Proposta FNSI

Editoria, il sindacato dei giornalisti al Governo: ‘Google Tax per sostenere il settore’

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Il segretario generale della FNSI, Raffaele Lorusso, lancia un appello al Governo: ‘Tassare i motori di ricerca per sostenere l’editoria’. Apprezzamento del presidente della Commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia: ‘Idea sensata. Basta immobilismo’.

Resta ancora irrisolta in Italia la questione che contrappone editori e motori di ricerca. Questi ultimi devono o no pagare le royalties ai giornali per gli articoli che vengono indicizzati nei risultati di ricerca?

La Spagna è già intervenuta con una rigida disciplina e Google (usato in Europa dal 90% degli utenti), come risposta, ha deciso di chiudere il suo servizio di News. La Francia ha preferito un accordo con l’istituzione di un Fondo. E mentre la Ue sta lavorando a un nuovo quadro regolamentare, in Italia si riapre il fronte di discussione con la proposta lanciata dalla Federazione Nazionale Stampa Italiana, in attesa questa settimana – o al massimo la prossima – che il Sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Editoria, Luca Lotti, incontri tutti i rappresentanti della filiera per aprire un tavolo di confronto.

Il segretario generale della FNSI, Raffaele Lorusso, è convinto che bisogna intervenire al più presto e, in occasione degli stati generali dell’editoria in Abruzzo, ha lanciato la sua proposta: per affrontare in “maniera seria il problema” occorre misurare e tassare il traffico internet generato dagli utenti che cercano notizie sui motori di ricerca come Google, utilizzando le risorse così ottenute per il sostegno dell’editoria.

Una proposta che è subito piaciuta al presidente della Commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia, padre della Web Tax e tra i più convinti assertori della necessità di introdurre in Italia un nuovo sistema che permetta di tassare le multinazionali di internet che bypassano il fisco.

Per Boccia quella di Lorusso “è un’idea di buon senso, onesta, moderna ed europea”.

 

La proposta FNSI

Nell’intervista rilasciata a Key4biz subito dopo la sua nomina, il segretario generale della FNSI ha spiegato che bisogna “costringere i motori di ricerca a prendere atto del fatto che utilizzano contenuti per i quali gli editori pagano i giornalisti. Non possono trasformare in qualcosa di gratuito il lavoro che viene pagato. E’ giusto che ci sia un ritorno non dal punto di vista dell’editore ma del sistema”.

Lorusso ha spiegato che “i motori di ricerca che sui quei contenuti realizzano anche dei ricavi pubblicitari abbastanza consistenti devono farsi carico di far tornare risorse al sistema dell’informazione e dell’editoria in generale”.

Dietro questa operazione per Lorusso non possono esserci solo la FNSI o gli editori, “bisogna agire insieme con il Governo così come è stato fatto in altri Paesi”.

Lorusso lancia quindi al premier Renzi e ai suoi Ministri un appello così come ha fatto anche Maurizio Costa, presidente della Federazione Italiana Editori Giornali, chiedendo una legge. Argomento sul quale Costa è poi tornato, sulle pagine di Key4biz, per ribadire che solo così Google sarebbe ‘costretta’ a confrontarsi con gli editori italiani.

Necessario intervenire in fretta e per evidenziare l’urgenza della questione, Lorusso agli stati generali dell’editoria in Abruzzo ha ricordato che “è in corso un contenzioso davanti al Tar tra Agcom e Google per rendere pubblico il dato sul fatturato del motore di ricerca in Italia. Vi dico che stiamo parlando di 1,2 miliardi di euro di fatturato pubblicitario: parliamo di qualcosa che è molto più grande di tutto il fatturato pubblicitario di giornali, periodici e siti internet di informazione italiani”.

 

Francesco Boccia (Pd): ‘Da FNSI idea sensata. Intollerabile l’immobilismo del Governo’

Per l’on. Boccia (Pd), “la proposta di Raffaele Lorusso, leader del sindacato dei giornalisti italiani, è un’idea di buon senso, onesta, moderna, europea: in tutto il mondo il settore dell’editoria sta soffrendo per una cannibalizzazione dell’informazione che si sta dimostrando letale nel disinteresse degli Stati. L’unica strada è appunto intervenire sui privilegi e sulle posizioni dominanti del mercato”.

Il presidente della Commissione Bilancio ha aggiunto che “dobbiamo giustamente essere rigorosi sulla liberalizzazione delle professioni e delle attività produttive, ma per onestà non possiamo evitare sempre di affrontare il monopolio dei giganti del web. Una volta nel mondo comandavano le sette sorelle del petrolio. Ora sono quelle digitali”.

Boccia ha sottolineato che quella contro l’elusione fiscale delle multinazionali del web, per garantire alle aziende del settore di agire in un regime di concorrenza leale “è una battaglia che in Parlamento portiamo avanti, in maniera trasversale, ormai da quasi tre anni. E di fronte al completo stravolgimento della catena del valore per molti settori economici non è più in alcun modo tollerabile l’immobilismo del governo italiano e delle istituzioni europee. Uno Stato si dimostra all’altezza del suo compito quando non fa il forte con i deboli e il debole con i forti”.

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