L’Italia non è fuori dall’emergenza sanitaria Covid-19, ma allo stesso tempo deve affrontare altre grandi emergenze, che non possono essere rimandate, come la crisi economica e sociale, il futuro delle imprese e del lavoro, la questione ambientale.
33 proposte per l’Italia
Legambiente ha presentato al Governo un “pacchetto di 33 proposte sul futuro del Paese”, tutte centrate su una strategia d’interventi green e di riduzione delle disuguaglianze sociali ed economiche.
Tre le linee guida: la semplificazione di procedure (quindi a costo zero) per attrarre più investimenti; interventi di rilancio dell’economia che indirizzano fondi già stanziati da politiche nazionali e su cui indirizzare le risorse del Green Deal europeo; lo sblocco di risorse e di provvedimenti ministeriali ancora in stallo.
Quest’ultimo punto è particolarmente vantaggioso, sia per le città, sia per i cittadini, perché contiene diversi interventi, che vanno dalla mobilità sostenibile (sblocco del “buono mobilità” per le famiglie contenuto nel Decreto clima, delle risorse per le piste ciclabili della Legge di Bilancio 2020), alla riqualificazione del patrimonio edilizio (Legge Bilancio 2020), fino alla realizzazione delle foreste urbane.
Investimenti verdi
Proprio grazie ad un piano di ristrutturazione e manutenzione straordinaria e ordinaria del patrimonio edilizio (anche le scuole) nazionale, tutte “green oriented”, l’Associazione ha stimato che con l’avvio dei cantieri “si metterebbero in moto investimenti, tra diretti e indiretti, per quasi 9 miliardi di euro all’anno, con 430 mila occupati e con risparmi in bolletta per le famiglie pari a circa 620 euro all’anno”.
“Semplificando gli interventi per portare la banda larga anche nei piccoli comuni e nelle aree interne del Paese si produrrebbero vantaggi economici (con quasi 9 miliardi di euro di investimenti per il cablaggio previsti in tutta Italia), accompagnati da ricadute positive per far tornare a vivere e investire nei borghi”, si precisa nel comunicato che ha accompagnato le proposte.
L’economia circolare può quindi diventare il motore del rilancio dei territori: “a livello europeo viene stimato al 2030 un beneficio economico dall’adozione di una maggiore spinta in questa direzione pari a 1.800 miliardi di euro annui, favorendo una crescita del Pil fino al 7%”.
Le famiglie
In contesto emergenziale come quello che stiamo vivendo e considerando le prospettive inquietanti di una crisi economica ritenuta da molti profonda e di lungo termine, sarà fondamentale aiutare le famiglie, “perché si ridurranno inevitabilmente le possibilità di spesa e di investimento, anche quando risultano convenienti”.
In particolare, come ha annunciato in un’intervista il Premier Giuseppe Conte, bisognerà favorire “l’accesso al credito a tassi agevolati per interventi che permettono di ridurre le bollette e di vivere meglio (l’efficientamento energetico delle case, l’installazione di pannelli solari, l’acquisto di mezzi di mobilità elettrici, ecc.)”.
I Comuni
“Le priorità per il rilancio non devono essere come al solito autostrade e grandi opere, ma gli interventi che i Comuni hanno previsto nei Piani urbani della mobilità sostenibile”, si legge nel documento.
Punto primo sarà riaprire cantieri in ogni parte d’Italia, ma mettendo al centro il ruolo dei Comuni.
Sarà indispensabile, in questa fase, offrire supporto nella progettazione e nella gestione degli appalti per rendere possibili interventi che sono di interesse generale, che producono vantaggi immediati per le persone e per l’ambiente.
Punto secondo, le proposte hanno come fine ultimo la ripresa economica, la riduzione delle disuguaglianze e la criticità emergente della povertà energetica.
La strada da seguire è la sostenibilità ambientale, che va realizzata a partire dalle città, che saranno il driver della ripartenza post-Coronavirus: “puntando a raddoppiare i chilometri di piste ciclabili (i progetti sono per 2.626 km da sommare ai 2.341 esistenti), realizzando 330,5 km di tram e 154 km di metropolitane in larga parte non finanziati”.