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Elon Musk, è lui il vero vincitore e il suo impero imprenditoriale

Donald Trump è ufficialmente il 47esimo Presidente degli Stati Uniti. Dopo 4 anni il tycoon ritorna alla guidare del Paese a stelle e strisce, esultando con “una vittoria mai vista, magnifica per il popolo americano, che consente di rendere l’America grande di nuovo”, ha detto sul palco del Convention Center di Palm Beach accompagnato dalla sua famiglia e nel primo discorso da inquilino della Casa Bianca.

Nel suo discorso Trump ha ringraziato in modo particolare Elon Musk , il miliardario fondatore di Tesla e SpaceX, definendolo “Un supergenio. Abbiamo una nuova stella. Elon è un uomo straordinario, siamo stati insieme questa notte, ha passato due settimane a Philadelphia, in diverse parti della Pennsylvania, facendo campagna per me. Dobbiamo tutelare i geni come lui”, ha detto Trump.

Un grande endorsement per il neo presidente degli Stati Uniti, appunto per questo Musk “potrebbe essere il più grande vincitore di un secondo mandato di Trump” alla Casa Bianca. A scriverlo è ‘Nbc News’ in un ritratto del Ceo di Tesla nel quale viene sottolineato che Musk “e il suo impero imprenditoriale potrebbero raccogliere enormi frutti” da un ritorno dell’ex presidente Usa alla Casa Bianca. Musk, che ha trasformato X in “una cassa di risonanza” pro-Trump, sottolinea il media Usa, “avrà conflitti di interesse senza precedenti se come sembra diventerà uno zar dell’efficienza governativa”.

L’aiuto di Musk nella campagna elettorale di Trump: 118 milioni di dollari

Il coinvolgimento, a suon di mega finanziamenti, di miliardari nelle campagna elettorali non è certo una novità negli Usa, ma Musk è andato ben oltre delle passate mobilitazioni di miliardari in favore di un candidato. Per questa campagna elettorale Musk ha sostenuto con entusiasmo la campagna di Trump attraverso apparizioni e donazioni per oltre 118 milioni di dollari attraverso il suo super Pac.

Musk, 53 anni, potrebbe svolgere un ruolo influente in una seconda amministrazione Trump, come consulente sui tagli alla spesa o se riuscirà a esercitare il proprio potere sulle agenzie governative che regolano le sue attività. Proprio oggi intervenendo nel programma online di Tucker Carlson il miliardario ha sottolineato che sarebbe “felice di aiutare il governo ad essere più efficiente. Penso che dobbiamo tagliare la burocrazia, ridurre la troppa regolamentazione e le agenzie federali. Creiamo nuove agenzie tutto il tempo e questo rappresenta un costo per le persone”, ha spiegato Musk aggiungendo che “l’America è una nazione di costruttori” e “presto sarete liberi di costruire”.

Enorme conflitto di interessi

“A parte le questioni etiche, gli investimenti commerciali di Musk all’estero, in particolare in Cina, combinati con i delicati contratti federali della sua azienda per il programma spaziale militare degli Stati Uniti – scrive ‘Nbc News’ – sollevano seri interrogativi sui conflitti di interesse che potrebbero mettere a repentaglio la sicurezza nazionale americana, secondo funzionari ed esperti statunitensi attuali ed ex”. Tesla, l’azienda di veicoli elettrici di Musk, osserva il media statunitense, «fa molto affidamento sulla Cina, ora vista da entrambi i partiti politici come la principale minaccia alla sicurezza e rivale economico degli Stati Uniti. Tesla dipende dalla Cina come base di produzione e come mercato cruciale per i suoi veicoli. Durante una visita in Cina all’inizio di quest’anno, Musk ha fatto eco alla linea di Pechino su Taiwan, descrivendola come ‘parte integrante’ della Cina.

A differenza di alcuni magnati o capi d’azienda, Musk pesa anche sulle questioni di geopolitica quando è in contrasto con la politica estera degli Stati Uniti, sostenendo posizioni sulla guerra in Ucraina che si allineavano con la posizione del Cremlino”. Musk avrebbe avuto conversazioni telefoniche con il presidente russo Vladimir Putin, secondo una fonte a conoscenza della questione, che è stata riportata per la prima volta dal ‘Wall Street Journal’. Alcuni legislatori che hanno parlato con Nbc News in condizione di anonimato a causa della natura sensibile delle conversazioni «temono che Musk possa cercare di spingere la politica statunitense in una direzione favorevole ai suoi interessi finanziari. Sono preoccupati che Musk possa minare l’obiettivo degli Stati Uniti di impedire alla Cina di accedere a una tecnologia all’avanguardia che può essere utilizzata per sviluppare le sue capacità militari e di intelligence. Gli esperti affermano che la potenziale influenza di Musk sul governo degli Stati Uniti deriva dal ruolo influente di SpaceX. La società, di cui Musk ricopre il ruolo di Ceo, è stata definita un ‘monopolio de facto’ dagli analisti a causa della sua quota di mercato dominante nell’invio di satelliti commerciali e governativi nello spazio».

Musk, rileva ancora ‘Nbc News’, “sarebbe in grado di intensificare gli affari delle sue aziende grazie al suo ormai profondo legame con Trump, e potenzialmente potrebbe prendere di mira i suoi rivali nel settore aerospaziale, come Boeing”. Musk nelle settimane passate “ha criticato Boeing, per i suoi enormi contratti governativi in collaborazione con altri giganti della difesa” e “i contratti governativi assegnati alle grandi aziende della difesa che, a suo dire, ostacolano l’innovazione e non forniscono alcun incentivo alle aziende a finire il lavoro”.

Musk guiderà un nuovo Dipartimento di Governo?

Lo scorso mese Trump aveva annunciato, in caso di vittoria alle presidenziali 2024, la nascita di un nuovo ufficio presidenziale, il Department of Government Efficiency, offrendone la guida a Musk.

Il patron di Tesla e SpaceX ha ufficializzato il suo interesse al ruolo propostogli di guida del Dipartimento governativo e tra i primi provvedimenti su cui lavorare ha certamente messo sul tavolo la semplificazione delle autorizzazioni amministrative per il software per la guida autonoma Tesa.

Sebbene in passato il governo federale abbia esaminato le normative nazionali per i veicoli automatizzati, gli standard e le linee guida emanati dagli enti regolatori sono stati relativamente limitati, lasciando ai governi locali il compito di definire il proprio approccio. Attualmente, 19 stati hanno leggi in vigore che consentono ai veicoli senza conducente di circolare sulle strade pubbliche.

Ma non c’è un conflitto di interessi enorme in questa possibile nomina?

Musk avrebbe un’enorme influenza su tutte le agenzie governative chiamate a regolare i tanti settori in cui le sue imprese sono attive, da SpaceX nell’industria aerospaziale a Tesla nell’automotive, fino alla startup xAI nell’intelligenza artificiale e i robot Tesla nell’automazione robotica.

Se Musk entrasse alla Casa Bianca favorirebbe le sue aziende a scapito di tutte le atre, ottenendo vantaggi quasi illimitati nel raggiungimento dei suoi obiettivi di imprenditore, ma che ne sarebbe del concetto di bene comune e di interesse pubblico?

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