Dal mare si arriva rapidamente all’oceano quando si parla di dati. Nel 2025 il nostro mondo sarà inondato di dati (i big data) e per un volume davvero notevole, che IDC ha calcolato in 163 zettabyte (ZB), dieci volte superiore a quello del 2016 (appena 16 ZB), in ulteriore crescita.
C’è chi li chiama il nuovo oro, chi petrolio del futuro, di fatto, i dati rappresentano senza ombra di dubbio il nuovo paradigma economico mondiale da cui partire per qualsiasi tipologia di impresa, che sia commerciale, culturale o scientifica.
Se oggi circa il 40% dei dati è generato dalle aziende, nel 2025 tale livello salirà a oltre il 60% del totale.
Le aziende li produrranno e sempre le aziende li conserveranno in memoria (57%), con tutti i problemi legati alla tutela e la protezione dei dati (sensibili e personali) e alla cybersecurity (secondo IDC nel 2025 quasi il 50% dei dati avrà un reale bisogno di maggiore protezione).
Ne consegue un deciso aumento della domanda di soluzioni avanzate per la raccolta, gestione e analisi di questi dati. Tutte fasi di un unico sistema in grado di produrre informazioni, sempre più accurate e dettagliate, utili per sviluppare smart business, cioè modelli di business fortemente orientati al digitale.
In questo scenario, ci spiega IDC, sta crescendo sensibilmente la richiesta di tool più avanzati e predittivi, in grado cioè non solo di dire cosa è successo, ma perché è successo e soprattutto cosa potrebbe succedere dopo.
Ciò significa che alle tecnologie analitiche si stanno affiancando altre soluzioni per l’intelligenza artificiale, ad esempio, per l’apprendimento automatico, le scienze cognitive. Il mercato mondiale delle soluzioni machine learning, ad esempio, è atteso aumentare il proprio valore da poco più di un miliardo nel 2016 a quasi 40 miliardi di euro nel 2025, secondo Research and Markets.
Entro il 2020, IDC stima che in Europa il 75% degli sviluppatori (ISV e aziendali) includerà meccanismi di cognitive computing, machine learning o intelligenza artificiale in almeno un’applicazione, comprese tutte le soluzioni di analytics.
E proprio il settore delle analytics è atteso in ulteriore affermazione, con un tasso di crescita annuo composto che Absolute Reports vede oltre il 9% fino al 2021.
Il fatto che le tecnologie advanced e predictive analytics, unitamente a quelle cognitive e all’intelligenza artificiale, possano fornire consigli e assistenza non solo ai data scientist, ma a tutti i lavoratori della conoscenza (knowledge worker), ampliando quindi notevolmente la base di utilizzatori, sta ulteriormente spingendo gli investimenti aziendali su questo fronte.
Sempre secondo IDC, nelle aziende italiane la spesa per soluzioni di advanced e predictive analytics sfiorerà i 100 milioni di euro nel 2020. Nel 2017, la spesa italiana per questa tipologia di strumenti si è attestata sugli 83 milioni di euro.
Il mercato italiano è destinato a crescere in linea con quello europeo, a testimoniare l’importanza strategica di questi tool per tutte le aziende del Vecchio Continente. Le ultime rilevazioni di IDC vedono il mercato europeo delle soluzioni di advanced e predictive analytics crescere dai 991 milioni di euro del 2017 a 1.150 milioni del 2020.
Secondo le ultime stime formulate da IDC, la spesa mondiale in tecnologie per la trasformazione digitale arriverà a sfiorare i 1.300 miliardi di dollari nel 2018, in crescita del 16,8% sul 2017, e i 1.700 miliardi nel 2019, in crescita del 42% sempre rispetto al 2017.
Nel documento si stabilisce che del tetto di spesa complessivo calcolato per il 2019, 400 miliardi saranno investiti nelle quattro tecnologie della Terza Piattaforma: cloud, mobility, social e proprio l’area big data & analytics.