Il mercato del libro in Italia si conferma la prima voce dell’industria culturale nazionale, ma con qualche ombra in più rispetto al 2017. Secondo stime preliminari AIE, nel 2018 il libro italiano, nel quadro di un generale rallentamento dell’economia nazionale, “ha registrato uno -0,4% di fatturato, dopo il + 5,8% del 2017, nei canali trade (librerie, grande distribuzione organizzata- Gdo, store on line compresa la stima di Amazon a cura dell’AIE), per 1,44 miliardi di euro a prezzo di copertina”.
Nonostante la lieve flessione, l’editoria italiana si posiziona al quarto posto nel mercato europeo e “il libro italiano è bello, forte e solido e tiene le proprie posizioni, anche in un quadro di generale rallentamento dell’economia”, ha dichiarato il Presidente dell’Associazione Italiana Editori (AIE), Ricardo Franco Levi.
Cresce il peso delle librerie online, che rappresentano il 24% degli acquisti di libri (1 libro su 4 oggi si compera così; era il 3,5% nel 2007). La grande distribuzione copre il 7% delle vendite (era il 17,5% nel 2007, l’8,7% nel 2017).
Anche se più debolmente rispetto agli anni 2010-2016, è cresciuto il mercato degli ebook, che ha raggiunto quota 67 milioni di euro, pari a circa il 5% del mercato trade di varia. Il valore del mercato degli ebook in Italia, nel 2017, era di 63 milioni di euro.
Il mercato ebook lo scorso anno è cresciuto del 6,3% in termini assoluti.
Il motore del mercato dei libri in Italia sono sempre e comunque i cosiddetti “lettori forti”: chi legge più di un libro al mese (oltre 12 all’anno), sono circa 5 milioni e AIE stima che generino ben 54 milioni di copie vendute.
Se a questi sommiamo anche coloro che leggono 7-11 libri all’anno, il risultato è che il 36% dei lettori generano il 68% delle copie vendute.
A leggere libri, tanti libri, sono soprattutto i più piccoli, con una media del 90% di lettori tra i bambini ed i ragazzi tra i 4 ed i 14 anni di età. Il dato scende man mano che il lettore medio italiano cresce con l’età: il 72% nella fascia di età tra i 45 ed i 54 anni, il 23% tra i 65 ed i 74 anni