X, ex Twitter, ha lanciato sabato scorso la propria intelligenza artificiale generativa (AI) modellata su ChatGPT (OpenAI) o Bard (Google). Riservato attualmente a una manciata di utenti preselezionati dall’azienda, il servizio, denominato Grok, sarà in futuro riservato agli abbonati “Premium Plus” del social network (circa 16 euro al mese).
Il nuovo chatbot AI ha accesso ai contenuti condivisi sulla piattaforma X, il che significa che ha la capacità di rimanere aggiornato sugli eventi globali in tempo reale. Con il lancio di Grok, l’azienda vuole offrire alle persone uno strumento che possa fungere da assistente di ricerca, aiutare gli utenti ad accedere rapidamente alle informazioni e generare nuove idee.
Il nome “Grok” è un riferimento a un termine gergale informatico, ispirato a un romanzo di Robert Heinlein, che denota una comprensione profonda e istintiva. In linea di principio il nuovo servizio di X non si differenzia molto dai suoi concorrenti: l’interfaccia permette di porre domande e ottenere risposte scritte.
Ma mentre ChatGPT e Bard hanno messo in atto una serie di limitazioni per evitare abusi, Grok non ha imposto nulla di particolare.
E così mentre i suoi concorrenti in particolare si astengono dal rispondere a domande sugli eventi attuali e non utilizzano i dati recenti per allenarsi, ma Grok lo fa.
L’azienda afferma quindi che il robot conversazionale farà affidamento sulla “conoscenza del mondo in tempo reale tramite la piattaforma X”.