Nuovo scoglio per Google. Stavolta è la Spagna ad agire per risolvere l’eterna querelle tra editori e la web company americana che riguarda tutta l’Europa.
Proprio nei giorni scorsi l’azienda è arrivata a un duro scontro in Germania (argomento di cui ha parlato anche il Commissario Almunia dicendo delle pressioni ricevute sul caso Google) e adesso minaccia di lasciare la Spagna se dovesse essere approvata mercoledì dal Senato la nuova legge sulla Proprietà intellettuale, già passata alla Camera.
Nel mirino del gruppo di Mountain View il controverso articolo 32.2 che fissa una tassa per gli aggregatori di contenuti (come appunto Google News, ndr) che dovrebbe andare a finanziare gli editori per l’uso delle loro notizie.
Al centro del dibattito le questioni di sempre: da una parte l’Asociación de Editores de Diarios Españoles (AEDE) secondo la quale Google trae profitto dai loro contenuti senza pagare alcunché e dall’altra i motori di ricerca che invece contrappongo di portare traffico ai siti dei giornali e di contribuire anche al pluralismo dell’informazione.
Se mercoledì il Senato dovesse far passare questa Google Tax, l’azienda ha già fatto sapere che chiuderà l’edizione spagnola di Google News. Una cosa mai successa prima.
Il problema non riguarda ovviamente solo la Spagna. La Francia lo ha risolto facendo istituire un Fondo da 60 milioni di euro finanziato da Google per tutti i progetti di innovazione tecnologica degli editori. In Germania la tensione è salita nelle ultime settimane dopo che il gruppo americano ha deciso di levare dai risultati di ricerca gli snipets (brevi estratti) e le fotografie delle notizie degli editori con cui è in corso da tempo un braccio di ferro. Si parla di circa 200 testate online che saranno penalizzate.
In Italia si attende ancora un provvedimento. Recentemente il segretario generale della FNSI, Franco Siddi, ha proposto, tra le altre misure anticrisi, una tassa Google che stando agli ultimi dati fattura in Italia 1.100 milioni di euro in gran parte grazie alla pubblicità.
L’ex Sottosegretario Giovanni Legnini aveva provato a dare una risposta con una norma che prevedeva l’accordo remunerato. Un problema che oggi resta ancora sul tavolo del Sottosegretario all’Editoria Luca Lotti che ha intanto istituito il Fondo straordinario da 120 milioni di euro per il triennio 2014-2016.