La Città di Roma non è un Comune qualsiasi: è la Capitale d’Italia, sede del Governo repubblicano e dello Stato del Vaticano, con un’area metropolitana tra le più grandi e complesse del Paese. Il programma di Giorgia Meloni, candidata a Sindaco di Roma per Fratelli d’Italia, parte da qui, dalla considerazione che la Città eterna necessiti di un’attenzione particolare da parte delle Istituzioni centrali e locali e quindi di una nuova legge che consenta interventi straordinari in virtù del suo status di Capitale.
Si deve ripartire da una nuova organizzazione della macchina burocratica in chiave di “buon governo”, di “responsabilità individuale” del personale dell’amministrazione pubblica, sul modello anglosassone e nordeuropeo.
Meloni insiste molto sul replicare esperienze di altre capitali europee a cui Roma non deve invidiare nulla. Arte, cultura, storia, bellezze architettoniche, l’urbe deve saper valorizzare il proprio patrimonio naturale e deve poter contare sulla collaborazione di Governo e Regione Lazio per raggiungere gli obiettivi di crescita, sostenibilità, efficienza, decoro e miglior qualità della vita.
L’immondizia è uno dei temi caldi per la candidata a sindaco di Fratelli d’Italia (sostenuta anche dalla Lega Nord di Matteo Salvini) e la parola d’ordine è “rifiuti zero”: “con il ‘porta a porta’, entro il mio primo mandato, conto di raggiungere il 75% di raccolta differenziata grazie alla regola delle ‘quattro R’: riduzione, riutilizzo, riciclo, recupero”.
Sui trasporti bisogna andare “più veloci” e puntare decisamente sui mezzi pubblici di qualità: dal centro storico alle periferie estreme, si legge nel programma, “voglio consegnare ai romani una rete di trasporto pubblico moderna e veloce, affiancata dal potenziamento delle nuove modalità di trasporto, car e bike sharing, che non devono fermarsi nella città storica, ma servire tutto il territorio comunale”.
Sulla mobilità sostenibile Meloni promette di riprendere il “Piano Quadro della ciclabilità” e promette di impegnarsi alla chiusura dell’anello ferroviario interno (“ma le Ferrovie facciano la loro parte”, con la costruzione della Gronda sud, che va da Ponte Galeria a Pomezia).
Ulteriori elementi qualificanti il programma, sono: l’attenzione all’alfabetizzazione digitale e alle infrastrutture di rete per la connettività Wi-Fi in tutta l’area metropolitana; la rigenerazione urbana, il riuso di immobili abbandonati e un modello di sviluppo urbanistico basato sulla ‘sostituzione edilizia’ contro il consumo di suolo; trasferire ministeri e uffici centrali dal centro storico all’anello esterno, facendo spazio a musei, gallerie, spazi culturali, servizi di accoglienza del turista, alberghi per la nascita del più grande museo del mondo e il ritorno della residenzialità.
Più verde inoltre per migliorare la qualità della vita dei cittadini e valorizzare ulteriormente il territorio cittadino, citando il masterplan ideato da Jeremy Rifkin: “attenzione all’uso dei materiali isolanti ed ecologici nell’edilizia, utilizzo del fotovoltaico, forestazione all’interno delle aree verdi, incentivazione alla mobilità dolce e sostenibile, incremento dell’utilizzo dell’illuminazione a LED, vera garanzia di risparmio energetico e di minore inquinamento”.
Recupero delle arti e mestieri, infine, della tradizione artigiana della città, realizzando il “Roma Style District” e lanciano l’idea di un marchio “Made in Rome”, con la nuova Fiera di Roma vetrina collettiva per l’esposizione e l’internazionalizzazione delle produzioni.
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