 lug 11:07 – (Agenzia Nova) – Il Partito popolare spagnolo (Pp) vira a destra. Il presidente Pablo Casado, in linea con la tendenza che si registra in Europa e negli Stati Uniti, ha fatto della difesa delle frontiere una delle sue principali bandiere e ha lanciato l’allarme sulla politica di accoglienza portata avanti dal governo socialista, accusandolo di essere demagogico sulla questione immigrazione. “La Spagna non puo’ accogliere milioni di africani che vogliono venire in Europa e bisogna iniziare ad ammetterlo, anche se puo’ sembrare politicamente scorretto”. La dura presa di posizione, ripresa da tutti i principali quotidiani spagnoli, e’ stata manifestata da Casado durante la Direzione del Pp tenuta domenica ad Avila. Nel suo lungo discorso, il successore di Mariano Rajoy ha detto che “i buoni sentimenti non sono un monopolio della sinistra” ma “bisogna essere responsabili e non populisti”. “Non e’ sostenibile unp stato sociale che accogli tutti e bisogna essere sinceri e molto accorti su questa questione”, ha insistito. Immediate sono arrivate le critiche dell’opposizione che si sono scagliate con il ricorso alla paura del leader dei popolari. Fra le prime voci a sollevarsi contro Casado, quella di Ada Colau, sindaco di Barcellona, che ha replicato con un tweet ricordando che “l’Europa e’ stata fondata per difendere la vita e lottare contro razzismo e fascismo”. “Siamo o no democratici?”, ha chiesto il primo cittadino, sottolineando che “dichiarazioni come quelle di Casado e Salvini sono il primo passo verso la distruzione dell’Europa e della stessa democrazia”.
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Brexit, Deutsche Bank lascia la City di Londra
30 lug 11:07 – (Agenzia Nova) – Deutsche Bank, la piu’ grande banca tedesca, ha spostato in Germania una buona parte delle sue attivita’ a Londra: la notizia e’ riportata oggi lunedi’ 30 luglio con grande rilievo in apertura della prima pagina del quotidiano economico britannico “The Financial Times”, secondo il quale si tratta di un ulteriore segnale delle posizioni che le principali piazze finanziarie europee stanno strappando alla Gran Bretagna in vista della Brexit; in sostanza Deutsche Bank trasferira’ quasi la meta’ delle sue attivita’ di regolazione dei pagamenti in euro dalla capitale britannica a Francoforte, la cui Borsa ne guadagnera’ in credibilita’ come valida alternativa alla primazia finanziaria della City di Londra. La regolazione dei pagamenti degli strumenti di investimento con interessi pagati in euro, afferma il “Financial Times”, in vista della Brexit e’ diventata un terreno di battaglia tra le Borse, le banche e le autorita’ nazionali finanziarie dei diversi paesi europei: fino a poco tempo fa Londra era la Borsa leader incontrastata di questo lucrativo mercato; dalla City infatti passavano mille miliardi di euro di transazioni al giorno. Il Gruppo London Stock Exchange, proprietario della Borsa di Londra, ha avvertito che la capitale britannica potrebbe perdere fino a 100 mila posti di lavoro nei servizi finanziari se la citta’ dovesse perdere il suo status di principale piazza di regolazione dei pagamenti in euro. In realta’ il trasferimento delle attivita’ di Deutsche Bank da Londra a Francoforte non ha comportato il trasferimento di persoale, come ha spiegato al quotidiano economico britannico uno dei massimi dirigenti della banca tedesca, Stefan Hoops: “A fare il lavoro sono le stesse persone che abbiamo a Londra, e’ cambiata solo la Borsa che si occupa della regolazione dei pagamenti”. Ma la societa’ di marketing Frankfurt Main Finance che punta a fare della Borsa tedesca la principale piazza finanziaria europea esulta: “Riuscire a far trasferire le attivita’ di regolazione dei pagamenti e’ stata la nostra priorita’ sin dal giorno dopo il referendum sulla Brexit”, ha dichiarato al “Financial Times” il suo presidente Hubertus Vath; secondo il quale gli effetti indiretti saranno enormi. Hubertus Vath ricorda che negli scorsi tre decenni Francoforte aveva perso a favore di Londra la gran parte di queste attivita’: “Ma ora abbiamo la possibilita’ di riprendercele”, dice.
