Lunedì 24 gennaio, dalle ore 15, alla Camera dei Deputati inizierà l’elezione del Presidente della Repubblica con il Parlamento in seduta comune e la partecipazione dei delegati regionali. I ‘grandi elettori’, ossia gli aventi diritto al voto, sono 1.009, sulla carta…
Il quorum per l’elezione del presidente della Repubblica è calcolato sugli aventi diritto. Verrà eletto Capo dello Stato chi riceverà i voti dai due terzi dell’assemblea: occorrono 673 voti. Se questo quorum non si raggiungerà alla prima votazione né alla seconda e né alla terza, allora dal quarto scrutinio basterà la maggioranza assoluta, sempre degli aventi diritto: quindi 505 voti. La votazione avviene a scrutinio segreto.
Gli assenti possano diventare determinanti per il raggiungimento della maggioranza assoluta richiesta?
Ma, ad oggi, circa 50 aventi diritto tra deputati e senatori sono positivi al Covid-19 o in quarantena. E c’è chi sostiene che, fino al 24 gennaio, con l’aumento dei contagi e delle quarantene gli “assenti” possano diventare determinanti per il raggiungimento della maggioranza assoluta richiesta.
E per far garantire loro il diritto/dovere di votare si è aperto un dibattito con la richiesta, anche da parte dei gruppi politici, alla presidenza della Camera dei Deputati di approfondire altre modalità per consentire anche ai positivi e a chi è in quarantena di votare per l’elezione del Capo dello Stato.
Il voto a distanza per loro è richiesto da più parti, come anche la possibilità di far votare chi è in quarantena nelle prefetture.
Ma, al momento, l’unica certezza è il voto in presenza a Montecitorio, con nuove regole anti-Covid. Ecco quali: si voterà per fasce orarie, 50 per volta, con una presenza massima in Aula di 200 grandi elettori e altri 100 circa nelle tribune. E green pass base per accedere.
La richiesta: “I parlamentari devono poter votare anche da remoto“
“I parlamentari devono poter votare anche da remoto” è il titolo dell’articolo pubblicato oggi dal Sole24Ore a firma di Giovanna De Minico. Secondo la professoressa di Diritto costituzionale, all’università Federico II di Napoli, “anche in tempi straordinari, la legge è uguale per tutti”. Per De Minico “…il voto elettronico” deve essere un “supporto ancillare a quello in presenza, ma è necessario inventarsi una modalità alternativa, che, senza rinunciare alla garanzia della personalità, sappia assicurare anche la segretezza, indispensabile per il voto sulle persone”.
La segretezza del voto deve essere garantita con un eventuale modalità online perché la votazione del presidente della Repubblica avviene a scrutinio segreto, recita l’art. 83 della Costituzione italiana.
“La tecnologia”, continua la professoressa De Minico, “mette a disposizione vari sistemi che combinano con un certo grado di attendibilità segretezza e personalità, ma anche integrità della trasmissione e celerità dello spoglio. Quanto detto, eviterebbe di riservare un trattamento asimmetrico al parlamentare, che impedito di recarsi alle urne non può votare, mentre il cittadino nella medesima situazione è in grado di esprimere il suo voto”.
iVoting ha effetto sull’elezione del presidente della Repubblica. Piemonte e Toscana eleggono così i delegati
Con molta probabilità, non sarà inaugurato il voto online per i positivi o per chi è in quarantena in occasione dell’elezione a Montecitorio del prossimo presidente della Repubblica, ma l’iVoting ha, comunque, degli effetti sulla sua elezione. Questo perché il consiglio regionale del Piemonte ha scelto già i suoi tre delegati con il voto a distanza.
E la Regione Toscana farà lo stesso. Con l’iVoting martedì 18 gennaio dalle ore 15 in poi sceglierà i suoi delegati (che non necessariamente devono essere consiglieri regionali – per prassi sono loro).
“È stato deciso ieri nella conferenza dei capigruppo che voteremo in modo elettronico i nostri delegati”, ha annunciato a Key4biz Antonio Mazzeo, presidente del consiglio regionale della Toscana. 45enne, ingegnere, legato al voto elettronico, perché nel 2020, è stato eletto presidente del consiglio regionale proprio con questa modalità: “I consiglieri in Aula mi hanno votato attraverso un tablet e un solo consigliere da casa con l’iVoting”.
“Per quanto riguarda la votazione dei delegati che andranno dal 24 gennaio a Montecitorio per eleggere il presidente della Repubblica”, ci ha spiegato Mazzeo, “abbiamo realizzato un sistema informatico che garantisce integrità, autenticità e segretezza del voto”.
In sostanza i consiglieri voteranno su un tablet e riceveranno sul cellulare personale, attraverso SMS le password OTP, che garantiscono il voto univoco. Così i consiglieri potranno indicare le due preferenze. E la segretezza del voto come è garantita?
“Il sistema”, ha concluso, “separa sempre il voto espresso dal nome del votante”.
Infatti, la piattaforma memorizza in due diversi database criptati con due chiavi hash differenti (disgiunti fra loro) il voto espresso da parte del votante e la preferenza accordata. Non è possibile per nessuno, nemmeno per i tecnici informatici, ricostruire l’associazione fra votante e voto espresso.