Nell’ultimo anno la white economy ha catalizzato a livello mondiale investimenti per 400 miliardi di dollari, più della generazione elettrica da fonti fossili e delle energie rinnovabili.
Lo sostiene con una ricerca Avvenia, player italiano dell’efficienza energetica e della sostenibilità ambientale, che, basandosi su dati dell’International Agency for Energy (IAE), ha identificato i 12 Paesi chiave nella lotta al cambiamento climatico ed ha anche calcolato il risparmio da essi ottenuto a partire dal 1974, quando in questi Paesi, per rispondere alla terribile crisi energetica del 1973, vennero adottate le prime misure di efficientamento energetico.
I paesi sono Stati Uniti, Giappone, Germania, Francia, Regno Unito, Italia, Canada, Australia, Danimarca, Finlandia, Olanda e Svezia. Secondo lo studio, in questi “primi” 42 anni il risparmio energetico da essi ottenuto è stato pari 2 miliardi di tonnellate equivalenti di petrolio.
Si calcola inoltre che in questi 12 Paesi, che rappresentano il 64% del consumo globale di energia nonché il 60% delle emissioni di gas a effetto serra, grazie all’efficienza energetica nell’ultimo quinquennio è stata risparmiata energia per 500 miliardi di dollari.
“In queste 12 grandi economie l’efficienza energetica si è dunque “trasformata” in un “combustibile nascosto” in grado di estendere gli approvvigionamenti, incrementare la sicurezza, abbassare le emissioni di CO2 e supportare uno sviluppo sostenibile dell’economia”, ha commentato Giovanni Campaniello, fondatore e amministratore unico di Avvenia.
L’efficienza energetica ha avuto rilevanti effetti positivi anche sul PIL, sostiene lo studio, riuscendo ad abbassare l’intensità energetica dell’economia, ovvero “la quantità di energia necessaria a creare un punto di PIL, con conseguente riduzione dei costi di produzione“.