L'annuncio

Economia circolare. Cingolani: “1,5 miliardi per gli impianti di riciclo”

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Un miliardo e mezzo di investimenti per le "Città circolari": il 30 settembre il ministero della Transizione ecologica pubblicherà i decreti con i criteri di selezione dei progetti.

Economia circolare e “Circular cities”

Finalmente arrivano nuove indicazioni sugli interventi dedicati all’economia circolareecontenuti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), ad annunciarle è il ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani.

I progetti partiranno nelle prossime settimane”, ha dichiarato in una nota ufficiale il ministro, che ha indicato in un miliardo e mezzo di euro gli investimenti possibili per le “Città circolari”.

In particolare, il progetto “Città circolari” del Mite riguarda i rifiuti speciali, come i fanghi provenienti dagli impianti di depurazione, “che oggi costituiscono una criticità spesso affrontata con strumenti emergenziali e che invece saranno sfruttati al meglio nell’ottica del modello di economia circolare”, è specificato nel documento.

Le risorse saranno destinate a quelle iniziative dedicate a potenziamento, digitalizzazione e ammodernamento delle infrastrutture per la raccolta differenziatae che si muovono secondo tre assi: infrastrutturazione della raccolta differenziata, impianti per il riciclo delle frazioni della differenziata e flussi critici”, ha precisato il ministro.

Per gli interventi specifici relativi alla competente “economia circolare” nel PNRR sono previsti 2,1 miliardi di euro.

I decreti con i criteri di selezione dei progetti relativi agli investimenti per le infrastrutture a supporto della raccolta differenziata e per gli impianti di riciclo saranno pubblicati sul sito del ministero il prossimo 30 settembre.

Un capitolo del recente Decreto Semplificazioni è stato dedicato all’economia circolare. L’obiettivo è promuovere i piani per il recupero, il riciclo e il riutilizzo di materiale di scarto, a cui affiancare misure per la semplificazione dei processi di promozione di questo tipo di modello economico basato su riciclo e riuso.

L’Italia che ricicla

L’Italia è il paese europeo con la più alta percentuale di riciclo sulla totalità dei rifiuti pari al 79%, secondo un Rapporto della Fondazione Symbola, con una incidenza più che doppia rispetto alla media UE e ben superiore a tutti gli altri grandi paesi europei (la Francia è al 56%, il Regno Unito al 50%, la Germania al 43%).

L’intera filiera del riciclo – dalla raccolta alla preparazione fino al riciclo industriale – in termini economici ed occupazionali, vale complessivamente oltre 70 miliardi di euro di fatturato, 14,2 miliardi di valore aggiunto e oltre 213.000 occupati.

Il recupero di materia nei cicli produttivi, infine, permette un risparmio annuo pari a 23 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio e a 63 milioni di tonnellate di CO2.

 L’insieme delle emissioni di CO2 evitate (dirette e indirette), attraverso il riciclo di materia operato in Italia, vale l’85% delle emissioni dirette di gas climalteranti generate dalla produzione elettrica dell’Italia (63 Mt di CO2eq dal riciclo contro 74,5 Mt CO2eq dalla produzione elettrica 2020).

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