Redazioni digitali

eJournalism, restyling digitale per il Guardian

di Redazione |

Il Guardian sta riorganizzando le redazioni per rispondere meglio alle esigenze del pubblico digitale.  Il nuovo team si chiamerà Guardian Visuals e si occuperà di giornalismo visivo, data-journalism e audience.

Il Guardian sta riorganizzando parti della sua redazione per servire al meglio il suo pubblico digitale. Le strutture addette al giornalismo visivo, al data-journalism e allo sviluppo dell’audience sono soggette in questi giorni a una profonda riforma messa in atto dal nuovo direttore esecutivo per il digitale, Aron Pilhofer, che per ispirarsi ha trascorso tutta l’estate visitando varie altre testate.

“Ho avuto l’opportunità unica di trascorrere del tempo a guardare diversi modelli e a vedere che cosa stanno facendo le altre redazioni e le start-up digitali native”, ha spiegato ad Alastair Reid su Journalism.co.uk Pilhofer, che è sbarcato nella sede del Guardian a settembre.

#eJournalism è una rubrica settimanale promossa da Key4biz e LSDI (Libertà di stampa, diritto all’informazione).

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Il Guardian Visuals

Il nuovo team – che si chiamerà Guardian Visuals – riunirà insieme le “materie prime del giornalismo visivo”, combinando il desk grafico, il desk immagini, il team interattivo e parti delle strutture impegnate nel digital design e nel multimediale, afferma Pilhofer, citando in particolare la sua visita estiva alla sede della National Public Radio (NPR) come una esperienza particolarmente forte.

Il giornalista – spiega Reid – spera che l’organizzazione della nuova redazione riuscirà ad “abbattere le barriere” che ora invece possono limitare alcuni progetti.

Il problema, secondo Pilhofer, è che è difficile assemblare dei team cross-disciplinari per avere la giusta combinazione di progettisti, sviluppatori, grafici e fotografi. Si tratta di assicurare alle persone la possibilità di fare il proprio lavoro, la capacità di esplorare e di ottenere risultati.

Il team di redattori sarà guidato da un direttore (non ancora individuato), che coordinerà il modo con cui determinate vicende verranno raccontate e i meccanismi con cui i vari gruppi verranno organizzati in occasione dei grandi eventi.

I diversi desk resteranno comunque “semi-autonomi”, anche se finiranno probabilmente per avvicinarsi, anche fisicamente, in modo da promuovere “quelle conversazioni accidentali che possono svilupparsi solo quando si è seduti vicini”, dice Pilhofer, aggiungendo: “E noi vogliamo creare le condizioni perché questo accada”.

Progetti sui dati

Anche se il Data Blog del Guardian ha vinto vari premi per il suo lavoro, Pilhofer vuole costruire un “desk più formalizzato” di specialisti che collaborino con il resto della redazione su storie e progetti.

“Li vedo come dei moltiplicatori di forza per la redazione – dice -, in grado di fornire una base per lavorare in profondità su dei servizi costruiti partendo dai dati”.

Tutto questo include un lavoro di investigazione più ampio ma anche il fatto che ogni singolo servizio potrà avere un versante di dati, e il team dedicato ai dati dovrà sensibilizzare la redazione spiegando come si possa fare.

Helena Bengtsson, attualmente in servizio alla svedese SVT, passerà presto al Guardian mentre il responsabile della sezione dati, Alberto Nardelli, insegnerà alla redazione come usare maggiormente i dati.

“La formazione in questo campo è stata incredibilmente efficace negli Usa nella diffusione del data journalism – dice Pilhofer – tanto che non c’ è quasi nessuna redazione negli Stati Uniti che non abbia uno specialista in questo settore”.

Lo sviluppo dell’audience

Ophan, la piattaforma di analisi dei dati messa a punto dal Guardian, è “un dono” in termini di comprensione del pubblico, ha detto Pilhofer, visto che ha aiutato giornalisti e direzione a ragionare con calma sui dati di lettura e ad analizzare il loro lavoro.

Un nuovo responsabile per lo sviluppo del pubblico consentirà di migliorare queste funzioni, individuando meglio quali dati debbano essere analizzati e come essi debbano essere utilizzati da tutta la redazione.

L’obbiettivo – riporta Reid – è costruire delle metriche affidabili. Pilhofer guarda in particolare a Medium e ad Upworthy come ispiratori del modo con cui trattare l’audience. “Vogliamo arrivare ad avere i numeri giusti e le strategie efficaci”.

Elementi come il tempo di lettura totale e altre “meta-metriche che indichino come il pubblico si sta comportando” saranno esaminate da un team di analisti per aiutare le redazioni a prendere le “decisioni migliori sui contenuti da realizzare”.

Come esempio di come questo possa funzionare in pratica, Pilhofer cita un recente progetto digitale messo a punto dal desk fotografico di NPR.  Il giorno prima del lancio, notò un redattore del fotografico che lavorava con uno sviluppatore alla “riga di comando”, il livello di base del codice per i progetti digitali.

“Ecco come si spinge in avanti una redazione – commenta-. Indicando e fornendo un percorso. Dicendo a delle persone incredibilmente intelligenti e creative, ‘voi ora siete parte di tutto questo e avete la capacità di fare delle cose che prima potevate solo immaginare. Ora avete un incentivo. Ora avete un percorso davanti’”.

Pilhofer è arrivato al Guardian dal New York Times, dove ha fatto parte di numerosi team giornalistici premiati col Pulitzer. Come direttore del settore interattivo del NYT ha progettato e commissionato ‘Snow Fall’, considerato ormai un grosso punto di riferimento nel giornalismo digitale.

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