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Elettricità: i Paesi europei tra i più energivori al mondo. L’impatto del clima sui consumi

Il consumo mondiale di energia elettrica sta aumentando di anno in anno. Nel 2017 ha raggiunto i 25.721 TWh, con un incremento medio del 2,6% sull’anno precedente. La Cina è la nazione che consuma di più, il 26% circa del totale, subito dopo vengono gli Stati Uniti, con il 17,5%. E l’Europa? Anche il vecchio continente impatta in maniera rilevante sui consumi globali di elettricità, ma a livello procapite.

Nella classifica dei Paesi che consumano più energia elettrica in tutto il pianeta a livello procapite, contenuta nell’“IEA Atlas of Energy”, al primo posto c’è l’Islanda, con 54,4 MWh per persona, al secondo la Norvegia, con 23,7 MWh, e al terzo il Bahrain, con 18,7 MWh.

In questo poco invidiabile ranking, l’Europa piazza ben cinque paesi tra i primi dieci posti, con la Finlandia al sesto posto (15,5 MWh), il Lussemburgo all’ottavo posto (13,8 MWh) e la Svezia al nono posto (13,6 MWh).

Tale scenario non può che preannunciare un drastico aumento delle emissioni di diossido di carbonio (CO2), che nel 2017 hanno raggiunto un volume pari a 33 miliardi di tonnellate, con la Cina in testa (28% di quota sul totale), seguita dagli USA (14%), dall’Unione europea al 10% e dall’India al 7%.

Altra caratteristica fondamentale di questa classifica è che i Paesi che più consumano elettricità per singolo cittadino sono quelli che più risentono di condizioni climatiche difficili e a tratti estreme (sia per il caldo, sia per il freddo). Il clima impatta enormemente nel consumo di energia elettrica: i Paesi europei che compaiono in Top Ten sono tutti scandinavi (tranne il Lussemburgo), quindi consumano molta elettricità per riscaldarsi, come il Canada (una delle nazioni più fredde al mondo) in settima posizione, mentre gli altri sono tutti mediorientali, oltre il Bahrain sul podio, c’è il Qatar al quarto, il Kuwait al quinto e gli Emirati Arabi al decimo, posti estremamente caldi d’estate, dove l’elettricità è fondamentale per la massima diffusione dell’aria condizionata.

Sulla scena mondiale, dopo Cina e Usa, c’è l’India, con il 5,4% del totale, il Giappone, con il 4,5%, la Russia, con il 3,6%, la Germania, con il 2,4%, il Canada, con il 2,4%, il Brasile, con il 2,3%, la Francia, con il 2%.
I primi dieci Paesi al mondo consumano i due terzi dell’elettricità complessiva disponibile.

L’Italia consuma 294 TWh di energia elettrica l’anno, contro i 647 della Germania, i 557 della Francia, i 335 della Gran Bretagna. A livello procapite siamo sui 5,2 MWh, mentre il 35% dell’energia elettrica è prodotto da fonti pulite.
Il nostro Paese, infine, ha emesso circa 322 milioni di tonnellate di CO2 nel 2017, con il dato preliminare in aumento per il 2018.

Le fonti energetiche rinnovabili sono già utilizzate per generare ulteriore energia elettrica da immettere sul mercato e nelle reti di distribuzione, ma certamente non basta. Nel resto del mondo, l’Islanda tira fuori dalle fonti energetiche pulite quasi tutta l’elettricità di cui ha bisogno, sfiora il 100%, stessa cosa per la Norvegia, attorno al 98%, la Danimarca invece è al 71%, il Regno Unito è al 30%, la Cina al 25%, la Francia e gli USA al 17%, solo per fare alcuni esempi.

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