L’anno scorso in Italia sono state raccolte 55 mila tonnellate di rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee) di piccole e medie dimensioni. Da questi è possibile estrarre 16.000 tonnellate di plastica.
Parte da qui il progetto per la “Separazione e selezione delle plastiche contenute nei RAEE di cui al raggruppamento 4 (piccoli elettrodomestici): innovazioni di processo e miglioramento delle percentuali di riciclo e recupero”, messo in piedi da Ecolight, consorzio nazionale per la gestione dei RAEE, il Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Industriale dell’Università di Brescia e Stena Technoworld, impianto di trattamento dei rifiuti elettronici.
Stando ai dati del Green economy Report 2016, pubblicato da Remedia l’estate scorsa, a livello europeo si è stimato che grazie al riciclo dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche si possono evitare 2,9 milioni di tonnellate di Co2.
Su 39.800 tonnellate di rifiuti tecnologici raccolti da Remedia, l’88,4% è stato avviato a recupero dei materiali (il 3.1% è stato trasformato in energia ed l’8% circa è finito in discarica) di cui 21% plastica, 20% vetro, 53% metalli e 6% altri materiali da integrare nell’economia circolare.
Il positivo impatto ambientale di queste attività si traduce in un risparmio di acqua non consumata pari a 659.845 mc, 70.378 tonnellate di risorse non prelevate dall’ambiente e 336 ettari di territorio non sfruttato. Il risparmio in termini di emissioni Co2eq evitate è stato pari a quasi 205mila tonnellate.
In termini meramente economici, grazie al recupero di questi materiali, è stato possibile ridurre i costi di importazione di materie prime per un valore pari a 24,2 milioni di euro.
tornando all’iniziativa di Ecolight, ateneo bresciano e Stena Technoworld, che gode del sostegno del Ministero dell’Ambiente e che è stata finanziata con 300 mila euro nell’ambito del bando per il cofinanziamento di progetti di ricerca finalizzati allo sviluppo di nuove tecnologie di recupero riciclo e trattamento dei Raee, l’obiettivo principale è studiare, sviluppare e promuovere nuove tecnologie che permettano di migliorare ed aumentare il recupero delle materie plastiche contenute nei piccoli elettrodomestici, nei cellulari e nell’elettronica di consumo.
Un nuovo percorso nazionale per realizzare l’economia circolare sui territori. I Raee sono infatti ricchi di plastica, circa il 30% del loro peso. Soprattutto nei piccoli Raee (raggruppamento 4), la cui raccolta è aumentata del 9% nel 2017, la quantità di plastica da recuperare e riciclare è davvero rilevante economicamente.
La sfida su cui il gruppo di studio dovrà concentrarsi è quella dei polimeri: “La grande diversità dei polimeri utilizzati nei Raee, si legge in una nota stampa congiunta, rende sempre più complesso l’obiettivo di ottenere frazioni più omogenee e pulite riutilizzabili”.
Inoltre, “la presenza di plastiche con ritardanti di fiamma bromurati impone la necessità di un ulteriore processo di separazione per massimizzare la componente riciclabile della plastica stessa”.
Ecco perché, Individuare nuove tecnologie in grado di superare questi ostacoli attribuiscono al progetto italiano, della durata complessiva di 18 mesi, un’importanza non solamente nazionale ma pienamente europea.