Torri e mercato

Ei Towers-RaiWay, ecco perché il polo unico delle torri potrebbe convenire

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Attese per oggi le risposte di Ei Towers all’Antitrust. E mentre la procura di Roma indaga per sospetto insider trading, si fa sempre più strada l’ipotesi del polo unico delle torri

Si apre una nuova settimana molto movimentata per RaiWay. La società delle torri che fa capo alla Rai resta sempre nel mirino di Ei Towers che in giornata – forse dopo chiusura dei mercati – dovrebbe rispondere all’Antitrust riguardo all’Opas da 1,22 miliardi per il 66,7% di RaiWay. Oggi scadano infatti i cinque giorni entro i quali il gruppo doveva rispondere all’Autorità.

Venerdì l’azienda ha resto note le risposte fornite per iscritto alla Commissione Industria del Senato mentre continua a diventare più insistente l’ipotesi del polo unico delle torri, seguendo la tendenza del consolidamento così come avvenuto nei principali paesi europei.

L’Antitrust però vuole vederci chiaro perché ritiene le informazioni trasmesse da Ei Towers ‘gravemente incomplete’ e, una volta ricevuto il documento da parte della controllata di Mediaset, avrà 45 giorni di tempo per valutare nel merito.

 

La procura di Roma indaga: sospetto insider trading

In questo weekend il dossier si è complicato con l’apertura da parte della procura di Roma di un fascicolo – senza ipotesi di reato né indagati – dopo un esposto dell’Adusbef che ipotizza una “manipolazione dei mercati e insider trading” sui titoli di RaiWay, Ei Towers e Mediaset, in relazione all’Opas.

L’esposto, firmato dal presidente Elio Lannutti, denuncia alcune anomalie, in particolare sull’andamento del titolo RaiWay prima dell’Opas. L’attenzione della procura viene richiamata sui volumi della seduta del 14 gennaio, quando sul mercato sono state scambiate (senza provocare alcuna variazione di prezzo) quasi 1,6 milioni di azioni, un quantitativo di gran lunga superiore alla media del periodo.

Qualche giorno dopo, il 22 gennaio, il titolo s’infiamma balzando da 3,21 a 3,50 euro (+9%) tra volumi ancora una volta sospetti (1,3 milioni di pezzi). Da allora, afferma l’esposto, “si è assistito ad una progressiva escalation e gli scambi sono ulteriormente aumentati”. Alla vigilia dell’annuncio dell’Opas il titolo era salito a 3,70 euro, il 16,3% in più rispetto alla seduta del 14 gennaio. Rialzo che diventava del 27% dopo che il mercato è stato portato a conoscenza dell’offerta di Ei Towers.

“Il sospetto è che qualcuno che ha lavorato all’Opa, resa nota il 25 febbraio, abbia fornito informazioni riservate riguardanti i mercati finanziari già dal 14 gennaio“.

Sulla vicenda è già al lavoro la Consob che sta analizzando i movimenti del titolo RaiWay per verificare che non siano stati commessi abusi di mercato.

 

L’opportunità del polo unico

Il premier Renzi, ha intanto, ribadito che per RaiWay resta fermo il limite del 51% oltre il quale la Rai non può scendere. Una soglia fissata dal DPCM dello scorso settembre che autorizzava lo sbarco in Borsa della società delle torri.

Ei Towers ha, però, ribadito che non intende rivedere la propria offerta che punta al 66,7% del capitale a meno che, come ha confermato l’Ad Guido Barbieri alla Consob, non si trovi una soluzione che permetta di lasciare invariati “la valenza industriale e i ritorni finanziari dal progetto”.

Il tutto mentre continua a prendere quota l’ipotesi del polo unico delle torri, in linea con quanto già avviene nei principali Paesi europei, con dentro RaiWay, Ei Towers e altri fondi, forse la Cassa depositi e prestiti.

Un’opzione che piace al mercato che continua a far salire i titoli delle due aziende.

L’opportunità del polo unico sta anche nei numeri forniti da Kpmg Advisory, riportati da MF-Milano Finanza, dai quali si rileva che il colosso American Towers (4 miliardi di dollari di giro d’affari grazie alla gestione di 75 mila infrastrutture) vanta una capitalizzazione di mercato che è quasi 13 volte i ricavi e 20 volte l’ebitda.

Il trend in atto è quello del consolidamento con la creazione dell’operatore unico come già accaduto in Francia, con Tdf (10.400 impianti, per un giro d’affari di 1,16 miliardi) in mano ai fondi di private equity, in Inghilterra con Arqiva (16 mila torri che garantiscono 800 milioni di sterline di fatturato), controllata dai fondi infrastrutturali, o in Spagna con Abertis Telecom (8 mila impianti per un fatturato di 624 milioni).

Max Fiani, partner di Kpmg, spiega a MF-Milano Finanza, che “questi numeri e questi trend rendono inevitabile il fenomeno della concentrazione, che si fonda su validi e solidi presupposti industriali e finanziari”.

“I matrimoni tra questi soggetti – ha aggiunto Fiani – creano comunque valore. Lo dimostra la storia, lo dimostrano i casi concreti negli altri mercati europei e nella più evoluta America. La porta è aperta e sicuramente nei prossimi anni assisteremo a un processo di consolidamento anche in Italia”.

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