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Francia, dopo lo scandalo Benalla il presidente Macron vuole riorganizzare la funzione pubblica
30 lug 11:07 – (Agenzia Nova) – Dopo “l’affaire Benalla”, il presidente francese, Emmanuel Macron, vuole ristrutturare l’organizzazione dell’Eliseo per evitare nuovi problemi. Lo scrive “Le Figaro” spiegando che il caso ha portato ala luce una “diffidenza” reciproca tra il palazzo presidenziale e la funzione pubblica. Macron potrebbe mettere in atto quello “spoil system” annunciato durante la campagna elettorale, che seguendo il modello statunitense permetterebbe di sostituire i principali dirigenti delle amministrazioni ad ogni cambio di governo. Per il momento questo meccanismo non e’ ancora stato attuato, ma lo scandalo che ha visto implicata l’ex guardia del corpo del presidente in episodi di violenza potrebbe cambiare la situazione. “Abbiamo lasciato agli alti funzionari la scelta di lavorare con noi o di partire se c’erano problemi” hanno affermato fonti interne alla presidenza. Nella “lista nera” dell’Eliseo la prefettura di polizia figura al primo posto. All’inizio del suo mandato Macron non ha voluto dare l’impressione di lanciarsi in una “caccia alle streghe”, ma adesso la presidenza puo’ cominciare ad operare dei cambiamenti. “L’affaire Benalla ce lo ha mostrato, se non lo facciamo ci si ritorcera’ contro” ha affermato un collaboratore del presidente.
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Francia, il governo costretto a rivedere gli obiettivi economici del 2018
30 lug 11:07 – (Agenzia Nova) – Il governo francese rivedra’ i suoi obiettivi economici per il 2018. Lo scrive “Les Echos”, dopo che l’Istituto nazionale delle statistiche (Insee) ha annunciato una crescita nel secondo trimestre dello 0,2 per cento. Il ministero dell’Economia puntava a una crescita del 2 per cento sull’intero anno, ma gli ultimi dati mostrano che questo traguardo sara’ difficilmente raggiungibile. Il calo, che arriva dopo un 2017 particolarmente dinamico, si spiega attraverso la diminuzione dei consumi. Il potere d’acquisto delle famiglie ha sofferto alcune misure come l’aumento dei costi della protezione sociale, insieme a quelli del tabacco e del petrolio. “I salari reali non aumentano piu'” ha affermato Patrick Artus, membro del comitato esecutivo della banca d’affari Natixis. Secondo l’Insee, alla fine dell’anno la crescita raggiungera’ l’1,3 per cento se si dovesse confermare questa stagnazione. Tuttavia, alla fine dell’anno il potere d’acquisto delle famiglie dovrebbe migliorare grazie all’entrata in vigore di alcune misure previste dal governo. Dieci giorni fa il governatore della Banca di Francia, François Villeroy de Galhau, ha affermato che dal mese di giugno “l’attivita’ e’ risalita” e “le prospettive sono ben orientate”.
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Germania, l’Unione di centrodestra a meno del 30 per cento per la prima volta dal 2006
30 lug 11:07 – (Agenzia Nova) – Secondo l’ultimo sondaggio effettuato dalla societa’ Emnid per conto della “Bild am Sonntag”, l’Unione fra cristiano democratici (Cdu) e cristiano sociali (Csu) godrebbe di consensi inferiori al 30 per cento (29 per cento) nelle preferenze degli elettori tedeschi. L’Unione di centrodestra non scontava un simile calo di consensi da circa 12 anni. La debolezza di Cdu e Csu, pero’, non torna a vantaggio dei Socialdemocratici (Spd), che proseguono anzi la loro emorragia di consensi: il partito ha perso un ulteriore punto percentuale, ed ora si attesta al 18 per cento. Alternativa per la Germania (AfD) rimane la terza forza politica a livello nazionale, con il 15 per cento dei consensi. Seguono i Verdi con il 14 per cento, la Linke (10) e i liberali dell’Fdp (9). Gli altri partiti godrebbero di percentuali di consenso inferiori al 5 per cento.
