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eJournalism. Google, il 38% delle richieste di oblio è per diffamazione

Diritto all'oblio

Un po’ di numeri e considerazioni di Andrea Fama di Lsdi.it dall’ultimo rapporto semestrale di Google sulla trasparenza. Sono state in tutto 313.698 le richieste da parte dei governi e dei tribunali di tutto il mondo relative alla consegna dei dati di 48.615 utenti.

eJournalism è una rubrica settimanale promossa da Key4biz e LSDI (Libertà di stampa, diritto all’informazione).

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Fra i paesi con il più alto tasso di istanze di richiesta dati con esito positivo ci sono gli Stati Uniti e l’Inghilterra rispettivamente con l’84 per cento su 12.539 richieste e il 72 per cento su 11.535.

Maglia nera la Turchia con nessuna richiesta accettata sulle 224 depositate.

Nel rapporto di Google una voce molto importante spetta alle richieste di oblio, ovvero la cancellazione da parte del motore di ricerca di contenuti diffamanti, illegali o che mettono a rischio la sicurezza.

E’ la diffamazione il motivo principale delle richieste di cancellazione dei dati inviate da privati e governi al motore di ricerca, il 38 per cento del totale. La paura dell’escalation del terrorismo dopo la strage di Charlie Hebdo ha portato anche online ad un ampliamento dei poteri di ingerenza e indagine in Rete, sia in termini di accesso alle informazioni degli utenti, sia di rimozione e inibizione di contenuti da parte dei Governi del pianeta.

* Il post integrale di Andrea Fama sull’Espresso online.

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