Key4biz

Elon Musk alla guida della politica statunitense sull’AI?

La recente elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti ha suscitato iniziative per nominarlo leader della politica nazionale sull’AI, con un ruolo di primo piano per Elon Musk. L’organizzazione no-profit Americans for Responsible Innovation (ARI), fondata da Brad Carson, ha lanciato una petizione per nominare Musk come consulente speciale per l’AI, promuovendo la visione di un’America capofila nello sviluppo responsabile dell’AI.

Conosciuto sia per aver cofondato OpenAI che per le critiche a modelli generativi avanzati come ChatGPT, Musk ha sostenuto una moratoria sul loro sviluppo, sebbene alcune voci ritengano che il suo interesse sia mirato a proteggere la sua azienda di AI, xAI. L’ARI sottolinea che, con i giusti meccanismi per gestire eventuali conflitti d’interesse, Musk potrebbe offrire un contributo significativo.

David Robusto, analista di ARI, menziona l’impegno di Musk per la sicurezza dell’AI, testimoniato dal suo supporto a leggi e misure per la regolamentazione del settore, come il disegno di legge SB 1047 della California.

Inoltre, anche se Musk ha dichiarato che potrebbe assumere il ruolo di direttore dell’ipotetico Department of Government Efficiency (DOGE) sotto l’amministrazione Trump, Robusto sostiene che questo incarico potrebbe non escludere la promozione della sicurezza dell’AI.

La petizione si propone di raccogliere 10.000 firme per dimostrare un ampio sostegno pubblico all’iniziativa. Nonostante le sue posizioni a volte polarizzanti, Musk, grazie alla sua conoscenza tecnica e all’interesse per la sicurezza, potrebbe rappresentare una figura chiave nella creazione di normative che promuovano un’AI responsabile e sicura per il futuro degli Stati Uniti.

Per maggiori informazioni, clicca per l’articolo originale.

Il Giappone propone un piano da 65 miliardi di dollari per sostenere l’industria nazionale dei chip

Il governo giapponese ha pianificato un massiccio investimento di 65 miliardi di dollari per rafforzare la produzione domestica di semiconduttori, secondo una bozza di proposta resa nota il 11 novembre 2024. L’obiettivo del Giappone è di consolidare l’autosufficienza tecnologica e garantire la sicurezza della supply chain, riducendo la dipendenza dall’importazione di chip fondamentali per settori strategici come l’automobile, la tecnologia e la difesa.

Questa iniziativa si inserisce in un contesto di crescente competizione globale, dove Paesi come gli Stati Uniti e la Cina stanno intensificando i loro sforzi per il dominio nel mercato dei semiconduttori. Il piano include incentivi per sostenere le aziende giapponesi nella ricerca, nello sviluppo e nella produzione di chip avanzati, mirati a rispondere alla domanda crescente sia a livello interno che internazionale.

Inoltre, il Giappone intende collaborare con partner internazionali per assicurarsi le competenze e le tecnologie necessarie per competere efficacemente con i principali produttori mondiali di semiconduttori.

Questa iniziativa ambiziosa rispecchia la determinazione del Giappone a diventare un attore chiave nel settore dei chip, riducendo al contempo le vulnerabilità economiche derivanti dalla dipendenza estera in un mercato in rapida evoluzione e caratterizzato da complessi vincoli geopolitici.

Per maggiori informazioni, clicca per l’articolo originale.

Cosa deve fare l’Africa per diventare un attore importante nel settore AI

L’articolo analizza le sfide e le potenzialità dell’Africa nell’affermarsi come protagonista nel settore dell’AI. Sebbene l’Africa possieda un ecosistema di startup AI in crescita e un giovane bacino di talenti, barriere come l’insufficienza di fondi, infrastrutture inadeguate e divisioni sul fronte normativo ostacolano lo sviluppo.

L’incontro annuale Deep Learning Indaba, che riunisce ricercatori e innovatori africani, evidenzia l’interesse per l’uso di AI in ambiti come agricoltura, salute ed educazione. Tuttavia, l’assenza di fondi e attrezzature limita il progresso, come testimoniano gli sviluppatori locali, spesso costretti a simulare strumenti di laboratorio con semplici rappresentazioni grafiche.

Un ulteriore ostacolo è l’assenza di una strategia AI unitaria per il continente, con proposte contrastanti da parte delle agenzie africane. Nel 2024, l’African Union Development Agency ha pubblicato un piano strategico, ma un altro documento rivale, influenzato da consulenze straniere, ha generato tensioni tra ricercatori e autorità locali, preoccupati di perdere autonomia decisionale a favore di interessi esterni. Gli investimenti esteri, benché necessari, suscitano timori di condizionamento.

Voci come Timnit Gebru, direttrice dell’istituto DAIR, sottolineano la necessità di soluzioni AI che rispettino le esigenze africane senza replicare le problematiche dei modelli occidentali.

Per maggiori informazioni, clicca per l’articolo originale.

Exit mobile version