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Ue, il politologo Reich: “un esercito comunitario e’ la risposta giusta all’America first di Trump”
30 lug 11:07 – (Agenzia Nova) – Le minacce del presidente statunitense Donald Trump di ritirare le truppe Nato dall’Europa non sono state mitigate dalle rassicurazioni commerciali espresse la scorsa settimana al presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker. Lo studioso di politica Robert Reich, Segretario al lavoro sotto la presidenza Clinton, ha osservato che il successo elettorale di Trump e’ “il risultato di molti anni di salari stagnanti e dell’influenza corruttrice dei ricchi finanzieri”. Di fatto, lo sviluppo degli Stati Uniti dagli anni ’90 e’ stato contrassegnato dalla crescente poverta’ e disuguaglianza. Lo slogan “America first” rappresenta la promessa di Trump di migliorare la situazione economica dei membri bianchi del suo elettorato della classe media. Cio’ solleva la questione di come la Ue dovrebbe reagire a questo tipo di eventi. In risposta sia alla crisi europea che all’America first di Trump, bisognerebbe puntare ad una politica europea comune di difesa e sicurezza. Con la “Cooperazione strutturata permanente” e’ stata creata una base istituzionale alla fine del 2017. Inoltre, eliminando la resistenza britannica a una piu’ stretta cooperazione militare, la Brexit sta aprendo l’opportunita’ di trasformare la politica di difesa in un progetto di integrazione europea. Questo vorrebbe dire nel contempo la fine di uno spreco economico. Al vertice della Nato del 2014, tutti gli alleati hanno concordato di “puntare a un obiettivo comune”. Entro il 2024, ogni Paese spendera’ almeno il due per cento del suo prodotto economico in Difesa, quasi raddoppiandolo. E’ tuttavia improbabile che cio’ accada, anche in Germania, pertanto sarebbe piu’ saggio che gli Stati lasciassero gradualmente unirsi i loro eserciti. L’unione di 23 eserciti in uno europeo vorrebbe dire inoltre un enorme potenziale di redditivita’ a medio termine nel settore degli appalti per la manutenzione, stimato in circa 130 miliardi di euro in piu’ rispetto alla situazione attuale. Anche il presidente del Bundestag Wolfgang Schaeuble si e’ detto favorevole alla cosa il prima possibile. Un esercito europeo sarebbe compatibile con le strutture della Nato e potrebbe fornire un aiuto fiscale agli Stati Uniti in termini di spese per gli armamenti, attraverso le strutture di acquisto, manutenzione e formazione molto piu’ economiche, senza che gli Stati della Ue debbano implementare lo standard del due per cento. Inoltre un simile esercito rafforzerebbe la coesione degli Stati dell’Unione, come gia’ accaduto in passato. Oggi e’ il momento di costruire questo progetto storico e assicurare il futuro della Ue con un esercito comune.
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Brexit, il “duro d’Italia” Matteo Salvini accusa l’Ue di “truffare” la Gran Bretagna
30 lug 11:07 – (Agenzia Nova) – Il vice primo ministro italiano Matteo Salvini accusa l’Unione Europea di star truffando la Gran Bretagna per spingerla lontano dalla Brexit per la quale l’elettorato britannico ha votato: cosi’ il quotidiano inglese “The Times” titola un’intervista al “duro d’Italia”, il ministro dell’Interno e leader della Lega, realizzata Roma dai suoi inviati Caroline Wheeler e Kenza Bryan e pubblicata con grande spazio ieri domenica 29 luglio nell’edizione domenicale “The Sunday Times”. Nell’intervista esclusiva Salvini accusa anche l’Ue di vler punire la Gran Bretagna per aver votato in favore del divorzio ed invita la premier britannica Theresa May ad adottare un atteggiamento piu’ rigido nei negoziati sulla Brexit dicendo: “La mia esperienza al Parlamento europeo mi ha insegnato che o ti imponi oppure ti truffano”; secondo quello che e’ ritenuto in questo momento l’uomo piu’ potente d’Italia, “su certi principi non ci puo’ essere flessibilita’ ed i britannici non dovrebbero fare passi indietro”. Con le sue dichiarazioni, commenta il “Times”, Salvini ha offerto una ciambella di salvataggio alla premier britannica Theresa May: la quale, di fronte allo stallo dei negoziati con la Commissione europea di Bruxelles sulla Brexit, ha lanciato una salva di missioni di diplomatiche per convincere uno ad uno personalmente i leader dei paesi Ue della bonta’ del suo piano di compromesso; ma finora senza alcun esito. Salvini ha detto al giornale londinese che l’Italia si dimostrera’ un buon amico della Gran Bretagna nelle trattative e che l’obbiettivo italiano e’ “chiaramente” che la May ottenga un buon accordo: “Spero che i negoziati si concludano positivamente per la Gran Bretagna e che essi servano da esempio per i popoli che rifiutano la prepotenza dell’Unione Europea”, ha detto il leader della Lega. Dopo aver ricordato che “la fase referendaria e’ un esempio di partecipazione popolare e di liberta’ democratica”, il ministro dell’Interno italiano si e’ augurato che il referendum sulla Brexit “possa essere una opportunita’ positiva per il popolo britannico” ed ha anticipato che il governo italiano accogliera’ con favore incontri bilaterali Italia-Regno Unito sul tema.
