La domanda di combustibili fossili diminuirà nei prossimi anni, ma il petrolio e il gas resteranno centrali nel soddisfare la domanda di energia primaria nel nostro paese. Secondo un recente studio dell’unione petrolifera italiana (Up): “la domanda di energia primaria complessiva dovrebbe attestarsi nel 2030 a 159,6 Mtep, un volume quasi equivalente a quello del 1988, con una notevole presenza di rinnovabili che dovrebbero coprire oltre il 24% della domanda totale rispetto al 34,6% del gas naturale e a circa il 33% del petrolio”.
Entro il 2030 anche le emissioni di CO2 dovrebbero risultare il 27% più basse rispetto al 1990, addirittura del 35% rispetto al 2005.
Ovviamente, la domanda di energia primaria continuerà ad aumentare, di anno in anno, e non solo in Italia. Secondo i nuovi dati diffusi da Avvenia, a livello globale, tale aumento arriverà addirittura a marcare una crescita del 38% nel 2040.
“Per attenuare la pressione sul sistema energetico globale sarà dunque di fondamentale importanza implementare nuove “contromisure” di efficientamento energetico: una soluzione di particolare interesse per le imprese poiché oggi i progetti di “white economy” che consentono un’importante riduzione dei consumi, risparmi sui costi, vantaggi competitivi e nuove opportunità di business”, ha spiegato Alessio Cristofari, Direttore dello Sviluppo Business di Avvenia.
Da un sondaggio che ha coinvolto più di 2000 imprese, appartenenti a diversi segmenti industriali, il 74% delle aziende ha investito in efficienza energetica negli ultimi 3 anni, “ma solo il 48% delle aziende si pone obiettivi misurabili ed appena il 32% adotta strategie strutturate”.
Un’azienda su 3, infatti, si legge nella nota diffusa dall’azienda, “fissa solo obiettivi generici”, mentre a porsi obiettivi a livello di funzione è solo il 9% delle imprese, a livello di area solo il 5% ed a livello di equipaggiamento ancora meno, appena il 3%.
A frenare il percorso verso l’efficienza energetica per quasi un’azienda su due (49%) è soprattutto la necessità di destinare le risorse ad altre priorità ritenute più urgenti, tuttavia il 68% delle aziende dice che in futuro manterrà o aumenterà i propri investimenti in efficienza energetica, ritenendo tali investimenti utili a contenere i costi nel breve periodo (42%).
Grazie all’utilizzo di un indice sviluppato da Avvenia e utilizzato per misurare la propensione all’efficientamento energetico delle nostre aziende, risulta in testa alla graduatoria nazionale la Lombardia con un indice pari a 0,92, seguita dal Trentino Alto Adige con un indice pari a 0,89 e dal Lazio con un indice pari a 0,86.
Il resto della classifica è così composto: Veneto (0,85), Umbria (0,82), Emilia Romagna (0,80), Piemonte (0,79), Toscana (0,78), Liguria (0,75) e Sardegna (0,71).