‘E’ quanto mai opportuna l’urgente attivazione del Tavolo di Concertazione nazionale sull’emergenza idrica, condiviso con il Ministero dell’Ambiente’. Lo chiede Francesco Vincenzi, presidente dell’Associazione nazionale dei consorzi di gestione e tutela del territorio e delle acque irrigue (Anbi).
La situazione sarebbe, infatti, di grave criticità stando ai dati analizzati dall’Anbi. A soffrire di più soprattutto l’Italia Occidentale, dove le riserve idriche dei grandi bacini lacustri sono inferiori di oltre il 40% a quelle registrate nella più recente siccità, quella del 2007: il Lago Maggiore è al 16,5% della sua capacità ed il Lago di Como è sceso addirittura sotto il 10% (9,4%, cioè 23,8 centimetri sotto lo zero idrometrico); decisamente meno allarmante – aggiunge l’Anbi – è la situazione negli invasi centro meridionali dove i livelli si mantengono indicativamente sui livelli dello scorso anno. Oltre al dato contingente, nell’Italia settentrionale a preoccupare è soprattutto la prospettiva per l’insufficiente presenza di manto nevoso che, salvo radicali novità meteo, non garantirà i consueti afflussi idrici nei prossimi mesi, determinanti per i raccolti agricoli ed in particolare per quei prodotti di qualità, da cui dipende l’84% del “made in Italy” agroalimentare.
‘E’ una fase molto delicata di un confronto appena avviato, ma ricco di problematiche, giacché molti sono gli interessi, che gravitano sulla risorsa acqua – conclude Vincenzi – Per questo, va ricordato che la legge prevede la priorità dell’uso agricolo, cioè alimentare, dopo quello umano, cioè per dissetare; in questo quadro, nel rispetto dell’ecosistema, chiediamo pertanto la disponibilità a ridiscutere i termini del minimo deflusso vitale nei corsi d’acqua per evitare rischi di desertificazione del territorio con gravi ricadute sull’economia agricola e sull’equilibrio ambientale. L’agricoltura, infatti, utilizza, ma non consuma l’acqua, restituendola integra al territorio’.