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La morte dell’ad di Fiat Chrysler apre dibattito tra trasparenza e privacy dei top manager
30 lug 11:07 – (Agenzia Nova) – Dopo la morte improvvisa la scorsa settimana di Sergio Marchionne, amministratore delegato 66enne di Fiat Chrysler, la rivelazione che il top manager aveva mantenuto segreta la sua malattia all’azienda e ai dirigenti per oltre un anno ha riacceso un dibattito su quali informazioni sulla loro vita personale gli ad dovrebbero condividere con le loro aziende e azionisti. La maggior parte degli esperti ritiene che gli amministratori delegati abbiano il diritto alla privacy, in particolare per quanto riguarda la loro salute. Peter Henning, ex avvocato della Securities and Exchange Commission (Sec) degli Stati Uniti, ha dichiarato che un azione della Sec in materia e’ improbabile, in quanto non esiste una regola chiara su cio’ che una societa’ dovrebbe rivelare sulla salute di un amministratore delegato. Ma alcuni sostengono anche che venire allo scoperto potrebbe aiutare a rompere il tabu’ sulle malattie nel posto di lavoro per gli altri dirigenti e per i lavoratori in generale. Dunque, anche se molti ritengono che gli ad non abbiano l’obbligo legale di rivelare i loro problemi di salute, ci si auspica che un giorno qualsiasi membro chiave del team operativo possa sentirsi a proprio agio nel condividere i problemi personali che possono essere un fattore di rischio per le prestazioni aziendali. Cosi’ hanno fatto l’amministratore delegato di JP Morgan, Jamie Dimon, e dall’amministratore delegato di Goldman Sachs, Lloyd Blankfein, che hanno informato i loro consiglieri e i loro dipendenti della diagnosi di cancro, continuando a svolgere le funzioni dopo il trattamento. Anche Apple conosceva la malattia di Steve Jobs, pur tentando a lungo di celarla al grande pubblico.
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Usa-Italia, Trump si prepara ad incontrare il premier italiano Conte
30 lug 11:07 – (Agenzia Nova) – Il presidente del Consiglio italiano, Giuseppe Conte, e’ volato a Washington per incontrare il presidente statunitense Donald Trump. La prima visita del premier italiano alla Casa Bianca in programma per oggi, scrive la “Washington Post”, rappresenta un raro esempio di “allineamento spirituale” in una difficile fase delle relazioni trans-atlantiche. Non mancano infatti i punti di incontro tra l’amministrazione di Trump e il governo italiano, composto da forze anti-establishment che intendono porre un freno all’immigrazione immigrazione, mettere in discussione le regole fondamentali dei rapporti dell’Italia con l’Europa e rivedere l apolitica di isolamento della Russia. Il governo italiano ha espresso preoccupazione per le sanzioni europee nei confronti di Mosca, affermando che queste ultime danneggiano le imprese dello Stivale. La “Washington Post” cita poi presunte simiglianze tra Trump e il ministro dell’Interno Matteo Salvini, entrambi colpevoli, secondo il quotidiano Usa, di dare risalto sui social media a “notizie false” e di usare l’immigrazione come pretesto per i problemi dei rispettivi paesi. Conte potrebbe cercare il supporto degli Stati Uniti in Libia, partner strategicamente importante che sta anche aiutando l’Italia a bloccare il traffico migratorio, e dove Roma vorrebbe svolgere un ruolo guida nella ricostruzione del paese. Trump e Conte discuteranno di commercio, tema centrale e fonte chiave di tensione tra gli Stati Uniti e l’Europa, anche dopo la recente tregua che ha placato i timori di una guerra commerciale.
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