La Direttiva 2010/31/UE (anche detta EPBD, Energy Performance of Buildings Directive) ha previsto che gli Stati membri provvedano affinché dal 1° gennaio 2021 tutti gli edifici di nuova costruzione siano “edifici a energia quasi zero” e a partire dal 1° gennaio 2019 gli edifici di nuova costruzione occupati da enti pubblici e di proprietà di questi ultimi siano “edifici a energia quasi zero”, altrimenti detti nZEB (Nearly zero-energy buildings).
Gli incentivi pervisti a tale scopo, potranno avere un ruolo rilevante nel supporto agli nZEB, in particolare se accompagnati dal Fondo per l’efficienza energetica e da una politica mirata alla conoscenza delle opportunità legate agli stessi da parte delle Pubbliche Amministrazioni (PA).
Un ruolo di primo piano potrà essere giocato dal nuovo “conto termico”, che prevede interessanti opportunità proprio per le PA, ancor più che per i privati.
Al 1° agosto 2016, stando ai dati del rapporto “Gli edifici nZEB nella Pubblica Amministrazione” di FIRE e Enea, risultano ammesse all’incentivo circa 21.500 richieste, per un totale di incentivi complessivamente impegnati pari a 80 milioni di euro, di cui circa 64 milioni di euro riconducibili ad interventi effettuati da soggetti privati e circa 16 milioni di euro a interventi effettuati da Amministrazioni pubbliche.
Oggi, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, più conosciuta come Enea, ha annunciato la piena operatività della piattaforma finanziaria2018.enea.it per la trasmissione dei dati relativi agli interventi di efficienza energetica ammessi alle detrazioni fiscali (dal 50% all’85%) e conclusi dopo il 31 dicembre 2017.
Per aiutare gli utenti a risolvere i problemi di natura tecnica e procedurale, sul portale curato dei tecnici ENEA, acs.enea.it, sono disponibili un vademecum, risposte alle domande più frequenti (FAQ), la normativa di riferimento e un servizio di help desk a cui inviare i propri quesiti.
L’Agenzia ricorda, infine che le detrazioni fiscali sono un meccanismo di incentivazione alla realizzazione di interventi di riqualificazione energetica previsti dalla legge 296/2006 (commi da 344 a 347) e dall’art. 14 del D.L. 63/2013, come convertito dalla legge n. 90/2013 e come modificato dalla legge 27 dicembre 2017 n. 205.
Sempre in tema di efficienza energetica abitativa, “in Italia i condomìni sono oltre un milione e il costo indicativo per efficientare un immobile di medie dimensioni (circa 20 appartamenti) si aggira intorno ai 300-350mila euro”, ha spiegato l’ingegner Domenico Prisinzano dell’Enea.
Un settore che nel solo 2016 ha visto 3,3 miliardi di investimenti legati agli ecobonus, “oltre 15mila diagnosi energetiche di aziende e una crescita del 300% delle richieste di incentivi sul “Conto Termico” per interventi di efficienza della Pubblica amministrazione locale”.
Questi ultimi dati sono stati diffusi in occasione dell’evento organizzato a Ragusa, a metà marzo, dalla Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa (Cna) e la stessa Enea, sempre sul tema “Detrazioni fiscali 2018”, con riflessioni utili a comprendere la portata generale dell’economia green.
Gli investimenti veicolati dalle misure di incentivazione fiscale per il recupero edilizio e la riqualificazione energetica hanno avuto un rilevante impatto sull’occupazione, i cui effetti risulterebbero maggiori alla luce dei nuovi dati: considerato che nel periodo 2011-2017 i predetti investimenti avrebbero attivato 1.729.248 occupati diretti, mentre si stimano in 864.625 quelli attivati nell’indotto.
Nel 2017, le stime riguardano 418.431 occupati, comprensivi anche dell’indotto, di cui 278.954 impiegati nell’attività edilizia diretta e 139.477 nell’indotto industriale e di servizio. Tali stime hanno caratterizzato gli incentivi come una misura anticiclica in un settore in grave crisi economica e occupazionale. Gli incentivi fiscali per il recupero edilizio e la riqualificazione energetica hanno interessato dal 1998 al 2017 più di 16 milioni di interventi, ossia il 62% del numero di famiglie italiane stimato dall’Istat, pari a 25,9 milioni.
Nello stesso periodo, le misure di incentivazione fiscale hanno attivato investimenti pari a 264 miliardi di euro, di cui 229,4 miliardi per il recupero edilizio e 34,6 miliardi per la riqualificazione energetica.