Velocità di navigazione su siti americani migliorata di dieci volte. Questa una delle potenziali conseguenze dell’entrata in vigore del GDPR, il nuovo regolamento Ue sulla Data Protection entrato in vigore venerdì scorso, che porta con sé una serie di cambiamenti sostanziali nel trattamento dei dati personali dei cittadini europei, ai quali d’ora in poi si dovrà chiedere in modo esplicito se sono d’accordo con la raccolta dei loro dati personali. Cittadini europei che hanno diritto di esercitare il diritto all’oblio sui loro dati in qualunque momento. Tutto ciò sta provocando una serie di cambiamenti strutturali nei comportamenti dei siti web di tutto il mondo.
Uno dei cambiamenti più rilevanti riguarda il sito americano di news Usa Today, che ha realizzato una versione del sito conforme al GDPR. Il ricercatore australiano Marcel Freinbichler ha fatto un’analisi usando il tool Lighthouse di Chrome e, sorpresa, ha scoperto che il 90% dei contenuti caricati su Usa Today monitorava gli script e le pubblicità.
Because of #GDPR, USA Today decided to run a separate version of their website for EU users, which has all the tracking scripts and ads removed. The site seemed very fast, so I did a performance audit. How fast the internet could be without all the junk! 🙄
5.2MB → 500KB pic.twitter.com/xwSqqsQR3s— Marcel Freinbichler (@fr3ino) 26 maggio 2018
Come si vede anche dall’immagine riportata da Twitter, l’indicazione 5,2 MB –> 500 KB intende che prima il download della home page richiedeva 5,2 MB, ma una volta rimossi tutti gli script di controllo sugli utenti, ora l’home page richiede solo 500 KB per il download.
La velocità dipende dalla connessione degli utenti, a parità di velocità è chiaro che il download di un decimo dei dati rispetto a prima, permette di visualizzare la home page più velocemente.
Ovviamente, questa versione del sito funzionerà soltanto per le persone che accedono dall’area Ue, anche perché non c’è un modo per capire se un cittadino Ue accede da un paese extra Ue.
Curiosamente, invece, alcuni altri siti di news americani come il Chicago Tribune e LA Times bloccano l’accesso dalla Ue perché non sono ancora pronti. Il messaggio che compare quando si tenta l’accesso dalla Ue è il seguente: “Unfortunately, our website is currently unavailable in most European countries. We are engaged on the issue and committed to looking at options that support our full range of digital offerings to the EU market”.
In altre parole, alcune zone della Rete sono diventate off limits per i cittadini europei.
Qualcuno su Twitter ha detto che bisogna creare un plug-in ad hoc, per creare le versioni Ue più efficienti dei siti.
In altre parole, potremmo riscontrare che i siti web in giro per il mondo cambieranno profondamente il loro modo di comportarsi per adeguarsi alle esigenze dei cittadini europei in giro per il mondo ma senza creare una versione diversa (ad hoc) che valga per area geografica predefinita.