Gli immobili acquistati nel 2020 sono, nella maggioranza dei casi, appartenenti alle classi energetiche meno efficienti o per niente tali. Gran parte di essi appartiene alla classe G, quella con l’efficienza energetica più bassa.
Un dato negativo che preoccupa, visto che l’Unione europea si è posta degli obiettivi energetici di massimo livello, tra cui una riduzione dei consumi di oltre il 30% entro il 2030. Un risultato ambizioso a cui l’efficienza energetica deve contribuire maggiormente.
Efficienza energetica frenata dal Covid-19
Partendo dalle case, dagli immobili ad uso residenziale o commerciale, compresi quelli destinati ad attività produttiva e di proprietà degli enti pubblici, gli ambiti di intervento sono numerosi e per questo si deve agire rapidamente.
A mancare ancora è un’accelerazione più evidente dell’efficienza energetica delle costruzioni. Certamente, l’anno passato è stato pesantemente condizionato dall’emergenza sanitaria legata alla pandemia di Covid-19 e dalle misure di restrizione e blocco delle attività sociali ed economiche prese dal Governo Conte.
“L’anno scorso si è registrato un calo delle compravendite accompagnato dallo stop parziale delle ristrutturazioni. L’arresto è arrivato dopo l’accelerazione registrata nel corso degli anni precedenti per quelle abitazioni e per gli edifici commerciali compravenduti, che invece avrebbero potuto già essere oggetto di retrofit energetico nel 2020”, si legge nei commenti all’indagine di mercato condotta dall’Enea, da I-Com e la Federazione Italiana degli Agenti Immobiliari Professionisti (FIAIP).
Primi segnali positivi nel comparto del nuovo
Molto meglio il dato relativo al comparto del nuovo, dove si consolidano i dati del 2019 e si iniziano a vedere i primi risultati del Superbonus 110%, con gli interventi per l’efficienza energetica e antisismici.
Tale segmento di mercato: “Raggiunge quasi un valore di saturazione la percentuale degli immobili nuovi nelle classi energetiche A1-4 e B, che è pari all’80%”, secondo il tema di ricerca.
Tale dato è la dimostrazione che “gli obblighi di legge sugli standard minimi hanno inciso notevolmente sui trend di mercato per questa tipologia di immobili”, si legge in una nota stampa dell’Enea. Leggermente in calo, invece, il dato relativo agli immobili di migliore qualità energetica sottoposti a ristrutturazione e immessi sul mercato, che passa dal 36% del 2019 al 30% del 2020”.
Fattore finanziario principale ostacolo
Il principale ostacolo all’aumento degli interventi di efficientamento energetico è comunque di natura prettamente finanziaria, sia in termini sia assoluti (disponibilità di spesa, scarsa propensione a pagare un costo superiore), sia relativi, in rapporto cioè al bilanciamento tra costi e benefici.
“Tra gli agenti immobiliari prevale una valutazione prudente ma positiva rispetto all’impatto effettivo del Superbonus 110% sul mercato immobiliare nel 2021: Il 36% del campione sostiene infatti che il Superbonus 110% ha già avuto un impatto sul mercato, nonostante la recente adozione, e il restante 12% reputa tale impatto di entità significativa”, è spiegato nel comunicato.
Il PNRR per l’efficienza energetica
Efficienza energetica che è considerata fondamentale anche per la buona risuscita della missione “Rivoluzione verde e transizione ecologica” del Piano nazionale di ripresa e resilienza (o PNRR), con oltre 15 miliardi di euro di risorse messe a disposizione per progetti di ristrutturazione energetica di edifici pubblici e privati, fino al teleriscaldamento.
In tal modo, secondo l’esecutivo, sarà possibile rilanciare l’economia legata all’edilizia, ma ristrutturando e non aumentando il consumo di suolo, quindi raggiungere un risparmio energetico medio di 240 kWh/mq e un taglio alle emissioni di CO2 del 30-40%.
Nel loro complesso, gli investimenti consentiranno la ristrutturazione energetica di 100 mila edifici, per 36 milioni di mq riqualificati, per un risparmio energetico ottenibile grazie al Superbonus 110% di 191 Ktep/anno e un taglio alle emissioni di gas serra di 667 KtonCO2/anno.