Calenda “strappa” al Pd il 30% dei collegi, Meloni guida il centrodestra con il 44%
Entro il 22 agosto tutti i partiti dovranno presentare le liste dei candidati, sia per i collegi uninominali dove vige il sistema maggioritario (un candidato per collegio vince quello che prende più voti), sia per i collegi plurinominali dove vige il sistema proporzionale (una lista “blindata” per collegio e dal capolista in giù i seggi vengono assegnati in proporzione ai voti ricevuti dal partito d’appartenenza). Il centrodestra ha già fatto i compiti e diviso, in base ai sondaggi, tutti i 221 seggi dei collegi uninominali: 98 seggi a FdI, 70 alla Lega, 42 a Forza Italia (compreso l’Udc) e 11 a Noi con l’Italia il partito di Maurizio Lupi. Nell’infografica in apertura, regione per regione, tutti i seggi dei collegi uninominali al Senato (74). Mentre qui sotto quelli della Camera (127).
Elezioni 2022, come funziona il sistema uninominale secco
Entrare in una coalizione per il maggioritario è decisivo. Con il sistema uninominale “secco” i partiti più piccoli hanno praticamente zero possibilità di riuscire arrivare primi in un collegio. Lo sa bene Carlo Calenda, e sa anche che i voti di Azione e Più Europa sono necessari al Pd per gareggiare ad armi pari contro il centrodestra di Meloni, Salvini e Berlusconi. Il risultato? Decisamente a favore dell’ex ministro dello sviluppo economico dei governi Renzi e Gentiloni che “strappa” al Pd il 30% dei collegi uninominali da cui saranno “stornati” i collegi assegnati a eventuali partiti che s’inseriranno nella coalizione di centrosinistra.
Di Maio, Europa Verde e Sinistra Italiana vogliono rinegoziare il patto con Calenda
Per Azione e Più Europa questo accordo rappresenta la possibilità di gareggiare per circa 66 seggi tra Senato e Camera. Draghiani “puri” i centristi di Calenda hanno avanzato e ottenuto anche un non scontato aut-aut dal Pd: non candidare i leader delle forze politiche (leggi Di Maio, Nicola Fratoianni di Sinistra italiana e Angelo Bonelli di Europa Verde) candidature che possono risultare “divisive” per gli elettori.
Insieme per il futuro rischia di non superare la soglia di sbarramento
La conditio sine qua non vale anche per gli ex forzisti, Gelmini, Carfagna e Brunetta. Per questi “indesiderati” le liste disponibili sono quelle dei collegi plurinominali, dove possono gareggiare con una lista propria rimanendo all’interno della coalizione, ma con il rischio di non superare la soglia di sbarramento al 3%, un pericolo reale per il partito di Di Maio “Insieme per il futuro”. Per questo i “grandi esclusi” hanno chiesto una rinegoziazione del patto Letta-Calenda ma Azione ha risposto un secco no. Nel grafico qui sotto le poltrone della Camera assegnate, regione per regione, tramite il calcolo proporzionale, in tutto 245.
Elezioni 2022, il taglio dei parlamentari è del 30%
In tutto saranno 600 i componenti per le due Camere, il 30% in meno, (prima erano 945). Ma non è tutto, si aggiungono anche un massimo di 5 senatori a vita scelti dal capo dello stato. Questa riduzione è entrata in vigore con la legge costituzionale del 19 ottobre 2020, n. 1 “Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione”. L’Italia sarà quindi allineata al resto d’Europa per numero di parlamentari e non più il Paese con il più alto numero di parlamentari, lasciando il primo posto alla Germania dove le poltrone sono circa 700. Ma come funziona le legge elettorale in vigore? Vediamo subito. Intanto qui sotto l’ultima infografica che mostra i seggi al Senato assegnati tramite il calcolo proporzionale, sempre divisi regione per regione.
Come funziona la legge elettorale in vigore, il “Rosatellum”
Il sistema elettorale in vigore si chiama “Rosatellum” e prende il nome dal suo ideatore il deputato Pd Ettore Rosato. Questo sistema, come abbiamo visto, prevede un mix tra il sistemo maggioritario e quello proporzionale. Ogni Regione ha la sua quota di deputati e senatori eleggibile. È stata approvata in via definitiva al Senato il 26 ottobre 2017 e sostituisce sia la precedente legge elettorale italiana del 2015, nota come “Italicum” (valida solo per la Camera dei deputati) che la legge Calderoli, soprannominata “Porcellum”. Quest’ultima dichiarata parzialmente incostituzionale a causa del premio di maggioranza perché, si legge nella dichiarazione della consulta: “foriero di una eccessiva sovra-rappresentazione” e può produrre “una oggettiva e grave alterazione della rappresentanza democratica”, perché non impone “il raggiungimento di una soglia minima di voti alla lista”.
Fonte: Parlamento Italiano
Ultimo aggiornamento: agosto 2022