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Elisabetta Ripa (Open Fiber) ‘Rete unica bloccherebbe investimenti. Spegnere subito la rete rame’

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Creare una società unica della rete non aiuterebbe a portare più connessioni in fibra nelle case degli italiani e un piano di fusione e integrazione delle reti con l’incumbent Tim rischierebbe di bloccare gli investimenti di Open Fiber. Lo ha detto l’amministratore delegato di Open Fiber Elisabetta Ripa in un’intervista al Messaggero, nella quale Ripa respinge l’attacco diretto nei suoi confronti avanzato quattro giorni fa da Beppe Grillo, che aveva tacciato il progetto Open Fiber di fallimento, auspicando in vece la fusione con la rete Tim attraverso un incremento della partecipazione che Cdp ha in Tim, oggi al 9,8%, incassando poi il consenso di Giuseppe Conte.

‘Grillo male informato’

“Le critiche di Grillo? Ne ha diritto ma è stato male informato – ha detto Ripa – Open Fiber è una realtà solida: terzo gruppo per estensione della rete in Europa e primo fornitore wholesale only”. Nuove alleanze sono quelle con Orange e Sky, mentre trattative avanzate sono in essere anche con Iliad.  

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‘Rete unica non aiuterebbe’

Per quanto riguarda la rete unica, “Nel breve e medio termine non aiuterebbe. Qualsiasi operazione di fusione o acquisizione ora bloccherebbe le attività e gli investimenti che OF sta realizzando. Il risultato sarebbe un ritardo. Però mi rendo conto potrebbe rispondere ad altre esigenze”, dice la Ripa. Esigenze “legate a Tim o alla sostenibilità nel tempo della sua posizione”.

Secondo l’AD di OF l’obiettivo deve essere quello di accelerare la copertura in fibra.

Switch off del rame

“La realtà è che bisogna cominciare a parlare dello spegnimento della rete in rame [la rete di proprietà di Telecom, ndr]. Lo hanno fatto implicitamente Colao e il premier parlando di un piano per traguardare la tecnologia di ultima generazione per abbandonare la precedente. Questo surriscalda gli animi”, ha aggiunto Ripa.

Lo scorso 4 giugno, Francesco Starace, AD Enel e azionista al 50% di OF, aveva detto che una eventuale rete unica non deve essere verticalmente integrata, come sarebbe in caso di controllo in capo a Tim. “Il paese ha bisogno di politica industriale non di scontro politico”, aggiunge.

Ritardi copertura storici

Il ritardo di copertura nel nostro paese “è storico ed è il risultato di un conflitto di interessi oggettivo – dice – E’ difficile che un incumbent possa decidere di accelerare l’obsolescenza della propria rete se non stimolata da altri fattori. OF è nata anche per questo”, aggiunge l’ad che ribadisce come la rete “sarà pronta nel 2022. Solo 4 regioni slitteranno al 2023 per l’8% delle unità immobiliari: Veneto, Lombardia, Piemonte e Liguria”.

Il Piano Bul prevedeva di chiudere nel 2020 “ma prevedeva anche di partire nel 2016 ed è partito invece nel 2018”, chiude l’ad.

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