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El Salvador legalizza i bitcoin e mette in crisi il Fondo Monetario Internazionale

Una notizia che ha fatto il giro il mondo e che potrebbe aprire nuovi scenari nel mercato della monete virtuali. El Salvador, il piccolo Stato dell’America Centrale, sarà il primo Paese al mondo ad utilizzare i bitcoin come moneta reale grazie all’approvazione del Parlamento della “BitcoinLaw“, legge voluta dal suo estroverso presidente Nayib Bukele.

Secondo la nuova legge l’uso del bitcoin sarà “libero con potere liberatorio, illimitato in qualsiasi transazione e a qualsiasi titolo richiesto dalle persone fisiche o giuridiche pubbliche o private”. Nella discussione avvenuta nella Commissione Finanze è stato chiarito che il bitcoin non sostituirà il dollaro.”

Inoltre è previsto che il tasso di cambio fra bitcoin e dollaro sia fissato liberamente dal mercato, che i prezzi possano essere espressi in bitcoin, e che anche tutte le tasse ed imposte possano essere pagate con la criptomoneta. Particolare importante, gli scambi realizzati in bitcoin non saranno soggetti all’imposta sulle plusvalenze come avviene per qualsiasi altra moneta a corso legale.

El Salvador e la scelta di legalizzare i Bitcoin

La legalizzazione dei Bitcoin potrà diventare un punto di svolta per l’economia di El Salvador, fatto per lo più da connazionali che lavorano negli Stati Uniti a causa dell’elevato tasso di criminalità e disoccupazione che affligge il Paese. Per il presidente Bukele la BitcoinLaw aiuterà a ridurre i costi di invio delle rimesse grazie alle quali tantissime famiglie salvadoregne vivono. Si tratta di trasferimenti internazionali, saliti a un record di quasi 7 miliardi di dollari negli ultimi 12 mesi.

Queste transazioni internazionali sono molto costose: le commissioni possono arrivare al 20 per cento della somma inviata. Questo significa che centinaia di milioni di dollari l’anno finiscono nelle casse degli intermediari invece che arrivare a famiglie che evidentemente ne hanno bisogno. Il presidente di El Salvador sostiene che dare la possibilità agli emigrati di trasferire questi fondi in bitcoin abbasserà i costi di transazione, lasciando più soldi a disposizione delle famiglie bisognose.

Il Fondo Monetario Internazionale: “Rischi legali per il Paese”

Secondo Gerry Rice, direttore della comunicazione del Fondo Monetario Internazionale “l’adozione del Bitcoin come moneta a corso legale solleva una serie di questioni macroeconomiche, finanziarie e legali che richiedono un’analisi molto attenta, quindi stiamo seguendo da vicino gli sviluppi e continueremo la nostra consultazione con le autorità locali”.

Le criptovalute possono comportare rischi significativi e per esse sono necessarie misure normative efficaci”, ha aggiunto. “Un team dell’FMI sta conducendo una serie di incontri virtuali con funzionari di El Salvador in base all’Articolo IV dello statuto dell’organizzazione internazionale, quello che riguarda gli obblighi generali degli Stati membri in merito al regime dei cambi. Sul tavolo c’è anche un potenziale programma di credito, “comprese politiche per rafforzare la governance economica”, ha affermato Rice.

Il problema ambientale del mining dei Bitcoin

Non solo il tema finanziario ma anche quello legato all’impatto ambientale di Bitcoin rimarrà uno di quelli fondamentali nel futuro del mondo delle criptovalute. In un mondo sempre più attento al consumo energetico e alle emissioni di CO2, anche Bitcoin dovrà fare la sua parte per ridurre al massimo l’impatto delle operazioni di mining e dall’elevato consumo energetico generato dalla produzione della criptovaluta.

In un recente tweet, Bukele ha svelato di aver incaricato il presidente della società elettrica statale LaGeo, Mynor Gil, di consentire il mining di Bitcoin (BTC) attraverso l’utilizzo di energia “a basso costo, 100% pulita, 100% rinnovabile e a zero emissioni” prodotta dai vulcani presenti nel Paese.

“Ho appena incaricato il presidente di @LaGeoSV (la nostra compagnia elettrica geotermica statale) di elaborare un piano per offrire strutture per l’estrazione di #Bitcoin utilizzando energia a basso costo, pulita al 100%, rinnovabile al 100% e a zero emissioni dai nostri vulcani”, scrive il Presidente nel Tweet. Un’idea, particolare e fuori dal comune, in linea con i principali estimatori Green delle criptovalute.

Recentemente i principali miner degli Stati Uniti e i protagonisti della community business, tra cui il Capo di SpaceX Elon Musk e Michael Saylor di MicroStrategy, si sono incontrati in gran segreto per discutere proprio dell’annosa questione del consumo energetico. L’accordo è stato trovato e coinvolgerà anche i miner più “domestici”, oltre ai colossi del business della blockchain come Argo Blockchain, Marathon Digital, Riot Blockchain e Galaxy Digital. L’accordo consiste nella definizione di una modalità di report standardizzata delle fonti usate per la produzione di Bitcoin da parte delle loro fabbriche.

“I consumi di Bitcoin sono elevatissimi e la necessità di ridurne l’impatto ambientale è fuori discussione – afferma Gianluca Grossi di Criptovaluta.it – ma i principali minerdi Bitcoin da tempo si muovono verso questa direzione, collocando le loro attività in aree geografiche dove c’è accesso ad idroelettrico o a solare a basso costo. Il tema green è centrale per le grandi aziende. Per questo – spiega Grossi – è arrivato l’accordo tra Square eBlockstream Mining, che permetterà di costruire una piccola centrale per il mining, che funzionerà impiegando al 100% energie rinnovabili, cosa che renderebbe tecnicamente il mining di BTC a impatto zero”.

Nell’attesa, diverse alternative green al bitcoin hanno fatto capolino sul mercato. Alcune realtà, come Ripple, hanno trovato sponda presso diversi istituti bancari internazionali. Altre stanno raggiungendo dimensioni commerciali altrettanto importanti. Tuttavia, siamo lontani dal concept originale di Bitcoin, che punta a una decentralizzazione piena e ad un uno vale uno sul network che nessun altro sistema è, ad oggi, in grado di offrire.

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