La Cina rallenta, l’India emerge con forza a primo motore economico globale
Tra le due super economie asiatiche India e Cina, è la prima ad avere la meglio sulla seconda per aumento della popolazione e il tasso più rapido di crescita economia nel 2023 e nel 2024, secondo le nuove stime JPMorgan.
Questo avrà un effetto traino straordinario per gli investimenti. La Banca Mondiale si attende che Pechino non superi il +4,4% (4,5% per l’FMI) di crescita economica durante il 2024, registrando così il dato più basso dal 1990 (pandemia esclusa).
La crisi immobiliare innescata da EverGrande ha avuto il suo peso, probabilmente. Ora gli investitori potrebbero iniziare a guardare con maggiore interesse l’India, che durante i primi otto mesi dell’anno in corso ha già raccolto 15,5 miliardi di dollari in azioni estere.
L’India potrebbe raggiungere una crescita economica pari al +6,4% entro il 2024 (5,9% per il 2023), stando alle stime del Fondo Monetario Internazionale, candidandosi di fatto a primo motore economico globale.
Aumenta il flusso degli investimenti verso Dehli
L’imminente inclusione di Dehli nell’indice obbligazionario dei mercati emergenti potrebbe attirare ulteriori 30 miliardi di dollari di flussi esteri, secondo il parere di Anuj Arora, CIO di JPMorgan Asset Management.
In aggiunta, il boom demografico dell’India potrebbe far aumentare i consumi da 2 trilioni di dollari nel 2022 a 4,9 trilioni di dollari entro il 2030, superando nettamente la Cina, si legge su investing.com.
Stando al ragionamento di Arora, “Gli investitori potranno attingere all’economia indiana attraverso vari ETF, tra cui l’ETF iShares MSCI India, da 6 miliardi di dollari e quotato negli Stati Uniti, o la sua versione Ucits da 2,3 miliardi di dollari disponibile in 16 paesi europei”.
Rimandata al 2024 la ripresa dell’economia mondiale
Ovviamente, si tratta di stime e i trend non sono immuni da variabilità anche estrema legata a numerosi fattori, ad esempio alle imposte sulle plusvalenze e ai limiti imposti dal Governo alla proprietà straniera su territorio nazionale.
Sempre secondo il Fondo Monetario Internazionale, per l’80% delle economie mondiali il livello dell’inflazione si manterrà ancora sopra il livello pre-pandemia, almeno fino alla fine del 2024, e per il gruppo delle Economie Avanzate la quota è stimata al 90%.
In tale contesto globale, dopo la crescita sperimentata nel 2021 (+6,3%) e il consistente arretramento del 2022 (+3,4%), l’FMI ha rivisto ulteriormente le previsioni di crescita collocando l’output mondiale nel 2023 sotto i 3 punti percentuali (+2,8%) e rinviando al 2024 l’inizio della ripresa ciclica (+3%).